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Roma

Mercoledì 8 Novembre 2017, ore 20:30

Università degli Studi Roma Tre

Aula Magna Rettorato Via Ostiense, 159

Che cos’è un’interazione fondamentale? Stefano Forte (Dipartimento di Fisica, Università di Milano) Per molti fisici, le interazioni fondamentali sono come il tempo secondo sant’Agostino: “Che cosa sono? Se nessuno me lo chiede, lo so; se cerco di spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so.” Eppure, alla domanda “quali sono le interazioni fondamentali” tutti risponderanno senza dubbi ed allo stesso modo: la gravità, l’elettromagnetismo, la forza debole e la forza forte. Queste queste quattro forze sono davvero “fondamentali” e se si in che senso? Potremmo scoprire un giorno che in realtà non lo sono? E potremmo scoprire che nessuna interazione è fondamentale? La risposta a queste domande coinvolge alcune delle idee più profonde della fisica degli ultimi cinquant’anni: l’indeterminazione quantistica, le simmetrie dello spazio-tempo, le costanti fondamentali, le leggi di scala. Vedremo come queste idee abbiano permesso di sviluppare il modello standard: l’attuale teoria delle interazioni fondamentali, forse la teoria meglio verificata sperimentalmente di tutta la fisica. Vedremo anche come la visione di teoria fondamentale che ne nasce potrebbe essere superata in futuro.

Stefano Forte è professore ordinario di fisica teorica presso l’Università di Milano, dove ha stabilito una vivace scuola di fisica delle interazioni fondamentali. In precedenza è stato ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare a Torino e a Roma, ed ha occupato posizioni post-dottorali a Parigi ed al CERN dopo aver conseguito il dottorato di ricerca presso l’MIT. Si occupa soprattutto della teoria dell’interazione forte ed in particolare della struttura del protone, la cui conoscenza dettagliata è stata cruciale per la recente scoperta del bosone di Higgs. Ha svolto e svolge attività di insegnamento e ricerca in varie istituzioni internazionali, tra cui il CERN di Ginevra, il centro Higgs di Edimburgo, l’Università Pierre et Marie Curie di Parigi, l’istituto Niels Bohr di Copenhagen e la scuola normale superiore di Lione.

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