…di Mauro Caldera.
Milly Callegari, farmacista-gourmet si propone alla società moderna per aprire le menti in tema di sana alimentazione: la sua risorsa di sapere medico, unito a quello della cucina la portano a confezionare un sapere unico e totale: mangiare diventa piacere e al tempo stesso valorizzazione dell’energia di ciascuno degli elementi che lo compongono. Essenziale, consapevole e non restrittivo sono le tre parole-azione chiave che identificano il messaggio di Milly Callegari. La dieta non deve essere inteso come divieto, anzi, vuol dire saper scegliere in modo consapevole senza perseguire verità assolute che peraltro non esistono. Gli estremismi alimentari non fanno il bene del nostro corpo che invece dovrebbe acquisire un po’ di tutto, senza eccedere.
Le ricette di Milly partono dagli elementi di base: i suoi piatti non puntano allo stupore e alla scenografia ma al benessere psicofisico.
Conoscendo gli elementi e le loro proprietà è possibile cucinare un piatto che tenga conto di particolari patologie, quali ad esempio la celiachia.
Milly parte da competenze mediche per far cucina: c’è differenza tra la cucina creativa e quella fatta ad personam. Il cuoco-chef cucina per il palato e per il gusto curando la presentazione scenografica; chi è a casa vuole realizzare un piatto personalizzato, fatto su misura…quasi una cucina sartoriale che mette al centro dell’attenzione l’essenza, che è l’anima delle cose, di un prodotto o di una persona da cui si estrae la parte fondamentale.
Una cucina plurisensoriale mette in gioco i 5 sensi, individuandone un sesto: l’essenza.
Chi segue Milly non si ferma al solo mangiare ma si lancia verso una cultura differente del cibo: la somma di elementi essenziali creano la cultura composta del cibo consapevole.
Ogni elemento ha una sua vita e un suo perché: conoscerli vuol dire sapere cosa sono, da dove provengono, quali proprietà hanno. Conoscendo gli elementi è possibile abbinarli e comporli per ottenere i migliori risultati.
Un messaggio universale, quello di Milly che si propone di sfatare i luoghi comuni degli alimenti che fanno male o dei luoghi delle cosiddetta diseducazione alimentare: si apre un viaggio alla scoperta del miglior utilizzo di ciascun elemento per ottenere la migliore resa e senza alterare le proprietà originali. Un alto livello dell’alimento che porta ad una soddisfazione senso-percettiva alta e che soprattutto mantiene vivi i sapori: una valorizzazione di tutti gli elementi, anche di quelli apparentemente banali.
Importanti accortezze per una sana alimentazione sono la cottura, le pentole da utilizzare, gli ingredienti e il loro utilizzo, cosa togliere; i prodotti confezionati, non sempre fanno male. “Se mangio 20 merendine al giorno, è chiaro che non fanno bene, ma se ne mangio una ogni tanto tutto entra nella normalità”.
Il sale, spesso viene vissuto solo per la sua proprietà di “dare sapidità” e raramente ci si ferma al suo reale sapore; se aggiunto in fase finale (e non durante la cottura), permette di assaporare l’alimento che non viene alterato nei gusti.
Non è vero quando si dice che il sale fa male: se lo si utilizza con criterio e con educazione diventa una componente come un’altra.
C’è molta ignoranza in tema di zucchero e sale nonostante si viva nel tempo della comunicazione diffusa che viene spesso finalizzata a pubblicizzare i prodotti o per promuovere programmi che promettono di far diventare gli spettatori grandi cuochi-chef.
La provenienza degli alimenti è fondamentale e la distanza originaria può disperdere le proprietà originali. Frutta e verdura provenienti da paesi lontani, perdono le originali proprietà che invece sono presenti quando si parla di prodotti a chilometro zero, che vengono consumati in tempo quasi reale dopo la raccolta.
Creare la giusta informazione e ripartire dalla valorizzazione dei piatti semplici è la finalità di Milly che vuole ricreare l’educazione al cibo semplice, che, se cucinato con cura, crea benessere.
La base di una buona educazione alimentare dovrebbe partire dalla scuola creando le sane abitudini ad esplorare gli alimenti scoprendone le proprietà nutrizionali ed energetiche: spesso invece tutto si ferma a delle consuetudini e il momento del pasto non diventa momento di cultura.
Un bambino educato alla scoperta degli elementi sarà un adulto consapevole che farà della sua alimentazione un fondamento di benessere e di cultura del cibo. Non solo: sarà una persona aperta ai prodotti tipici delle diverse culture oltre ad essere un promotore della cultura del proprio territorio attraverso la valorizzazione dei propri prodotti a chilometro zero.