di Alessia Placchi
Dalla Cina al Bel Paese. Eppure in Italia c’era già stato, in viaggio di nozze, altre volte come turista e, in questa occasione estiva, per il matrimonio di un caro amico, l’AD di Spotify, Daniel EK. Vi starete domandando di chi si tratti. Non è un attore Hollywoodiano, né un capo di stato, bensì è il fondatore e l’attuale presidente del social network per eccellenza, il più diffuso al mondo (anche nel “terzo mondo”). Stiamo ovviamente parlando di Facebook e del suo “imperatore”, come l’ha definito il settimanale Internazionale, Mark Zuckerberg.
Delle sue visite internazionali avevamo già trattato qualche mese fa in relazione al suo viaggio in Cina. Il programma, anche in questo caso, è lo stesso: incontri con leader politici e sessione di Q&A in un prestigioso ateneo.
Nonostante il suo ruolo di ‘civile’, Zuckerberg è stato ricevuto a Palazzo Chigi in un incontro privato con il premier Matteo Renzi e a seguire una visita ufficiale al Vaticano per incontrare il Papa, che Zuckerberg omaggia con il modellino di “Aquila”, il prototipo di aereo a energia solare progettato da Facebook.
Un incontro, quello con Papa Francesco, durato circa 20 minuti in cui “hanno parlato di come usare le tecnologie di comunicazione per alleviare la povertà, incoraggiare una cultura dell’incontro, e fare arrivare un messaggio di speranza, specialmente alle persone più disagiate”. Nobili propositi che ci si augura diventino vere iniziative anche grazie all’appoggio della ‘Chan Zuckerberg Initiative” l’organizzazione filantropa che Zuckerberg ha fondato con sua moglie Priscilla e mira a promuovere il progresso e le pari opportunità.
Di grande risonanza è stato anche l’incontro tra Zuckerberg e la “comunità italiana” di Facebook in occasione del suo intervento di Q&A all’Università privata LUISS. Ma più che una sessione di ‘domanda e risposta’ quello alla LUISS è stato un soliloquio del fondatore di Facebook sul suo amore per il latino e per Roma farcito da qualche battuta sarcastica e da una buona dose di retorica motivazionale in stile americano (“Bisogna sempre continuare a imparare” e “le grandi società sono fatte da grandi gruppi di persone”).
Durante l’incontro alla LUISS, durato circa 1 ora, i giornalisti erano relegati in fondo all’aula e gli studenti si atteggiavano più come fan che come interpreti critici dei cambiamenti del nostro tempo. Eppure Facebook non avrebbe bisogno di grande pubblicità nel nostro paese, il social network infatti nel 2015 ha incassato, per la vendita di spazi adv in Italia, 350 milioni di euro e ne ha pagati al Fisco solo 200 mila.
Ma anche di questo non si è parlato nella visita di Zuckerberg in Italia e la sensazione che rimane è che, se in Cina l’arrivo del magnate di Facebook è stata accolta con la speranza di un’informazione più libera, in Italia, che pur dovrebbe interrogarsi sui rapporti tra i mezzi di informazioni e il web, il tutto si è ridotto ad uno spot pubblicitario.