Digitalizzazione Trasformazione digitale
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Cheer UP – It’s a great time to be alive

Di Francesco Garosci

“It’s a great day to be alive” cantava Travis Triit agli albori di ciò che il mondo definiva l’inizio del futuro, l’anno 2000. Sono passati circa 6800 giorni caratterizzati da un’iperbolica globalizzazione, da nuove sfide, trasformazioni sociali ed economiche condite da continue evoluzioni culturali.

L’era della trasformazione digitale ha condotto a vere e proprie rivoluzioni sociali, provocate e mediate da quelli che ad oggi si propongono come strumenti di influenza di massa, i social network.

Trovare un significato concreto a questa attuale evoluzione incontrollabile è più difficile che cercare una rima all’interno di un libro di ricette, non lo troverai e i tuoi biscotti assomiglieranno a quelli abbandonati da anni nei salotti di ogni nonna che si può chiamare tale. È un ottimo tempo per vivere perché siamo la generazione di mezzo, quella cresciuta secondo la legge di Moore che semplificherò riassumendo in “ciò che è nuovo oggi sarà presto vecchio, domani”. Mi riferisco al cibo che mangiamo, ai nostri cellulari, ai mezzi di trasporto e a quel detersivo visto in TV che smacchia senza dover lavare, ma soprattutto, mi riferisco al nostro concetto di futuro.

Il problema più grande della nostra generazione è che esistono sempre più pigri da instagram, e la sua crescita esponenziale é un potente indicatore della portata della nostra incapacità di comunicare. Crediamo che il mondo sia alla nostra portata perché senza muoversi dal proprio divano si viene catapultati nel mondo dalle ‘stories’ del divo del momento (Dan Bilzerian, le Kardashians, Ferragnez solo per citarne alcuni passati negli anni). Ci sbagliamo, perché ora più che mai il mondo reale è alla portata di tutti, voli low-cost, couchsurfers, airBnB e se solo usassimo la fame e la voglia di scoprirlo giorno per giorno come usiamo i nostri smartphone potremmo riscoprire una parte di noi altrimenti destinata a lambire nel profondo web…

Sfogliando una nota rivista americana di economia, mi trovo a leggere che Yusaku Maezawa, ricco imprenditore giapponese (lascio a google il compito di illustrarvi chi è se ne lo sapete), nel 2023 sarà il primo “turista” nello spazio. Grazie ad Elon Musk colui che definisco, senza modestia, una delle menti più brillanti del 21° secolo, prossimamente potremo pianificare le nostre romantiche fughe nel weekend perdendoci attraverso la nostra galassia.

Recentemente, mi sono imbattuto in una pubblicazione che espone come Milano sia stata palcoscenico di un accordo intercorso tra l’Italia, in particolare il Politecnico di Milano, e la Tsinghua University di Pechino che coinvolgerà le rispettive eccellenze nel campo dell’innovazione e della ricerca tecnologica per dare vita ad un Hub di ricerca e sviluppo ed incentivare la collaborazione tra le menti delle due Università.

Forse, e solo il tempo potrà dirlo, questa ‘aspirante’ rubrica non troverà tutti d’accordo, anzi! Ma proprio per questo vorrei incentivare voi lettori a partecipare, a commentare, richiedere argomenti, stimolare la discussione per creare un vero e proprio scambio proattivo di idee. Questo è un tentativo di raccontare una visione, ed esprimere un parere sui cambiamenti di pensiero e delle tecnologie dal punto di vista di uno spettatore, come voi lettori, in procinto di affrontare nuove e, speriamo, incessanti sfide di vita, con lo spirito di osservazione di un ragazzo di appena un quarto di secolo.

Tutto questo è Cheer UP.

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