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Bussetti: i mali della scuola sono colpa degli altri, anche il precariato record. Le GaE però non si riaprono

Pure il ministro dell’Istruzione del governo del Cambiamento non si sottrae alla scusante italica per eccellenza: i mali della scuola vanno cercati in chi ci ha preceduto. Il concetto è ribadito svariate volte nell’ultima intervista rilasciata da Marco Bussetti, al quotidiano La Repubblica, dalla quale si vuole far credere che i cambiamenti in atto, prodotti negli ultimi mesi dall’esecutivo M5S-Lega, sono stati approvati proprio per limitare i danni delle cattive gestioni. Alla domanda “State provando ad assumere nuovi precari. Le graduatorie Gae vuole esaurirle? Come Renzi?”, il ministro Bussetti replica così: “Lo dice il nome stesso: graduatorie a esaurimento, a un certo punto si tira una riga”.

Secondo Anief la posizione del Miur sul precariato è completamente sbagliata.

Secondo il suo presidente nazionale Marcello Pacifico “pensare di risolvere la supplentite solo con i concorsi, i cui iter di realizzazione è in media di due-tre anni, significa assegnare alla scuola pubblica italiana un ruolo ancora più dimesso dell’attuale. Nel frattempo, infatti, gli incarichi annuali lieviteranno ancora di più, superando quota 200 mila. Con il paradosso che sarebbe bastato attivare il doppio canale per evitarlo, come abbiamo fatto in modo di chiedere anche di recente nel decreto Semplificazioni”.

È sempre colpa degli altri. Ecco che, allora, l’esame di maturità mutato in corso d’anno, tra le proteste di studenti e insegnanti, è stato cambiato perché “obbligati da una legge varata nel 2017 dalla ministra Fedeli”. Ecco perché è stata voluta quota 100, quella che da tempo è stata annunciata come la contro-riforma Fornero, salvo ora ammettere che non ci sarà alcun esodo dei docenti, perché per via dei disincentivi introdotti, a partire dal sostanzioso taglio dell’assegno di quiescenza, si attendono la miseria di “10 mila pensionamenti in più”. Bussetti ricorda che anche il livello record di supplenti, 153mila, ventitremila in più dell’anno scorso, “è un problema grave, che abbiamo trovato”. E allora per stabilizzare gli oltre 100 mila precari storici abilitati all’insegnamento, che si fa? Poco, molto poco. Anzi, peggio. Perché le GaE, almeno, nell’ultimo decennio erano state riaperte due volte. L’attuale titolare del dicastero dell’Istruzione, invece, non ne vuol sentire parlare.

Alla domanda “State provando ad assumere nuovi precari. Le graduatorie Gae vuole esaurirle? Come Renzi?”, il ministro Bussetti replica così: “Lo dice il nome stesso: graduatorie a esaurimento, a un certo punto si tira una riga. Non so dire i tempi”. Non ammette deroghe neppure per il sostegno ai disabili, che quest’anno ha assegnato la bellezza di quasi 60 mila supplenze annuali su posti vacanti: “Le Finanze hanno dato il via libera a tre bandi per l’assunzione di quarantamila docenti. Il primo, per 14mila posti, sarà entro giugno”, replica Bussetti.Secondo Anief, la posizione del Miur sul precariato è completamente sbagliata.

Secondo il suo presidente nazionale, Marcello Pacifico, “pensare di risolvere la supplentite solo con i concorsi, i cui iter di realizzazione è in media di due-tre anni, significa assegnare alla scuola pubblica italiana un ruolo ancora più dimesso dell’attuale: nel frattempo, infatti, gli incarichi annuali lieviteranno ancora di più, superando quota 200 mila. Con il paradosso che sarebbe bastato attivare il doppio canale di reclutamento per evitarlo, come abbiamo fatto in modo di chiedere anche di recente nel decreto Semplificazioni”.

“Perché facendo confluire i precari abilitati nelle GaE e assumendo direttamente da queste, con una mossa si sarebbero risolte due problematiche – fa notare il sindacalista autonomo – quella della riduzione consistente del precariato e quella della percentuale altissima di personale di ruolo nella scuola, più che doppia rispetto agli altri comparti pubblici, destinata altrimenti a salire e ad avvicinarsi al 20% dell’organico complessivo”.

Sul sostegno agli alunni disabili, che già oggi presenta un altissimo numero di docenti che cambiano allievo ogni anno, si rischia di produrre una situazione da incubo: perché il ministro ha annunciato che il primo corso di specializzazione per 14 mila posti su sostegno, su tre previsti nei prossimi 36 mesi, vedrà la luce entro giugno 2019. “In pratica, si è ammesso, in questo modo, che i nuovi specializzati arriveranno in cattedra non prima del settembre 2020: considerando che quest’anno sono state assegnate quasi 60 mila supplenze annuali di sostegno, con la beffa di averne perse oltre 11 mila sempre per via della mancata riapertura delle GaE, e che ogni anno il numero di alunni ‘certificati’ aumenta di circa 10 mila unità, significa che si sta andando incontro a un altro anno scolastico da incubo. Con il paradosso che decine di migliaia di docenti già specializzati – conclude Pacifico – vengono lasciati nelle graduatorie d’Istituto”.

Tutto questo avviene, tra l’altro, continuando a disapplicare la Direttiva UE 1999/70/CE, ignorando il parere dell’avvocato generale Szpunar della Curia europea, della Commissione UE sul docente ricorrente Rossato, il quale, una volta assunto in ruolo, chiedeva giustamente il risarcimento per la reiterazione ingiustificata dei contratti a termine. E sempre in attesa degli esiti della sentenza C-331/17 Sciotto e del parere della Corte di Giustizia Europea sulla liceità della conversione automatica dei contratti da tempo determinato in indeterminato se il rapporto di lavoro perdura oltre 36 mesi anche non continuativi su posto vacante e disponibile.Anief, pertanto, invita a pre-aderire al ricorso gratuito per il personale di ruolo interessato ad ottenere dalle due alle dodici mensilità di risarcimento in caso di pronuncia conforme della Corte di giustizia e di superamento delle sentenze della Corte suprema italiana.

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