roma la torre della scimmia r
Roma La Torre Della Scimmia R

LA LEGGENDA DELLA “TORRE DELLA SCIMMIA”

A cura di Claudio Conti

In Via dei Portoghesi al numero 18, tra Via dei Pianellari e Via dell’Orso, c’è Palazzo Scapucci, dal nome della famiglia che ne ebbe la proprietà tra il XVI e il XVII secolo. Caratteristica di questo palazzo è la sua torre che ha forme quattrocentesche (risultato di lavori di sistemazione voluti dagli Scapucci), mentre l’edificio avrebbe origini risalenti a un’epoca medievale. La torre porta ancora il nome della famiglia d’origine – “Torre dei Frangipane” – anche se da allora a Roma è meglio conosciuta come “Torre della Scimmia” (in America come “Hilda’s Tower”). Questo nome deriva da una leggenda popolare raccontata anche dal romanziere americano Nathaniel Hawthorne (1804-1864), dopo aver vissuto qualche anno in Italia, nei suoi diari di viaggio. La leggenda racconta che la famiglia Scapucci aveva nella casa come animale domestico, vista la moda esotica dell’epoca, una scimmietta addestrata di nome Hilda. In famiglia era nata da poco un bimbo e il piccolo animale gironzolava sempre attorno alla culla del bambino. Un giorno la simpatica scimmietta, non si sa se per gioco, per dispetto o per gelosia, prese il bambino appena nato dalla culla e lo portò fin sulla cima della torre. Possiamo immaginare lo spavento dei genitori, timorosi per la vita del bambino.

A questo punto ci sono due diverse versioni della leggenda: in entrambi i casi comunque il bimbo si salvò.

In una si racconta che il padre, che non si trovava in casa al momento del “fattaccio”, tornando di corsa appena saputo dell’accaduto, chiamò con un fischio la scimmia che, rispondendo al solito richiamo, riportò il bimbo sano e salvo tra le braccia della madre.

L’altra versione racconta invece che il padre, sconvolto, nel terrore che richiamando la scimmia questa, magari spaventata, avrebbe lasciato cadere il bambino, decide allora di pregare la Madonna, facendo voto che se tutto fosse andato bene, avrebbe fatto erigere un santuario perpetuo in cima alla torre. L’uomo chiamò la scimmia che al richiamo corse da lui ma dopo aver riposto il neonato nella culla, cioè esattamente dove l’aveva preso. Il padre mantenne la sua promessa facendo costruire il tabernacolo nello stesso punto in cui vide la scimmia con suo figlio tra le braccia. Inoltre rese obbligatorio a ogni futuro proprietario di mantenere la fiamma del lume – oggi una lampada elettrica – sempre accesa, pena la perdita della proprietà.

Da sei secoli non è mai stata spenta e ancora oggi il lume è visibile a fianco della bellissima “Madonna della Scimmia”, caratterizzata da una mezzaluna e una stella, simboli della famiglia.

tratto da

Roma 24orenews Marzo 2020

Cover RM24 Marzo 2020

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