Impiegata sia per le qualità organolettiche che per le proprietà medicinali, è una delle spezie più antiche. Gli egizi seppellivano le spoglie dei defunti con semi di carvi, ma alcune tracce della sua esistenza risalgono addirittura alla preistoria. Nel medioevo veniva utilizzata in cucina per insaporire minestre, zuppe ed insalate, i suoi semi venivano serviti ricoperti di zucchero a fine pasto per facilitare la digestione; perfino Shakespeare ne cita più volte le virtù digestive nell’opera teatrale Enrico IV. Originaria dell’Asia, questa pianta erbacea cresce spontanea nei luoghi erbosi incolti, nei prati in montagna, ai bordi delle strade e nei fossi rurali di tutta Europa. I frutti di carvi assomigliano a quelli del cumino e per questo motivo essa è anche conosciuta con il nome di cumino selvatico o cumino dei prati. Della pianta si utilizza ogni parte, ma soprattutto i semi. Questi, dal sapore pungente simile all’anice e un aroma che proviene loro dagli olii essenziali in essi contenuti (quali il limonene ed il carvone) vengono utilizzati nell’industria cosmetica per la loro fragranza. I semi del carvi costituiscono la parte della pianta che contiene i principi attivi e le proprietà terapeutiche da cui l’organismo umano può trarre benefici per la salute. Nella tradizione popolare la principale proprietà terapeutica riconosciuta all’olio essenziale di carvi è quella digestiva; la sua assunzione, oltre a favorire il processo digestivo ripristina la percentuale ottimale di flora batterica.
Quest’olio essenziale ha dimostrato anche proprietà antimicrobiche nei confronti di alcune infezioni intestinali (ad esempio la Salmonella); anche le vie respiratorie possono trarre benefici dal carvi in quanto i vapori di olio essenziale risultano mediamente efficaci nei confronti di alcuni batteri in grado di provocare infiammazioni alle vie respiratorie. I semi di carvi (conosciuti anche come “anice dei Vosgi”) contengono diversi minerali quali sodio, potassio, fosforo, calcio, zinco e ferro; il carvi contiene inoltre olio grasso, proteine, polisaccaridi, vitamina C e fibre alimentari. È principalmente utilizzato nelle cucine dell’Europa del Nord e dell’Est, e in India nelle miscele di curry o aggiunto al riso. Leggermente amaro e piccante, ha un sapore più sottile rispetto al cumino e più pronunciato rispetto all’anice e viene anche usato per esaltare il gusto di carni, salumi e sughi, di verdure come il cavolo o le patate, ma anche di alcuni formaggi, come il Munster o il Gouda. Le foglie di carvi sono usate nelle insalate e per aromatizzare zuppe e salse, mentre le radici vengono cucinate come le carote o la zucca.