fumatori
Fumatori

Mark Twain diceva: Smettere di fumare è semplicissimo, io l’ ho fatto migliaia di volte!

Effettivamente appare sempre più evidente, soprattutto a quanti operano quotidianamente nel campo della sanità, come neanche i moniti più documentati circa i possibili danni alla salute indotti dall’abitudine al fumo siano spesso sufficienti a dissuadere definitivamente i fumatori più incalliti, e questo fatto è unicamente imputabile alla presenza, tra gli oltre 4000 elementi chimici che si liberano dalla combustione di una sigaretta – 60 dei quali certamente patogeni per l’uomo – della nicotina, una sostanza capace di instaurare una forte dipendenza sia fisica, sia psicologica.
Questa sostanza, infatti, al pari di numerose altre che agiscono da eccitanti psicofisici, come cocaina e amfetamine, per citarne solo alcune, può avere effetti diversi a seconda della quantità assunta. E così se inizialmente è in grado di migliorare la memoria, il tono dell’umore e la rapidità dei riflessi, aumentando progressivamente le dosi finirà per indurre stati d’ansia, disturbi del riposo notturno e alterazioni generali del metabolismo organico.

Proprio la dipendenza dalla nicotina, dunque, è in grado di spiegare il perché molti tentativi di smettere di fumare sono destinati in breve tempo a fallire.
Alla sospensione dal fumo, infatti, compariranno prematuramente una serie di sintomi, detti da astinenza, tra i quali i più frequenti sono: nervosismo, irritabilità, cefalea, difficoltà di concentrazione, crampi allo stomaco, tremori e disturbi del sonno.

Tutti sintomi che ricondurranno ben presto il malcapitato a rivolgersi nuovamente alla sua abitudine, per essere in grado di arrecarvi un certo sollievo.
E così dunque, come dicevamo all’inizio, molto spesso neanche le informazioni sui rischi per la salute, ormai costantemente documentati e comprovati, sono in grado di allontanare definitivamente da questa abitudine tanto malsana. Vale comunque sempre la pena ricordare che numerosi studi clinici hanno ormai dimostrato come i non fumatori vivano in media dieci anni di più dei fumatori, i quali sono esposti oltre al maggior rischio di contrarre un tumore del polmone, anche a quello di andare più facilmente incontro a malattie cardiovascolari, tra cui l’infarto, e al progressivo deterioramento della funzione respiratoria per uno stato di cronica infiammazione delle vie aeree, laringe e bronchi in particolare.
D’altra parte anche istruire i pazienti sui vantaggi che derivano dallo smettere di fumare, proprio per quanto detto sopra, non sempre sembra essere in grado di promuovere in loro un drastico cambiamento nelle abitudini. Eppure è accertato ormai che la disassuefazione al fumo di sigaretta può comportare innegabili vantaggi su molti aspetti della vita quotidiana: ad esempio, ben presto migliorerà la capacità di sentire i sapori dei cibi e si apprezzeranno sempre meglio gli odori più piacevoli, aumenterà col tempo la resistenza allo sforzo fisico, ne guadagnerà sicuramente anche il piacere sessuale, ma soprattutto diminuirà drasticamente il rischio di contrarre tumori del polmone, e delle vie aeree in generale, portandosi, dopo 10-15 anni di astensione, al pari di quello dei non fumatori.
Va inoltre ricordato che il fumo espone a rischio per la salute anche tutti coloro che sono passivamente esposti alla sua inalazione. A questo proposito è bene menzionare alcune cifre: nel solo 2002 si è stimato che il fumo passivo è stato responsabile di circa 80000 morti in tutta Europa, e di 7000 circa nella sola Italia. Non dimentichiamo, infine, che fumare in gravidanza espone il feto ad alcuni seri rischi, primo fra tutti quello della sua nascita prematura, che comporterà un’ iniziale immaturità degli organi e apparati, di cui certamente il bambino risentirà non poco nel corso dei primi anni di vita.
Proprio per i motivi appena elencati, smettere di fumare rappresenta sempre una manifestazione di ritrovato rispetto tanto per la propria salute quanto per quella di coloro che ci circondano, e quindi avrà inevitabilmente, tra i suoi effetti positivi, anche quello di migliorare le nostre relazioni sociali, soprattutto con le persone a noi più care.

L’omeopatia può aiutare coloro che desiderano smettere di fumare
Come? Sia intervenendo sui sintomi di astinenza in maniera dolce – cioè, senza mai apportare ulteriori effetti collaterali – ma sempre efficace, sia agendo su quegli individui che non arrivano neanche a desiderare di smettere, poiché convinti, almeno in parte, che tale abitudine possa conferire loro un valore in più, per la capacità che trasmettono agli altri, prima di saper trasgredire, e poi di riaffermare costantemente le proprie scelte, anche quando… scientificamente errate! Scelte in alcuni casi, e soprattutto nei più giovani, originate anche dal desiderio di emulare – fortunatamente sempre meno oggi – personaggi che socialmente hanno comunque ottenuto un certo successo e/o una certa notorietà.
Per quanto riguarda la sindrome da astinenza, la scelta dei rimedi omeopatici più efficaci varierà a seconda di quanti e quali sintomi di essa saranno maggiormente prevalenti: così il nervosismo e la tendenza a compensare lo stimolo della nicotina con altre sostanze psicotrope, come caffeina e/o alcool, farà propendere per Nux Vomica; senso di nausea, crampi allo stomaco e vertigini, che migliorano prontamente all’aria aperta, consiglieranno, invece, Tabacum; tremori, ansia, disturbi del sonno e senso di ottundimento porteranno a far preferire Gelsemium.
Alla somministrazione di questi rimedi si assocerà l’indicazione di consumare in abbondanza frutta e verdura, e in particolare quelle sostanze contenenti in massima quantità Vitamina C, particolarmente utile per il suo potere antiossidante verso quei radicali liberi che derivano proprio dall’abitudine al fumo.
Sarà anche importante riprendere o intensificare l’attività fisica che, liberando stimolanti naturali, le endorfine, e aumentando progressivamente l’ossigenazione del sangue, contribuirà a ridurre il desiderio di fumare.
Se il paziente seguirà scrupolosamente tutti questi consigli riuscirà sicuramente a ridurre la durata dei sintomi da astinenza, che invece, senza un intervento terapeutico e correttivo sullo stile di vita, normalmente si esauriscono in non meno di tre mesi, proprio quel tempo in cui la maggior parte dei fumatori, in generale, torna mestamente alla sua abitudine, pur avendo tanto desiderato e provato a smettere una volta per tutte.
Il lavoro più difficile, invece, sarà proprio quello diretto agli individui che, pur eruditi sui rischi per se stessi e per gli altri, non hanno tuttavia alcuna intenzione di smettere di fumare, perché per essi significherebbe rinunciare ad una parte di loro, che considerano in grado di evidenziarli in ogni situazione di socialità.
Eppure riuscire in queste persone, rappresenterebbe certamente un intervento terapeutico di importanza ancor più sociale che semplicemente personale.
E’ tuttavia pur vero che un’informazione adeguata e la comprensione del danno fisico, e conseguentemente emotivo-intellettivo, prodotto dal fumo, potrebbero non essere sufficienti a tradurre in volontà realizzatrice quanto finalmente appreso e recepito, proprio perché l’immagine di sé senza la sigaretta finirà per evocare in questi soggetti una sorta di inadeguatezza sociale, che è poi la stessa che primariamente può averli spinti verso la malsana abitudine, e che ormai appare decisamente strutturata nella personalità del soggetto.
Proprio, però, la capacità delle cure omeopatiche di agire su alcuni aspetti della personalità che possono aver condotto l’individuo ad un comportamento tanto autolesivo e antisociale, può aiutare a far riscoprire loro quella originalità dei sentimenti umani, che si opporranno con sempre maggior vigore, sotto forma di ritrovato istinto di conservazione, ad ogni tentativo, auto od eteroimposto, di esporre il proprio organismo a comportamenti così rischiosi per la salute psicofisica.
Questi individui, apparentemente così lontani dal desiderio di smettere di fumare, grazie ad una cura non semplicemente sintomatica, ma profondamente tesa a sradicare quella componente della personalità che li ha resi fragili e manipolabili, saranno in realtà coloro che potranno meglio apprezzare quali piacevoli sensazioni derivano dal buon funzionamento del nostro organismo, perturbabile sì ma, in condizioni di buona salute, sempre pronto a ritrovare ottimismo e intraprendenza creativa, da donare spontaneamente ai propri simili, come parte più ammirabile, ed ammirata, di noi, in qualsiasi contesto sociale.

F. Candeloro – medico omeopata – www.omeopeta.org

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