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UNA BANCA DATI DELLE PERSONE SCOMPARSE

E DEI CADAVERI NON IDENTIFICATI.
 LA PRIMA IN EUROPA  

   

MILANO. Nel 2010 è stata istituita nel nostro Paese una banca dati del Ministero dell’Interno per le persone scomparse o sconosciute. Si tratta del primo esempio in Europa. Un traguardo importante, raggiunto dopo anni di pressioni da parte di enti, quali l’Università degli Studi di Milano (attraverso il Labanof-laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense) e di associazioni come Penelope. La drammatica situazione antecedente l’istituzione della banca dati era stata illustrata, nel marzo 2009, durante un convegno promosso dal Comune a cui era intervenuto l’assessore ai Servizi civici Stefano Pillitteri che aveva chiesto con forza la creazione dell’archivio in tempi strettissimi. Nel 2010 sono state definite le schede “ante e post mortem” che, opportunamente compilate e inserite nel sistema di registrazione dati, aiuteranno nel processo di identificazione dei cadaveri sconosciuti. Ora la banca dati esiste. Nel nostro Paese sono circa 800 i cadaveri non identificati giacenti presso gli Istituti di Medicina Legale e gli obitori e sono ancora molti i corpi che vengono sepolti con una lapide “uomo/donna sconosciuto-a”. Restano tuttavia da superare alcuni ostacoli organizzativi che limitano ancora la fase identificativa. È necessario intervenire anche sul fronte della formazione di chi deve studiare i cadaveri sconosciuti e di chi deve raccogliere i dati relativi alle persone scomparse per evitare che si verifichino dannosi e dolorosi errori. “Grazie all’istituzione di una banca dati nazionale dei corpi non identificati, l´accertamento dell´identità diviene un´operazione assai meno complessa – ha detto l’assessore Pillitteri -. Il fenomeno degli scomparsi ha sempre avuto una certa rilevanza registrando, negli ultimi anni, un´allarmante impennata. Un dramma per centinaia di famiglie che, da oggi, può essere affrontato con uno strumento e una metodologia finalmente adeguati alle dimensioni del problema”. “Avvalendoci della presenza nella nostra città di un Istituto di Medicina Legale di eccellenza – ha spiegato il Presidente dell’Associazione Penelope- Regione Lombardia Gabriele Schiavini – è stata possibile l’identificazione di diversi cadaveri e abbiamo gettato le basi per la creazione delle banche dati dei cadaveri non identificati. Ora però occorre completare il percorso rendendole funzionanti, superando alcuni limiti di carattere organizzativo attualmente presenti nello scenario identificativo”. “Il primo grande passo è stato fatto da tutti noi e dal Ministero dell´Interno – ha aggiunto Cristina Cattaneo, direttrice del Labanof -. Ora bisogna che tutti si rimbocchino le maniche per lavorare affinché la banca si perfezioni e funzioni. Per prima cosa bisogna coordinarsi tra medici legali. La medicina legale (che rappresento anche a livello nazionale come responsabile e delegato della Simla – Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni – per i cadaveri sconosciuti) dovrà avere un ruolo cardine nella gestione dei cadaveri senza identità garantendo personale altamente specializzato e in strettissima collaborazione con le Procure, con i Comuni e con le Forze dell´Ordine. E´ una strada in salita – ha concluso Cattaneo – ma che può essere battuta nella consapevolezza che siamo i primi in Europa a percorrerla” 

 
 
 
 
Fonte.LaRedazione

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