HABEMUS PAPAM A CHIEUTI (FOGGIA) – Festa di San Giorgio con supplizio di buoi … Ovvero quando la religione è solo superstizione e crudeltà!
“La religione che va contro la vita non è religione.. è turpe crudeltà” (Saul Arpino)
Domenica 17 aprile 2011 sono andato al cinema.. Che notizia è questa? Potreste chiedervi e giustamente… Sì la chiesa ormai è completamente avulsa dal contesto della società moderna, vive in un suo mondo archetipale obsoleto e privo di ogni connessione con la vita… Ed in questo film non si tratta di aspettare i cosacchi che vengono ad abbeverare i loro cavalli a piazza San Pietro.. No, lo sgretolamento della chiesa avviene al suo interno per la presa di coscienza di un papa, l’ultimo ipotetico papa, che si rende conto della impossibilità di proseguire la sua missione apostolica in modo credibile e genuino. Il neo eletto papa, Michel Piccoli, nel film di Nanni Moretti, sente il bisogno di riscoprire la vita reale, quella del popolo oltre le mura vaticane, interrogandosi sul valore residuo della sua stessa religione. Una religione che non tiene alcun conto della morale, dell’etica, della solidarietà, della capacità di rapportarsi umanamente con i propri simili.. una religione che è rimasta simulacro.. come direbbe Gesù.. una religione dei sepolcri imbiancati. Una religione che vive di rendita Ior e che si accontenta del folckore e della credulità popolare per continuare a mantenere la sua struttura gerarchica. Il film dovrebbe intitolarsi “Habemus anti-papam”.. ma per evitare scontri diretti… si chiama “Habemus papam”.. l’ultimo papa.. il più saggio di tutti i papi.. un papa/uomo! Nell’attesa che l’evocazione Morettiana si avveri… inserisco qui di seguito l’ennesimo esempio di come la religione sia diventata insensibile alla vita. Ancora una volta si tratta di persecuzione verso le creature più deboli ed indifese: gli animali. Che vengono utilizzati per santificare la gloria del “signore”, in scala di potere.
Il fatto è che sono andato ad assistere ad un film molto particolare che pone seri dubbi, sia pur con allegra ironia, sulla possibilità che la chiesa cattolica possa continuare ad esistere come istituzione religiosa e morale.