La bellezza di Jacqueline Sassard, il volto imbronciato di Anna Magnani, passando per la simpatia di Franca Valeri, e poi ancora le indimenticabili Anna Karina, Silvana Mangano, Elsa Morante fino allo sguardo ipnotico di Maria Callas, di cui ricorrono i 100 anni dalla nascita. Sono solo alcune delle donne del cinema e dell’arte protagoniste della mostra collettiva “Sane come il pane” curata da Giada De Martino, in collaborazione con la Cineteca Bologna, visibile fino al 24 agosto presso la Torre aiutante del Castello di Carlo V, a Crotone. La mostra rientra tra gli eventi collaterali del Calabria Movie Film Festival, in programma dal 17 al 20 agosto.
Il titolo “Sane come il pane” è un rimando all’opera dell’artista femminista Ketty La Rocca, intitolata appunto, Sana come il pane quotidiano del 1965.
Attraverso un unicum narrativo che comprende una sezione documentaria di venti fotografie che ritraggono i volti di attrici – e non solo – iconiche della storia del cinema, e l’installazione audiovisiva del documentario versione integrale La canta delle marane (1965) regia di Cecilia Mangini – considerata prima donna documentarista in Italia – con testi di Pier Paolo Pasolini, Sane come il pane intende restituire un ritratto collettivo di alcune delle personalità che hanno influenzato e contribuito a scrivere parte della storia del cinema in Italia. Artefici, spesso non consapevoli, di immaginari senza fine.
La mostra intende porre lo sguardo sul rapporto e sul ruolo che la donna ha avuto all’interno del contesto artistico e socioculturale, mettendo in dialogo il medium fotografico e le donne nel cinema. Il desiderio è quello di ripercorre l’esperienza artistica delle donne, spesso rimaste ai margini della memoria nella storia delle arti in generale; così poche nei musei, nella saggistica negli archivi. Cercando di spogliare quegli stereotipi che ancora oggi si legano alla tematica del femminile e provando a raccontare, in piccola parte, un percorso lungo e complesso scoppiato negli anni Settanta e che è arrivato fino ai giorni nostri.
Dichiara la curatrice Giada De Martino: “Sane come il pane, è una mostra apparentemente di immediata intelligibilità: dei ritratti di donne che hanno caratterizzato e scritto parte della storia culturale dell’Italia e non solo. In realtà, va ben oltre i ritratti che la compongono e ci invita a cogliere la complessità da cui è pervasa. Complessità che si esprime anzitutto pensando allo spazio in cui è stata allestita. Dal punto di vista semiotico, la piantina della Torre Aiutante potrebbe ricordare l’immagine di un utero e, per certi versi, la Torre si potrebbe definire come la parte femminile del Castello. Ci sono molti rimandi e salti temporali resi possibili anche dal valore dell’archivio come medium mnestico, poiché citando Susan Sontag «una fotografia è solo un frammento e, con il trascorrere del tempo, i suoi ormeggi si staccano; va allora alla deriva in un dolce e astratto passato, aperta ad ogni sorta di lettura o di accompagnamento con altre fotografie». Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf, ha rappresentato un punto fondamentale per la struttura narrativa ed evocativa della mostra. La necessità di dare, ma anche di far occupare a queste donne delle stanze tutte per sé, per restituire un ritratto unico, collettivo, una sorta di manifesto in cui ogni ritratto è una sineddoche. L’installazione attraverso cui viene proiettato La canta delle marane di Cecilia Mangini è la figura centrale di Sane come il pane. È una stanza nella stanza, un cubo sospeso che ricorda il talamo nuziale. Un talamo destrutturato, leggero, sospeso appunto, in cui si può entrare e cambiare il proprio punto di vista. La proiezione del documentario della Mangini è una sorta di paradosso, dal momento che non vi è rappresentata alcuna donna, perché per parlare di donne si deve anche parlare di uomini. Ma gli uomini della Mangini non sono ancora uomini, sono ragazzi giovani, in quell’età in cui non si è ancora definiti, in cui si è quasi degli ermafroditi, un attimo prima di essere divisi dal pensiero che governa la società, dal mondo adulto”.
Info: “Sane come il pane” sarà visitabile presso la Torre aiutante del Castello di Carlo V fino al 24 agosto con i seguenti orari: martedì, giovedì e venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 20. L’ingresso è possibile sottoscrivendo la tessera associativa (5€).
L’iniziativa è prodotta dall’associazione Calabria Movie, con il contributo della Calabria Film Commission attraverso l’Avviso pubblico per il sostegno alla realizzazione di festival e rassegne cinematografiche e audiovisive in Calabria 2023 e dal Comune di Crotone.