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Re Della Terra Selvaggia 24

Paesaggi che cambiano

rassegna cinematografica dedicata ad Andrea Zanzotto (1921-2011)

mercoledì 6 aprile alle ore 21, proiezione del film Re della terra selvaggia di Benh Zeitlin

Con la proiezione del film Re della terra selvaggia di Benh Zeitlin (usa, 2012, durata 92’) si conclude, mercoledì 6 aprile 2016, negli spazi Bomben di Treviso, la rassegna cinematografica Paesaggi che cambiano, organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e dedicata al tema del bosco e della foresta.

Beasts of the Southern Wild (titolo originale), opera prima (girata inizialmente in 16 mm) del trentenne regista di New York tratta da un dramma di Lucy Alibar, è stata presentata a Cannes, dove ha vinto la Caméra d’or, ed è stata selezionata per gli Oscar nel 2013. Conserva tutta la sua dirompente originalità e il potere di ammaliare e, un po’, di respingere per l’ambientazione realista (le paludi e le foreste pluviali attorno a New Orleans all’epoca del dopo-uragano Katryna) e per la reinvenzione fantastica, tra fiaba e utopia, memoria del racconto biblico del diluvio, timore della catastrofe climatica prossima ventura e immaginario cinematografico. Ma la vera travolgente novità è lo sguardo riportato ad altezza di bambino, la bambina Hushpuppy (la candidata all’Oscar a 9 anni Quvenzhané Wallis), a confermare l’intuizione di Elsa Morante che il mondo sarà salvato (forse) dai ragazzini.

Le cose belle sono sparite?

Estratto di un testo tratto da Armando Maggi, Preserving the Spell. Basile’s “The Tale of Tales”

and Its Afterlife in the Fairy-Tale Tradition, Chicago and London, The University of Chicago Press, 2015, pp. 401: cap. 12, “Everything Beautiful Is Gone”: Beasts of the Southern Wild and a New Beginning (trad. Luciano Morbiato).

La prima e durevole impressione che Beasts of the Southern Wild (Re della terra selvaggia, 2012) comunica allo spettatore è quella di assistere a qualcosa di decisamente nuovo e inaspettato, come se questo film a basso costo fosse la prima fiaba mai raccontata, precedente tutti i racconti classici della tradizione occidentale, come se questo film avesse scoperto una nuova ed eterna eroina, la bambina di nome Hushpuppy che, secondo le sue stesse parole, c’era una volta e «viveva col suo papà in un posto chiamato the Bathtub (la “Vasca-da-bagno”)». Abbiamo imparato da tempo ad associare tutte le forme di narrazione fiabesca con una serie di motivi e allusioni collegate ad alcuni tipi ormai classici, così che la sola libertà rimastaci è quella della parodia, ma Beasts of the Southern Wild fa piazza pulita e racconta una storia così affascinante e con uno stile nuovo e fresco da lasciarci senza parole, proprio come dovrebbero fare le fiabe.

Prima di tutto, questo non è un cartone animato nella tradizione di Walt Disney e dei suoi numerosi seguaci. Ambientato nei bayou della Louisiana [americanismo (1710-20), dal francese della Louisiana, ma derivato dalla lingua nativa choctaw: “bayuk” è il fiume che forma una parte del delta], Beasts of the Southern Wild sembra un documentario girato subito prima e subito dopo il devastante uragano Katrina; può anche essere paragonato a un particolare reality televisivo che, centrato su un afro-americano povero e la sua figlioletta, mostra una appartata comunità di reietti e ubriaconi. Il film è tratto liberamente dal dramma Juicy and Delicious [“Sugoso o piccante e delizioso”] di Lucy Alibar, che ha firmato la sceneggiatura col regista Benh Zeitlin: una bambina e suo padre vivono in una capanna galleggiante su due barili di petrolio vuoti in compagnia di galline, cani, uccelli e altri animali che stanno sotto o intorno alla capanna. La cruda realtà che viene ripresa dal film sembra ignorare le regole ambientali seguite nel genere fiabesco, così come gli stessi personaggi poveri e marginalizzati e la natura selvaggia nella quale sopravvivono sono decisamente impoetici: manca loro la nobile “magia” di tante classiche fiabe riprese di recente. Oltretutto, uomini e donne del bayou si esprimono in un inglese elementare e sguaiato tipico della zona, che ci ricorda proprio la rozzezza colloquiale dei racconti di Basile, con i loro disgraziati personaggi in balìa di un destino impenetrabile. Come nel capolavoro di Basile, Beasts of the Southern Wild sostiene che la realtà è più ostile e minacciosa di qualunque magia. La nostra ipotesi è che, come il seicentesco Cunto de li cunti, nel ventunesimo secolo Beasts of the Southern Wild segni un nuovo approccio alla narrazione popolare.

La rassegna Paesaggi che cambiano è un’iniziativa della Fondazione Benetton Studi Ricerche,

a cura di Luciano Morbiato con la collaborazione di Simonetta Zanon.

Auditorium spazi Bomben, via Cornarotta 7, Treviso.

Ingresso unico 4 euro.

Scheda informativa consultabile nel sito: www.fbsr.it

Per le scuole secondarie di secondo grado è possibile riservare i posti per un’intera classe o per gruppi di studenti (ingresso 4 euro). Per informazioni e prenotazioni: perlascuola@fbsr.it

Per informazioni:

Fondazione Benetton Studi Ricerche, tel. 04225121, fbsr@fbsr.it, www.fbsr.it

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