Ballister2
Ballister2

CSAC–UNIVERSITA’

DEGLI STUDI DI PARMA

IL CINEMA NEL GRANDE CARTELLONISMO

 DI ANSELMO BALLESTER

Fiere di Parma – Padiglione Principale

Mercanteinfiera Primavera 2012

Dal 3 marzo 2012 al 11marzo 2012

Orario 10.00-19.99

 

Info. Tel..0521.033652

 

 

PARMA_ In occasione della manifestazione Mercanteinfiera Primavera che si tiene dal 3 all’11 marzo 2012 presso le Fiere di Parma, il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma presenta una esposizione, intitolata Il cinema nel grande cartellonismo di Anselmo Ballester interamente dedicata alle opere di questo famoso autore (!868-1974). Le opere esposte sono parte del fondo omonimo conservato nella Sezione Media del CSAC che consta di 2.217 opere tra bozzetti, schizzi e manifesti cinematografici che datano dagli anni Dieci alla fine degli anni Cinquanta del Novecento; a questi si aggiunge un cospicuo gruppo di schizzi e bozzetti pubblicitari che fanno della raccolta di opere di Ballester al CSAC , la più importante collezione italiana dell’autore. Le opere sono state in parte donate al CSAC dalla figlia Liliana assieme alla sorella Gloria,  1980 e, successivamente, nel 1982. In seguito il CSAC a completamento dell’archivio già consistente, ha acquistato un nucleo di 176 pezzi originali tra schizzi, bozzetti, manifesti e locandine. Il Fondo Ballester è stato già studiato, schedato interamente e pubblicato in gran parte sul catalogo della mostra del 1981, Anselmo Ballester. Le origini del manifesto cinematografico, con testi di A.C.Quintavalle, R.Campari, F.Montini e M.Verdone, allestita nel Salone delle Scuderie in Pilotta e curata da Arturo Carlo Quintavalle, fondatore ed allora Direttore del Centro. L’archivio Ballester è oggi consultabile presso il Centro stesso nell’Abbazia di Paradigna, da studiosi, studenti e ricercatori per studio (mostre, ricerche e tesi di laurea) o per esposizioni e pubblicazioni.

La rassegna allestita nel Padiglione Centrale delle Fiere, presenta 42 bozzetti a tempera di grandi dimensioni per manifesti cinematografici relativi a film della fine anni degli Trenta, Quaranta e Cinquanta del secolo scorso: da Nina Petrovna (1937) con l’ attrice Isa Miranda a Bellezze in cielo (1947) con Rita Haywort ; da .. e la vita continua.(1950) con Clodette Colbert a Gli orgogliosi (1953) con Michèle Morgan; da l’ Ape regina (1956) con Joan Crowford a Mia nonna poliziotto (1958) con Tina Pica. Questi bozzetti, preparatori per i manifesti cinematografici, ci restituiscono uno spaccato di grande interesse sul cinema degli anni Quaranta e Cinquanta, attraverso la rappresentazione grafica della attrice/diva: protagonista assoluta del manifesto di Ballester, nonchè del cinema, sia italiano che americano di quei decenni.

Anselmo Ballester nasce come pittore seguendo le orme del padre Federico di origine spagnole; frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma, ma si dedica sin dagli esordi al manifesto cinematografico, lavorando per le più importanti Case di Produzione del cinema muto, italiane ed estere, negli anni in cui i cartellonisti in Italia erano davvero pochi; lavorano assieme a lui pittori come Alfredo Capitani e Luigi Martinati, che fondano negli anni Venti la B.C.M.; pittori di estrazione culturale molto diversa ma accomunati sia stilisticamente, pur conservando ognuno le proprie caratteristiche formali. La produzione di Ballester si intensifica poi nel secondo dopoguerra (periodo a cui appartengono per la gran parte i bozzetti esposti in mostra), distinguendosi in maniera netta dai colleghi della B.C.M.; il suo manifesto si fa più illustrativo, narra un racconto complesso, condensando in vari piani prospettici, gli aspetti narrativi salienti della storia, che attirano l’ attenzione dello spettatore sul protagonista, soprattutto femminile, del film, rendendo a livello grafico e compositivo l’ immagine della diva simile a una icona; Proprio grazie a questo rimando sottile alla cultura figurativa popolare, il messaggio che il manifesto veicola diventa facilmente e immediatamente leggibile dal fruitore che già dal manifesto diventa spettatore del film. Ballester lavora incessantemente, realizzando un gran numero di manifesti per il cinema e un numero molto consistente di bozzetti preparatori sino all’inizio degli anni Sessanta come ben documenta l’archivio conservato al CSAC. Quando, alla fine degli anni Cinquanta, il manifesto cinematografico, così come il cinema, sia italiano che americano, iniziano a mutare, a seguito dei nuovi movimenti culturali e artistici che caratterizzano quel decennio di rottura con la cultura precedente, Ballester abbandona l’attività di cartellonista e ritorna a quella di pittore e ritrattista. Ballester muore nel 1974 lasciando un vasto archivio che testimonia nella su complessità la cultura artistica e cinematografica della prima metà del Novecento, cultura popolare, perché particolarmente vicina alla gente attraverso il cinema,   ma non per questo meno raffinata e ricca di spunti ripresi consapevolmente dalla pittura cosiddetta “aulica”; Ballester nel manifesto riprende principalmente la stampa popolare ottocentesca, la grafica religiosa, la illustrazione, la cartolina, il manifesto politico, perché linguaggi più vicini al fruitore, ma anche, con sottili procedimenti di sintesi formale e di contenuto, i cartellonisti francesi, Cheret e Lautrec  ma anche Cassandre, gli espressionisti, Dix e Munch e persino i futuristi come   Balla fino al Novecento di Sironi.

 

         Simona Riva – CSAC

Articolo precedenteRAI2: TORNANO DAL 4 MARZO LE SERIE PIU’ AMATE
Articolo successivoPARMA. MERCANTE IN FIERA 2012 fino all’11 marzo 2012