di Jacques Cruasier
In altri tempi, il libro da pochissimo edito, Pompei, la Catastrofe (2014-2020 d. C.), l’avrebbero definito un pamphlet, uno di quei bellissimi libriccini satirici con il palese intento di denuncia di temi scottanti di una disarmante attualità. Oggi? La scrittura chiarissima, agile e coltissima di due noti studiosi del mondo antico, Helga di Giuseppe e Marco di Branco, (POMPEI LA CATASTROFE 2014-2020 d.C., ed. Scienze e Lettere, Roma 2022, pp. 206, Eu 12,00) trattiene gli occhi sui righi delle pagine che una dopo l’altra mettono a fuoco un modo talora distorto di fare archeologia, con incarichi ad personam in uno dei siti più visitati al mondo, qual è Pompei; la città vesuviana, dall’immaginario del Grand Tour non ha smesso di stupire generazioni di intellettuali, di semplici, di giovani che ne percorrono i decumani e i cardini, entrano in domus e si soffermano ai banchi delle botteghe o sbirciano negli edifici termali, nei templi e nel lupanare alla ricerca di identità stigmatizzate per sempre da una catastrofe immane: l’eruzione del 79 d. C.! Nell’agevole libro, si ripercorrono storie di “politiche archeologiche” dei tempi nostri, descrivendo in un modo assolutamente lapidario, l’ascesa ed il governo di personaggi assurti a detentori di certezze, con “una bibliografia della menzogna” che ha generato confusioni e fraintendimenti palesi; tutto architettato con maestria (?) o piuttosto con iperboliche ermetiche metodologie? Gli autori passano in rassegna, forti del loro magistero scrittorio e di una profonda conoscenza di “fatti” e misfatti pompeiani, iscrizioni ed epigrafi, volumi novelli e pubblicazioni recenti che di scientifico hanno forse solo l’autorevolezza dei loro illuminati autori. Superbi i paragrafi L’iscrizione che non data l’eruzione del Vesuvio e Sorpresa per il lettore dove un “vero e proprio falso storico viene ormai spacciato come reale scoperta della “propaganda archeologica”… fedelmente ripetuta dai giornali, guide agli scavi, programmi televisivi…”. Gustoso e satirico è il racconto di un ritrovamento “unico ed eccezionale” della raffigurazione pittorica di Leda e il cigno in una domus della Regio V, denominata “Casa di Leda”, come quello della Fattucchiera che ammalia o ancora Orione e il suo piccolo pene. Il racconto degli autori diventa sempre più denuncia con la veemenza dell’analisi di atti e procedure concorsuali tutti “all’italiana”, come avrebbe sostenuto un teutonico o un pignolo anglosassone per “trasformare l’accesso concorsuale al pubblico impiego in cooptazione”. Il pamphlet, da leggere con le pause della meditazione e quelle fisiologiche del respiro profondo, si conclude con “qualche auspicio: basta con le donne e con gli uomini che non studiano…Il mondo che uscirà dalla crisi epocale che ci attanaglia sia guidato da persone serie, competenti, rigorose. In ogni campo.”
Helga Di Giuseppe, Marco Di Branco, POMPEI
LA CATASTROFE (2014-2020 d.C.), ed Scienze e Lettere, Roma 2022,pp. 206, Eu 12,00