Premio Letterario EQUILIBRI a Roma “Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli” di Marco Termenana si classifica terzo
Non è mai troppo tardi per raccontare l’amore per un figlio.
Il libro Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli, firmato da Marco Termenana (pseudonimo), ha conquistato il terzo posto nella Sezione Romanzo del Premio Letterario “EQUILIBRI”. La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 24 maggio, nel pomeriggio, presso i Giardini del Torrione di Anguillara Sabazia, vicino al lago di Bracciano, in provincia di Roma. La suggestiva cornice naturale ha fatto da sfondo a un evento di grande valore culturale ed emotivo.
Le motivazioni della Giuria
Il riconoscimento al romanzo è stato accompagnato da parole toccanti da parte della Giuria: “Una dichiarazione d’amore. […] Un romanzo che muove pathos ed empatia. […]. Questo romanzo certifica, se ce ne fosse ancora bisogno, come a volte non si debba per forza avere un motivo per scrivere ma si debba farlo e basta. Perché non è mai troppo tardi per raccontare l’amore.”
Con queste motivazioni, è stato riconosciuto non solo il valore narrativo, ma anche la potenza emotiva di un’opera che nasce da una tragedia personale e che, attraverso la scrittura, diventa testimonianza e memoria.
Il Premio Letterario “EQUILIBRI”
Il concorso è nato nel 2018 da un’idea di Chiara Ricci, scrittrice e presidente dell’Associazione Culturale “Piazza Navona”, che ne è promotrice. Giunto alla settima edizione, il Premio “EQUILIBRI” si propone di valorizzare la qualità letteraria e di favorire l’equilibrio tra piccola, media e grande editoria. L’edizione di quest’anno ha ospitato sei sezioni, spaziando dal romanzo alla fiaba, confermando la sua apertura a una pluralità di generi e voci.
Un libro già pluripremiato
Il romanzo di Termenana, pubblicato nel luglio 2021, ha raggiunto con questo la 69ª premiazione a livello nazionale. Un risultato che testimonia la capacità dell’opera di toccare profondamente lettori e giurie in tutta Italia.
Nel novembre 2023, il libro è stato opzionato per una possibile trasposizione cinematografica da parte delle case di produzione Zoorama srl e Rio Film srl di Roma. La cerimonia di premiazione è stata l’occasione per un altro momento significativo: a ritirare il premio, infatti, è stata Sarah Panatta, sceneggiatrice coinvolta nel progetto, accompagnata da Roberto Gambacorta, amministratore di Rio Film.
L’autore e il suo percorso Premio Letterario EQUILIBRI
Marco Termenana ha scelto di scrivere sotto pseudonimo. Con il nome d’arte El Grinta, ha già pubblicato Giuseppe, un’opera che tratta lo stesso drammatico tema. La storia è quella del figlio Giuseppe, il primo dei suoi tre figli, che nel marzo del 2014, a Milano, si è tolto la vita lanciandosi dall’ottavo piano del palazzo dove viveva. Un gesto estremo che ha colpito profondamente la famiglia e ha trovato nella scrittura uno strumento per elaborare e comunicare il dolore.
L’opera è una testimonianza lucida e diretta, scritta da un padre che cerca di dare un senso alla tragedia. Giuseppe si sentiva intrappolato nel proprio corpo fin dall’adolescenza: il libro racconta anche la sua identità femminile, con il nome di Noemi, rendendo evidente la difficoltà di vivere un’identità di genere non riconosciuta. La tragedia è dunque anche quella dell’isolamento estremo, riconducibile al fenomeno noto con il termine giapponese hikikomori, che significa “stare in disparte”.
Le parole di Sarah Panatta
La sceneggiatrice Sarah Panatta ha sottolineato il valore dell’opera e dell’uomo che l’ha scritta: “Un libro necessario e dolorosamente vero. Un papà che diventa autore e attivista della cultura, instancabile. Accogliere questo premio facendo le veci di Marco Termenana, per me è un onore e un gesto dovuto. Importante per diffondere i messaggi fondamentali di quanto narrato: combattere per una società libera da stereotipi. Per i nostri figli e per una vera comunicazione tra generazioni.”
Le parole di Marco Termenana
Nel suo intervento, riportato per l’occasione, Marco Termenana ha espresso il suo vissuto con parole intense: “Non sono uno scrittore ma un papà che ha scritto solo per ritrovare Giuseppe, perché il dolore era (ed è) atroce, e non si sopravvive senza un adeguato meccanismo compensativo, che io ho trovato nella scrittura. La “fortuna”, in quest’immane tragedia, è che mi è sempre piaciuto scrivere.”