BERGAMO

MAGGIO ARCHEOLOGICO 2012

 30 maggio 2012 ore 21

 

Ragione e sentimento

tra legami affettivi e matrimoni combinati nell’antichità

 

Il Maggio Archeologico di quest’ anno intende esplorare il tema dei legami d’amore e dei matrimoni nel mondo antico. Le unioni matrimoniali sono sempre state la base dell’organizzazione sociale e per questo spesso motivate da esigenze di carattere comunitario come dimostrano molte evidenze archeologiche. Le fonti antiche, tuttavia, testimoniano anche l’esistenza di unioni sentimentali. Un viaggio attraverso la protostoria e il mondo greco e romano con molti riferimenti alla contemporaneità.

 

30 maggio ore 21 – Sala Curò, piazza Cittadella

Le “sorelle di Penelope” – Matrimoni combinati nella Protostoria

Stefania Casini (Direttrice del Civico Museo Archeologico di Bergamo) L’archeologia protostorica indaga quel periodo nel quale le usanze di una popolazione possono essere ricostruite prevalentemente attraverso i resti archeologici e solo indirettamente attraverso autori greci e latini che fanno riferimento a quella popolazione. Nell’età del Ferro, nell’Italia settentrionale, siamo a conoscenza del fatto che la struttura elementare della società è costituita dalla coppia sposata, un’unione che si perpetua spesso nel rituale funerario, attraverso la deposizione dei due defunti, anche in tempi diversi, nella stessa tomba. Tuttavia non sappiamo se fossero matrimoni combinati, come ancora oggi esistono in quasi tutte le società non occidentali, anche se questa pratica è rivelata da numerosi indizi. Dalla dispersione in Italia e in alcuni paesi d’Europa di ornamenti tipici delle donne della cultura di Golasecca, siamo in grado di affermare che, fin dall’VIII sec. a.C., donne di rango elevato venivano date in sposa a personaggi di spicco di gruppi che vivevano nei territori confinanti. Questa ricerca della consanguineità, che poteva realizzarsi solo attraverso il matrimonio, non era fine a se stessa, ma sigillava patti di alleanze e, soprattutto, era la chiave che permetteva l’apertura di nuovi mercati. Contemporaneamente, fin dall’VIII sec. a.C., nella cultura di Golasecca cominciano a comparire nelle tombe maschili preziosi materiali di origine mediterranea o centro-europea. Per poter contrarre matrimonio, infatti, era necessario offrire dei doni, chiamati hedna (doni matrimoniali), che andavano a compensare all’interno della famiglia il vuoto lasciato dalle figlie date in sposa all’esterno. Matrimoni combinati, dunque, la rottura dei quali poteva significare rottura dei patti, interruzione dei commerci e anche guerra. Una grande responsabilità per le donne offerte in sposa agli stranieri… 

Al termine della conferenza:

Scene da Monsoon Wedding di Mira Nair (2001) a cura di Lab80

A cura: Civico Museo Archeologico di Bergamo

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