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Venerdì 25 febbraio 2011

Spazio Sirin – Via Vela 15 Milano – ore 21

 ingresso libero

I linguaggi della poesia
 
Questa serata vuole rendere visibile l’incontro tra il linguaggio poetico, il linguaggio fotografico e quello teatrale, dove l’evocazione poetica resta il comune denominatore. Gianfranco Mura, fotografo, ha tessuto una delicata trama tra poeta e poesia Enya Idda,Chiara Casorati e Daniele Trupia hanno interpretato la lettura poetica in linguaggio teatrale sul tracciato dei testi di Jolanda Insana. Lo spazio Sirin ospita quindi una mostra fotografica, il libro scaturito da questo prezioso progetto e un breve intervento teatrale.

LA PAROLA IL RITRATTO

(un libro una mostra)
 
Il volume “la parola il ritratto” come luogo di incontro di 46 poeti italiani, incontro tra testo poetico e ritratto fotografico. I poeti presenti nell’antologia hanno accolto il doppio invito del fotografo Gianfranco Mura di mostrare il proprio volto e di accostare all’immagine una poesia. Il risultato è un accoppiamento prezioso, un dialogo, un ritratto raro. Non semplicemente un doppio ritratto, bensì una risonanza di intensità tra scrittura e immagine. La posa scelta dal fotografo è significativamente quella de piano ravvicinato su sfondo nero, secondo una cornice che si ripete a ogni immagine e che concentra l’attenzione sul volto e sull’espressione.
 
Gianfranco Mura 
 
presenta
Quando si racconta è niente
 
Spettacolo di Enya Idda
Con Chiara Casorati e Daniele Trupia
Musica di Fabio Malizia
Libera interpretazione dei testi poetici di Iolanda Insana
 
Il linguaggio poetico non permette una sola lettura, le suggestioni presenti nel registro linguistico sono qui interpretate in immagini e frammenti di narrazione fino alla dissipazione del linguaggio stesso. L’associazione metaforica mette in luce il titolo  dell’elaborato teatrale, la poesia è scritta , qualcun’altro la legge, qualcuno la ascolta producendo immagini e poi se ne appropria, esattamente come fa un attore, così scoprendo sempre più il gioco della finzione del teatro, della rappresentazione, svelando i trucchi, restano solo le emozioni di due attori che , come realmente accade nella costruzione di un atto scenico ripetono e ripetono e ripetono la stessa scena. La performance è scandita in tre atti brevi dove via via alcuni elementi  spariscono e altri si aggiungono.  Il testo poetico  non è soggetto alla struttura narrativa che presuppone l’esistenza del tempo, è un sistema in cui il tempo è compresente, e ad ogni lettura alla pari di un quadro o di un opera di arte visiva svela ciò che il lettore vuole vedere. Per questo non è necessario ricercare un messaggio specifico, per questo abbiamo rivolto molta cura nel cercare di presentare uno stato ambiguo in cui ogni spettatore troverà il suo sguardo aldilà dei testi aldilà della regia aldilà degli attori. Sottraendo la parola resta solo l’emozione, la musica. perché “quando si racconta è niente”.



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