Mercato idrosanitario, rilancio possibile col Piano Casa
In base ai dati Cresme e Angasia redditi lordi positivi a partire dal 2013, ripresa più veloce con le misure straordinarie
ROMA: Il Piano Casa spiegherà i suoi effetti positivi sul settore idrotermosanitario entro il 2013. Lo afferma il rapporto semestrale presentato da MCE, Mostra Convegno Expocomfort, sulla base dei dati forniti da Cresme, Centro ricerche economiche sociologiche e di mercato per l’edilizia e il territorio, e Angasia, Associazione nazionale commercianti articoli idrosanitari climatizzazione pavimenti rivestimenti arredo bagno.
Il Cresme ha prospettato tre possibili scenari con percentuali di adesione da parte dei proprietari di abitazioni mono e bifamiliari del 12%, 10% e 6%.
Angasia ha scelto lo scenario peggiore, motivato dalla scarsa fiducia dei consumatori, dalla mancanza di liquidità e dalla difficoltà di accesso al credito generata dalla crisi economica in atto.
Se il 6% degli aventi diritto investisse per l’ampliamento della propria abitazione il fatturato del settore costruzioni aumenterebbe di 31,3 miliardi di euro in tre o quattro anni.
Partendo da questo presupposto Angasia ha ricavato la possibile crescita del comparto idrotermosanitario.
Tra il 2008 e il 2010, senza l’impatto delle misure per il rilancio dell’edilizia, si stima una riduzione del 12,05%. Nel caso in cui si registrino invece i primi effetti delle misure anticrisi, nel 2010 si potrebbe passare da una riduzione dello 0,27% a una crescita dell’1,46%. Un cambiamento che potrebbe essere interpretato come lieve segnale di ripresa.
Nel 2011 si potrebbe assistere ad una crescita dell’1,72% in assenza di interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione con aumento volumetrico. Grazie al Piano Casa la ripresa potrebbe invece raggiungere il 5,71%.
Situazione analoga nel 2012, con una ripresa del 2,63% senza misure straordinarie anticongiunturali e dell’8,28% grazie alla domanda generata dagli interventi di ampliamento.
Gli effetti della crisi potrebbero sentirsi ancora per qualche anno, mentre i primi segnali arriveranno dal 2013, quando le imprese registreranno redditi lordi positivi. In caso contrario le aziende dovrebbero operare una ristrutturazione aziendale effettuando tagli ai posti di lavoro. Con una conseguente perdita di efficienza.