FAREAMBIENTE
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Vincenzo Pepe (Fareambiente)

“La Blue Economy è un modello di sviluppo economico e sociale che si propone come evoluzione della Green Economy. L’ambiente per noi è equilibrio, qualità della vita, valore e quindi identità, valorizzare questo modello significa guardare ad un modello di economia circolare”. Lo ha dichiarato Vincenzo Pepe, Presidente di Fareambiente, introducendo il convegno Economia Circolare e Blue Economy, in collaborazione con Enel. “La transizione verso l’economia circolare – ha spiegato Pepe – include innanzitutto la cultura, uno stile di vita, un modello di sviluppo sostenibileLa B.E. basa i suoi principi guida sull’imitazione strutturale degli ecosistemi naturali, imitandone i processi di rinnovo, biodegradabilità, rispetto delle leggi fisiche e assenza di tutto quello che può essere controproducente agli esseri umani e allo stesso pianeta. Non prevede quindi un aumento degli investimenti a tutela dell’ambiente, ma incoraggia all’utilizzo di tecnologie nuove che, grazie alla ricerca scientifica, ridurrebbero i costi di produzione in ogni settore pur nel totale rispetto dell’ambiente. Per favorire lo sviluppo sostenibile occorre incoraggiare le nostre aziende con nuove risorse che favoriscano la transizione verso l’economia circolare, detassare le imprese che mirano a realizzare la blue economy, semplificare le procedure per le imprese che scelgono green, ma soprattutto introdurre l’educazione ambientale in tutte le scuole d’Europa e formare le professioni.

“La transizione ecologica nei prossimi anni mobiliterà mille miliardi di investimenti” ricorda il Dott. Pier Paolo Bombardieri, Segretario Generale UIL. “Noi rivendichiamo un cambiamento del modello di sviluppo per il nostro Paese e per questo speriamo che da oggi, nel confronto con il governo, la realizzazione della blue economy diventi punto strategico”. Dello stesso parere anche l’on. Vannia Gava“Dobbiamo andare verso un modello di sviluppo che garantisca il diritto all’ambiente, ma quest’ultimo deve assolutamente andare d’accordo con lo sviluppo economico del Paese. Come mandare avanti allora questo binomio economia-ambiente? Con la tecnologia che possiamo mettere a frutto. Sul tema rifiuti – ad esempio – abbiamo un Italia a due velocità. L’economia circolare è raccolta differenziata, ma anche riutilizzo della parte non differenziabile di termovalorizzatori che vanno garantiscono energia e riscaldamento. Il rifiuto per queste regioni più virtuose, che oggi ne fanno utilizzo, non è un problema ma risorsa. Economia circolare può essere anche la mobilità promuovendo l’impiego dell’auto elettrica. La politica deve essere vicina agli imprenditori non con la repressione ma con la collaborazione”. “L’economia circolare – afferma l’on. Cinzia Bonfrisco – non è solo un volano, è l’economia di domani e noi dobbiamo arrivare puntuali a questo appuntamento. Noi più di tutti possiamo giocarci questa carta non solo perchè abbiamo un territorio unico al mondo, in grado di attrarre turismo, ma perchè possiamo dimostrare – meglio di altri – come la cura del territorio, la tutela, la difesa e la manutenzione del nostro territorio convivano perfettamente con un sistema industriale piccolo. Dobbiamo soltanto avere il coraggio di dire che questa è l’economia che serve a noi”. Secondo il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli “è necessario da parte del sistema Italia comprendere le caratteristiche fondamentali compatibili con la nostra identità e andare a far valere queste attitudini nei contesti internazionali, per non subire le scelte che vengono dall’Europa. “Nel recovery fund infatti – ribadisce l’on. Cosimo Ferri – il tema ambiente è centrale perchè il 38% delle risorse che arriveranno dall’Europa sarà gestito dal ministero dell’Ambiente. La politica deve essere bipartisan e dettare delle linee guida per aiutare regioni e comuni”. In rappresentanza di Enel è poi intervenuto l’ing. Luca Meini, Responsabile globale Economia Circolare Enel: “L’economia circolare, su cui il Gruppo Enel è impegnato da anni, è una leva per ripensare i nostri business non solo in termini di sostenibilità ma anche di competitività. Lo stiamo facendo, con un costante focus sull’innovazione, lungo tutta la catena del valore. Stiamo collaborando con i nostri fornitori a livello globale per rendere sempre più circolari le nostre filiere di approvvigionamento, ridisegnando i nostri asset e prodotti secondo i criteri dell’economia circolare e supportando anche i nostri clienti nella loro transizione con prodotti e servizi e report dedicati”.”Alla luce degli interventi odierni – ha detto in conclusione il prof. Vincenzo Pepe – stileremo un documento di proposte e lo consegneremo ai partiti politici per una programmazione green del recovery fund.

Al convegno, tenutosi online sulla piattaforma Meet hanno preso parte inoltre il Prof. Gianfranco Totani, Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile – Architettura, Ambientale dell’Università dell’Aquila, la Dott.ssa Alessia Iscaro, Quality Sistem Manager e Recycling Project Manager di Saint – Gobain Italia e il presidente dell’Assorimap, Walter Regis. Ha moderato Vittoriana Abate, giornalista Rai – “Porta a Porta”.

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