Una delle ragioni fondamentali per cui la crisi economica sta così fortemente danneggiando alcune categorie è che i consumatori sono molto più attenti di prima a come spendono i loro soldi. Alcune statistiche dimostrano che l’80% dei consumatori prima di acquistare un prodotto naviga online alla ricerca di portali web dove trovare prezzi più vantaggiosi. Solitamente i prezzi esposti sul web sono scontati e molto competitivi: chiaramente, rispetto al web, vi sono diversi fattori che portano gli shop a offrire merci a prezzi differenti, tra cui i più alti costi di gestione (ad esempio per il il personale). Lo stesso problema sta colpendo anche chi offre servizi, seppure in forma diversa. Alcune aziende, finanziate allo scopo di sostenere importanti manovre di marketing e comunicazione, stanno conquistando quote di mercato a scapito di singoli professionisti che non hanno la forza economica per farsi conoscere e attrarre nuovi clienti. Che fare quindi? Bisogna imparare a sfruttare i buoni effetti della globalizzazione e imparare a comunicarci in lingue diverse dalla nostra. D’altra parte in un mondo che conta circa 3,5 miliardi di persone connesse al web sono meno di 100mila quelle che parlano italiano o che usano la lingua italiana per fare delle ricerche.
Purtroppo sono pochissimi i siti internet italiani che sono sviluppati e adattati culturalmente in più lingue, a dirla tutta, meno del 5%. È decisamente troppo poco viste le potenzialità dello strumento Internet e visti i costi molto contenuti rispetto ad aprire veri e propri negozi all’estero.
Siamo certamente un Paese molto ammirato nel mondo per la qualità e il gusto dei nostri prodotti ma è certo che se non li facciamo conoscere con manovre di comunicazione e marketing in lingue diverse, il nostro potenziale di vendita sarà sempre terribilmente limitato. Alcuni dei miei clienti, soprattutto quelli che vendono servizi, mi hanno fatto notare che il loro business è limitato all’area geografica nella quale operano e non sentono il bisogno di comunicare in lingue diverse… Ma guardiamo insieme i numeri: in una società multi-etnica come la nostra dove, solo nel Comune di Milano il 20% dei residenti sono stranieri, sarebbe opportuno imparare a comunicarci in più lingue e sfruttare le comunità meglio rappresentate. Tanto per fare un esempio, se voi foste uno straniero a Milano preferireste affidarvi ad un professionista qualsiasi o ad uno che si è attrezzato con una segretaria che parla la lingua nativa dello straniero?
Abbiamo a disposizione un numero molto alto di stranieri in Italia, cosa ci impedisce di assumerli nelle nostre imprese e renderci in grado di comunicare correttamente con i loro paesi d’origine per fare conoscere i nostri prodotti e servizi?
A mio modesto parere solo quando ci sapremo comunicare correttamente al mondo potremo avere la speranza di uscire definitivamente dalla “crisi”.
Luca Toffoloni
General Manager
Blue Ocarina® S.r.l.
Milano, Via F.lli Bronzetti 11