di Antonello Martinez *
Nei nostri incontri di lavoro per contratti internazionali allorquando, per conto dei nostri Clienti, ci confrontiamo con studi segali di altri Paesi il senior è sempre accompagnato da ragazzi con un età che parte dai 24 anni che, si badi bene, non sono stagisti o praticanti, ma avvocati che, pur giovanissimi, hanno già l’assoluto riconoscimento del titolo mentre i nostri ragazzi sono ancora all’università. Ci sarebbe da chiedersi se i nostri giovani siano scarsi o più lenti nell’apprendimento ma non è niente di tutto questo… anzi. Io sono certo e non lo affermo per il dilagante nazionalismo che mi pervade, che gli avvocati italiani mediamente siano i più bravi al mondo. La verità è che il nostro sistema scolastico prima dell’inserimento nel mondo della professione ruba ai nostri giovani non meno di 3 anni nei confronti, per esempio, degli inglesi e americani (che poi sono i sistemi di studio più diffusi al mondo). (che poi sono i sistemi di studio più diffusi al mondo). Basti pensare che, pur schematicamente e sintetizzando al massimo, i ragazzi USA e UK hanno un corso di studi che dalle elementari al titolo di avvocato necessita di 18 anni. In particolare prendiamo l’esempio degli Stati Uniti laddove il percorso è il seguente:
- Elementary school
- Middle school
- High School (Liceo/scuola superiore italiana): 4 anni
- College: 4 anni e si tratta di una laurea generica dove nell’ambito del ciclo di studi lo studente dichiara la propria Major (ad es. Legge) e solo alla fine dell’ultimo anno lo studente ottiene la laurea (Bachelor’s Degree) nella materia in cui hanno dichiarato la major (se in legge si parla di LLB).
- Graduate school / Law school: dopo i 4 anni di college (laurea undergraduate) è possibile fare domanda ad una delle prestigiose law school americane (la cosiddetta Graduate school) e si sceglie la materia di specializzazione, quale ad esempio legge.
La law school dura in genere 3 anni (JD – juris doctor) - Master of Laws (eventuale): dopo i 3 anni in law school; dura 1 o 2 anni (LLM)
- Dottorato (eventuale): almeno 3 anni (PhD)
I nostri ragazzi invece, prima di conseguire il titolo di Avvocato, devono operare un percorso non inferiore ai 20/21 anni di cui 5 di Elementari, 3 di Medie, 5 di Superiori, 5 di Università e, dulcis in fundo, 2 anni di praticantato con l’esame di Stato che si tiene una sola volta all’anno con la conseguenza che, a secondo del mese in cui uno si laurea perde tranquillamente un ulteriore anno. Se in più vogliamo parlare dello scempio del c.d. esame da Avvocato si toccano i vertici assoluti del paradosso; l’università ti fornisce la “patente” teorica, quindi, finalmente, una volta laureato fai 2/3 anni di pratica e poi l’esame che, naturalmente, in realtà di riscontro alla pratica non ha niente e torna ad essere pura teoria!!! A metà dicembre si sostengono tre scritti dove di pratico c’è poco o niente. Gli esiti degli scritti si vengono a conoscere mediamente a metà giugno e dopo qualche tempo si conoscono le date degli orali che iniziano, per estrazione di lettera, a metà settembre. I candidati vengono interrogati in cinque materie oltre alla cenerentola che è la deontologia professionale mentre, a mio avviso, dovrebbe essere una delle materie cardine! A molti ragazzi capita di essere interrogati a dicembre e quindi sono costretti a riscriversi anche agli scritti perché, paradosso dei paradossi, se passi lo scritto ma non passi l’orale devi ridare anche lo scritto perdendo un intero anno! Si tenga presente che è un esame di Stato e non un concorso pubblico e che i medici, che non hanno i tre gradi di giudizio per rimediare a qualche errore, danno l’esame di Stato pochi mesi dopo la laurea, con esito sempre positivo. Molti sostengono che la difficoltà dell’esame di Stato sia un giusto sistema per limitare l’accesso alla professione avendo una media di bocciature di candidati spesso del 50%. Niente di più inutile! La migliore selezione per la professione è la professione stessa… come in tutte le cose ci sono avvocati bravi e preparati che lavoreranno sempre e avvocati scarsi che hanno grosse difficoltà nel mondo del lavoro. Va infine considerato che il periodo della pratica forense è forse il momento più duro, in quanto, usciti dall’università e pronti con orgoglio ad affrantare la professione, i praticanti si trovano ad avere scarsa remunerazione economica e non sempre i dominus si preoccupano, come dovrebbero, della loro formazione ma utilizzano gli stessi per basici adempimenti segretariali. Malgrado tutte queste onde contrarie i giovani d’oggi sono mediamente di altissimo livello, trasudano grinta e tanta determinazione. Mi chiedo quindi vista l’eccellenza della “materia prima” perché non restringere i tempi di arrivo, limitando qualche sterile e obsoleto strumendo formativo, in favore di una maggiore attenzione alle lingue straniere, visto che ormai il teatro d’azione degli avvocati d’impresa è il mondo. Si deve inoltre concedere qualcosa in più alla deontologia professionale che è elemento fondamentale nei confronti del cliente, dei colleghi e di se stessi.
* Prof. Avv. Antonello Martinez
Studio Legale Associato
Martinez & Novebaci
Milano – Via Archimede n° 56
www.martinez-novebaci.it
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