I luoghi storici del vino. In Lucania
Terra ancora oggi sconosciuta agli Italiani stessi, la Lucania, odierna Basilicata, è un po’ la culla della viticoltura europea: non a caso la sua più antica popolazione era quella degli Enotri, che abitavano l’ Enotria, la terra dl vino, e i suoi vini, i lucani e i lagarini, sono ricordati dagli scrittori classici. La regione, che ha tutelato gran parte del proprio territorio – oggi è quella che in Italia ha la maggiore concentrazione di parchi e di riserve naturali- è ricca di musei ed aree archeologiche, di castelli e di antichi borghi.
IL VULTURE
Il Vulture è un vulcano spento da epoca preistorica: alto 1326m ospita un cratere ora occupato dai due laghi di Monticchio. Le sue larghe e fertilissime pendici ospitano estesi vigneti coltivati ad aglianico: il termine sembra derivare dal termine vitis hellenica, il vitigno che la tradizione vuole importato nella terra degli Enotri dall’ antica Grecia. Nei vigneti a consumo familiare la tecnica colturale è molto antica: viti condotte ad alberello basso e tralci raccolti su tre canne appositamente disposte.
Barile Il nome del paese deriva probabilmente da “barrale” o barrelium, dazi imposti anticamente sulle greggi. Barile potrebbe anche essere un riferimento allo stemma che raffigura un barile e un grappolo d’uva, a testimonianza della produzione del vino aglianico. Interessanti sono le oltre cento cantine scavate nel tufo, circa cinque secoli fa, e tutt’ora utilizzate per l’invecchiamento del vino.
Venosa
Venosa, le cui origini storiche risalgono alla città apula di Venusia, sorge su un territorio abitato fin dall’epoca preistorica. È patria di Orazio ed è qui che, dopo la battaglia di Canne i romani ricostituirono il loro esercito.
Poco fuori l’abitato ci sono l’anfiteatro e i resti di un quartiere di epoca romana con mosaici raffiguranti anche tralci di vite, le fondamenta di un battistero paleocristiano e l’abbazia della Trinità, forse il monumento più famoso di Venosa. Eretta sulle rovine di un tempio pagano, utilizzando materiale dell’anfiteatro e di altri monumenti romani, nel 1135 iniziarono i lavori per la chiesa nuova, forse con l’intenzione di formare una sola basilica, ma i lavori si arrestarono alle mura perimetrali, rimanendo così incompiuta.
www.archeobasi.it
Melfi

Cantine PaternosterLe cantine Paternoster sono state premiate nel 2004 con il Premio Roero dedicato al paesaggio viticolo italiano per l’ attività di recupero e di valorizzazione della viticoltura nell’ area del Vulture, iniziata già agli inizi del secolo scorso.
info@paternostervini.it
I palmenti di Pietragalla e la Via delle Cantine di Acerenza
Il Comune di Pietragalla è stato premiato nel 2004 con il Premio Roero dedicato al paesaggio viticolo italiano per l’ attività di recupero e di valorizzazione dei palmenti che caratterizzano il suo territorio.
Pietragalla, è citato per la prima volta nel 1278 come “Mons Petreguallo”, ma la località fu già abitata tra il XI sec. e il III sec. a. C., come mostrano le rovine del vicino Monte Torretta. Il paese severo e silenzioso, molto ben conservato, è dominato dal Palazzo Ducale degli Acquaviva d’ Aragona, che sostituì il castello di Casalaspro, di cui si vedono le rovine su una collina, distrutto dal terremoto del 1456. Un Museo della civiltà contadina è ospitato all’interno di palazzo Muscio-Messina nei pressi del Palazzo Ducale. Appena fuori paese sorge un vasto insediamento di caratteristici palmenti per la pigiatura del vino scavati parzialmente nel tufo e ricoperti di zolle di terra. Organizzati, a seconda del numero dei proprietari che si servivano di ciascuno di essi, con una o più vasche per la pigiatura in cui veniva lasciato fermentare il mosto, sono di grande interesse per lo studio dell’architettura rurale del passato.
www.comune.pietragalla.pz.it
Acerenza Acerenza è l’antica Acheruntia citata da Orazio, cresciuta su un centro databile al VI secolo a.C., fu conquistata dai romani, nel V secolo era già diocesi ed ebbe grande importanza nel medioevo. Il suo monumento più importante è la cattedrale fondata nel 1000 e parzialmente ricostruita alla fine del 1200 in stile romanico-gotico: , il portale centrale in stile romanico-pugliese è del 1100, mentre la cripta, o cappella Ferillo, è un’importante testimonianza del Rinascimento in Basilicata.Su un versante dell’ alta collina su cui sorge la città si aprono le caratteristiche celle per la conservazione del vino scavate nella roccia. www.comune.acerenza.pz.it
LA VAL D’AGRI
La Val d’ Agri è il cuore del Parco Nazionale dell’ Appennino Lucano: racchiusa tra le alte montagne del Volturino e del Sirino gode di una splendida natura ed è ricca di testimonianze archeologiche che ne sottolineano il percorso seguendo il fiume fino al suo sbocco nello Ionio, nei pressi dell’ anticaHeraclea , in quella porzione di territorio dove erano i terreni dedicati a Dioniso.
Terra di famose scuole di ceramisti fioriti alla fine del V sec. a. C., fu forse una delle vie percorse da alcune varietà di vite per giungere dall’ antica Grecia a Roma.


Ente Parco Nazionale dell’ Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese
info@parcoappenninolucano.it
www.parcoappenninolucano.it
L’ Ente Parco dà informazioni logistiche ed organizza soggiorni ed itinerari di visita.
Grumentum e i vini Lagarini
Grumento, che ricade nell’ ambito del Parco Nazionale dell’ Appennino Lucano, è ricordata per la prima volta a proposito della seconda guerra punica. Grumentumdivenne poi municipio e colonia probabilmente dopo la battaglia di Azio.
Plinio pone Grumentum come area di produzione dei vini Lagarini.
Il Parco Archeologico dell’ antica Grumentum è racchiuso nel perimetro delle mura della antica città romana: oltre all’anfiteatro, al teatro, ad un edificio termale e varie abitazioni ospita anche i resti della basilica e di alcuni edifici successivi tra cui alcuni palmenti. Accanto ad esso sorge il Museo Nazionale dell’ Alta Val d’ Agri.


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