Quando si parla di viticultura eroica, Cave Mont Blanc bisogna ricordare che quell’attributo mitico lo si deve soprattutto al panorama leggendario che circonda i nostri vigneti.
Cosa sarebbe infatti il Blanc de Morgex et La Salle senza il Monte Bianco? Non è forse il grido vertiginoso dei suoi pendii bianchi a contribuire alla riuscita del nostro vino nella sua essenza?
La Cave Mont Blanc, assieme alla Società delle Guide Alpine di Courmayeur, e alle funivie Skyway Monte Bianco, credono di sì. Esse sono da sempre amiche nel sentiero comune della valorizzazione del territorio.
Questa terra ci insegna, ogni giorno, la grammatica dell’altezza, in modo da guardare sempre oltre i nostri limiti. Dal 2003 infatti Guide e Cave si sono incontrate per vinificare il Prié Blanc oltre i 2.000 metri con una spumantizzazione in quota. Dal 2015 grazie alla collaborazione con Skyway Monte Bianco è stata creata una vera e propria cantina ai 2173 metri del Pavillon du Mont Fréty. Qui ogni anno condizioni particolari di altitudine, pressione atmosferica e temperatura danno vita alla Cuvée des Guides, spumante metodo classico dalle caratteristiche uniche e rare.
La Cantina “Cave Mont Blanc”
Ai piedi del Monte Bianco, la Cave Mont Blanc custodisce il segreto dei vigneti più alti d’Europa. La costante dedizione valorizza il territorio restando fedele a ciò che in queste montagne la natura offre.
Il vitigno autoctono, l’uomo e il suo rapporto con la terra spesso difficile, ma profondamente presente, fanno del vino la poesia capace di raccontare il terroir. Realtà alpina, fatta di roccia, di acque pure e di gelo d’inverno.
Terra di montagna in cui nella stagione calda, profumi dolci e fruttati invadono l’aria. Profumi, sfumature, sapori e caratteri, sono racchiusi in questi vini che sorseggiati, raccontano la tenacia, la cultura, la tradizione e l’identità della terra ai piedi del Monte Bianco. Valori che l’azienda si pone l’obbiettivo di interpretare con passione ed eleganza.
In passato a Morgex e La Salle il vino era commercializzato dai singoli vignerons, con produzioni modeste che non garantivano una presenza costante sul mercato né una corretta divulgazione della complessiva immagine vitivinicola.
L’Association des Viticulteurs
Il giusto senso di orgoglio per le proprie tradizioni e la secolare abitudine al lavoro in gruppo nei villaggi alpini, uniti alla lungimirante azione di Don Bougeat, Parroco di Morgex fino al 1971, hanno dato spunto per la creazione della “Association des Viticulteurs”.
Nel 1983, sulle ceneri di questa, quale primo risultato della politica di sostegno e sviluppo della viticoltura valdostana attuata dalla Amministrazione Regionale, è stata fondata la Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle, ora Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle, che ha successivamente preso possesso dei locali della sede di Morgex, tecnologicamente all’avanguardia.
Oggi la Cave raggruppa 70 famiglie che quotidianamente curano e valorizzano viti di prié blanc, vitigno autoctono a bacca bianca valdostano che si arrampica sui pendii dai 900 ai 1200 metri di quota.
Da qui ne ricava il Vallée d’Aoste DOC Blanc de Morgex et La Salle sia in versione ferma che spumante metodo classico, producendo ogni anno circa 140.000 bottiglie da una superficie di 18 ettari
Il Vino
Nelle sfumature del vino, è sempre presente un ringraziamento alla terra. Cosa sarebbe, infatti, un vino senza il suo vitigno o senza un terreno in grado di conferirgli caratteristiche proprie?
Nel caso del Blanc de Morgex et de La Salle, questa dimensione è specialmente importante in quanto il Prié Blanc, il vitigno autoctono a bacca bianca che sta alla base della nostra produzione, ha una storia affascinante e memorabile.
Il Prié Blanc è fra i radi vitigni a franco di piede rimasti, annoverato nella cortissima lista dei vitigni che hanno resistito all’invasione della fillossera. Questo terribile insetto, al termine del XIX secolo, decimò la quasi totalità dei vigneti europei.
Esso, infatti, conserva l’antica radice, senza bisogno di un eventuale innesto. Sin dal tempo dei romani – così afferma l’ipotesi cronologica – si nutre, dunque, del terreno, sempre allo stesso modo. Robusto e fedele a sé stesso da millenni, questo vitigno s’inerpica per gli alti fianchi delle vallate, raggiungendo e oltrepassando i 1200 metri di quota.
Cave Mont Blanc e vini valdostani: tra ripide pendenze e clima freddo
È usanza dire che i viticoltori valdostani siano eroi, per via delle ripide pendenze e delle difficoltà che un clima così rigido e un territorio così impervio offrono al coltivatore. Eroico è anche questo vitigno che ai lunghi freddi risponde col verde fogliame della primavera e, in autunno, con una bacca carica e assolata.
Come ebbe a dire l’Abbé Don Alexandre Bougeat, il Prié Blanc “prospère au grés des avalanches”, ovvero “prospera vicino alle valanghe”. Un’espressione più che mai vera poiché a pochi metri di distanza da qui, scende una delle più imponenti valanghe dell’arco alpino.
Questo a ulteriore testimonianza del carattere selvaggio, seppur raffinato nel gusto, del Prié Blanc, il vitigno che offre un’uva unica e rara.
La bacca bianca che ci regala diventa, infatti, il frutto dell’ultimo sole, prima che il Monte Bianco lo rapisca nel suo cuore notturno, ricco di cristalli.
Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle
Strada Des Iles La Ruine MORGEX (Valle d’Aosta)
www.cavemontblanc.com