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ITALIAN FOOD IN THE WORD
Dalla sua attivazione, lo scorso maggio, il bollino “Doc” della ristorazione di qualità Isnart è diventato una realtà in molte città: Londra, Singapore, Praga, Barcellona, Città del Messico, Caracas, Dubai e Chicago. Entro l’anno circa mille ristoranti avranno ricevuto il prestigioso riconoscimento. Sono già 38 i ristoranti italiani nel mondo che sono stati certificati sino ad oggi, ottenendo il marchio di qualità “Ospitalità italiana, Ristoranti italiani nel mondo”. L’idea del progetto di Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche) e Unioncamere è maturata sull’esperienza acquisita dal sistema camerale entro i confini nazionali con il marchio “Ospitalità Italiana”, nato nel 1997 per garantire la qualità del servizio delle aziende turistico-ricettive. Stessa la logica da cui è nato il progetto Ristoranti, che, a breve distanza dal suo varo, ha già consentito a 38 strutture di ricevere il bollino “Doc”. Entro l’anno, questo l’obiettivo dell’iniziativa, circa mille ristoranti dovrebbero ricevere l’analogo riconoscimento. Il progetto “Ristoranti italiani nel mondo” è diventato una realtà a Londra, Singapore, Praga, Barcellona, Città del Messico, Caracas, Dubai, Chicago, solo per citare alcune delle città dove si trovano i primi locali certificati, e ha già coinvolto le Camere di commercio Italiane all’estero, dislocate in 45 diversi Paesi. Per uno straniero su 10 l’Italia è sinonimo di “buon cibo” e quanti hanno avuto la possibilità di trascorrere una vacanza nel Belpaese promuovono la nostra cucina con un 8 pieno. Non a caso, le nostre produzioni agroalimentari sono anche le più imitate o “taroccate” al mondo. E a rimetterci non è solo il palato di ignari consumatori stranieri, convinti di acquistare vero prodotto made in Italy, ma anche il bilancio del settore agroalimentare, paradossalmente “derubato” di potenziali 50 miliardi di euro (tale la stima di Coldiretti del fatturato globale delle imitazioni o delle contraffazioni di prodotti tricolore). E visto che l’Italia è la prima destinazione per vacanze enogastronomiche proposte dal turismo organizzato internazionale, vale la pena – questa l’idea del progetto “Ospitalità italiana, Ristoranti italiani nel mondo” che ha preso il via alla fine dello scorso maggio – di far “assaggiare” a quanti sognano un viaggio in Italia i sapori più genuini del nostro Paese, promuovendo in questo modo i territori e l’Italian way of life nel suo complesso.  Come? Attraverso i più incisivi ambasciatori del gusto e del palato, cioè i ristoranti italiani all’estero, che oggi hanno la possibilità di certificare la propria “italianità” e la qualità dei prodotti offerti alla clientela con un bollino Doc. Il progetto, curato da Unioncamere, si avvale del supporto operativo di Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche), del coinvolgimento della rete delle Camere di commercio italiane all’estero, coordinate da Assocamerestero, e del contributo delle associazioni imprenditoriali di settore, in particolare della Fipe, e vede la collaborazione dei ministeri degli Esteri, dello Sviluppo economico, dei Beni culturali e del Turismo, i cui rappresentanti partecipano al Comitato di indirizzo dell’iniziativa. «Se, con questo progetto, riducessimo di un centesimo il fatturato realizzato con prodotti imitati o contraffatti, recupereremmo al made in Italy 500 milioni di euro», ha evidenziato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello -. Si otterrebbe così un beneficio considerevole per il settore agroalimentare. Inoltre, considerato che il marchio Ospitalità Italiana è presente in Italia in circa 6mila imprese certificate della filiera turistica, questa iniziativa apre la strada a una idea di brand unico per la promozione dell’Italia e del prodotto nazionale. In questo modo chi ha intrapreso la strada della gastronomia di qualità all’estero va davvero ad assumere anche un ruolo economico di fondamentale interesse per l’economia nazionale perché contribuisce a valorizzare l’immagine dell’Italia nel suo complesso». «La tutela del made in Italy è la prima battaglia del nostro Paese – ha dichiarato Adolfo Urso, vice ministro allo Sviluppo economico -. Questa iniziativa che serve a valorizzare il vero made in Italy nel mondo è lodevole e si inserisce in un piano più ampio di lotta alla pirateria che il ministero dello Sviluppo economico sta promuovendo. Non a caso, mercoledì 7 luglio, abbiamo promosso la giornata nazionale per la lotta alla contraffazione. Per vincere questa sfida occorrono interventi sia in campo internazionale, a partire dal Wto dove stiamo portando avanti nell’ambito del Doha Round il dossier delle indicazioni geografiche, che a livello europeo dove l’Italia detiene il primo posto per la tutela di Dop e Igp con 203 prodotti tipici. Ma anche a livello nazionale già dal 2005 abbiamo promosso iniziative a tutela del consumatore e punendo oltre a chi vende anche chi compra prodotti contraffatti. Sono convinto che in questo ambito la creazione di un marchio di qualità per i ristoranti italiani nel mondo è un’azione utile sia per i consumatori che per i produttori che saranno stimolati nello scegliere il vero made in Italy».
 «Veicolare i valori dello “stile italiano” di accoglienza attraverso la tutela della qualità delle nostre produzioni, del saper fare legato alla tradizione italiana e ai luoghi di origine della nostra gastronomia costituisce la peculiarità di questo importante progetto che vede riunito il sistema camerale nel suo complesso e che trova nella partecipazione delle Camere italiane nel mondo un valore aggiunto insostituibile – sottolinea Augusto Strianese, presidente di Assocamerestero -. Già da anni infatti stiamo contribuendo con i nostri progetti a diffondere presso i consumatori di tutto il mondo la cultura e i vantaggi della dieta mediterranea, valorizzando prodotti e turismo».
 
Ristoranti certificati “Ospitalità italiana – Ristoranti italiani nel mondo”
•“Filini” – Abu Dhabi
•“Quattro Gatti” – Amsterdam
•“Segugio” – Amsterdam
•“Al Contadino sotto le stelle” – Barcellona
•“De Gustibus Italiae” – Barcellona
•“San Pietro” – Caracas
•“Coco Pazzo” – Chicago
•“Piccolo Sogno” – Chicago
•“Tocco” – Chicago
•“Piazza Navona” – Città del Messico
•“Cucina” – Dubai
•“Frankie’s Frankie Dettori Marco Pierre White” – Dubai
•“Lo Stivale” – Florianopolis
•“Grissini” – Hong Kong
•“Quattro at Four Season” – Houston
•“Alloro” – Londra
•“Il Baretto” – Londra
•“L’Anima” – Londra
•“Semplice” – Londra
•“Da Alfredo” – Madrid
•“Caffè e Cucina” – Melbourne
•“Giardino Italiano” – Mosca
•“La Serenata” – Mosca
•“Gargano” – Perth
•“Aromi” – Praga
•“Da Nico” – Praga
•“Gusto” – Praga
•“Trattoria Cicala” – Praga
•“La Risotteria” – San Paolo
•“Locanda del Lago” – Santa Monica – Los Angeles
•“Capricci  Italian dining and more” – Singapore
•“Garibaldi Italian Restaurant and bar” – Singapore
•“Gattopardo” – Singapore
•“Pasta brava” – Singapore
•“La Pesa trattoria” – Sydney
•“Ventuno” – Sidney
•“Michelangelo” – Stoccolma
•“Elio Locanda Italiana” – Tokyo
FONTE:UffStamp.I.T.
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