Sciare in Abruzzo
Sciare In Abruzzo

A cura di Teobaldo Fortunato

A gennaio, i paesi dell’Abruzzo si coprono di un manto innevato; i tetti bianchi fumano, la magia dei silenzi e dei massicci montuosi dell’Alto Sangro, in provincia dell’Aquila, dove d’inverno si danno appuntamento gli amanti dello sci. La prima tappa è a Castel di Sangro, un piccolo borgo della provincia dell’Aquila come le vicine Roccaraso, Rivisondoli e Pescocostanzo. Giungendo dalle grandi arterie autostradali si attraversa l’Altopiano carsico delle Cinquemiglia. Siamo nel Parco Nazionale dell’Abruzzo del Lazio e Molise e la nostra prima sosta da non perdere è al centralissimo hotel Il Tiglio: ogni stanza prende il nome di una essenza arborea del Parco, dal pino, al faggio, all’agrifoglio! Prima di salire verso le piste di sci, merita una visita la Basilica di Santa Maria Assunta, principale edificio di culto della cittadina. Tra le opere d’arte barocca, uno sguardo va ai dipinti di grandi artisti partenopei, da Domenico Vaccaro a Francesco de Mura. Nel borgo antico è da non perdere la Pinacoteca Patiniana, nell’aristocratico palazzo De Petra. L’edificio è ingentilito dal “Marzocco”, un leone di pietra che artiglia una testa mozzata con la zampa destra. Il palazzo conserva l’aspetto originario del XV sec., connotato da una torre merlata ed arcate gotiche. Sul colle di San Giovanni fu eretto il castello nell’XI sec. su quel che rimaneva di edifici d’epoca anteriore. È ancora visibile la cosiddetta Porta Osca. Un tempo, costituiva l’accesso alla fortificazione sannitica, dotata di mura ciclopiche. Faceva parte delle proprietà della famiglia De Sangro; ebbe l’appellativo di “castello del Re”. Subì nel corso del ’500 un lento declino, segnato ulteriormente dal terremoto del 1706, che lo fece in parte crollare. Salendo verso le cime, giungiamo a Roccaraso, una delle più note stazioni per gli sport invernali di tutto l’Appenino. L’altitudine (circa 1236 mt) è un fattore determinante per il clima, in virtù della vicinanza ad elevati massicci montuosi come il monte Greco che raggiunge oltre i 2000 mt di altezza. Definita “fresca e pittoresca stazione estiva di diporti invernali” dalle guide turistiche degli anni ’30, ha ospitato la famiglia Reale dei Savoia prima del grande conflitto bellico. Tali frequentazioni, hanno reso celebre il paese con la costruzione di alberghi di eccellenza per un turismo adatto ad ogni stagione. Ma, in inverno, a Roccaraso sono molteplici le occasioni di relax e divertimento puro: dalle lezioni di sci per i neofiti di tale sport all’ingresso al palaghiaccio, agli skipass, agli hotel convenzionati con offerte vantaggiose soprattutto nei mesi di gennaio e febbraio. Tali opportunità sono tutte dedicate alle famiglie per la tradizionale “settimana bianca” sugli oltre cento chilometri di piste disseminate lungo tutto il comprensorio sciistico più ampio dell’Appennino. Vicinissima a Roccaraso è Rocca Pia, un minuscolo borgo nel Parco Nazionale della Majella. È il luogo ideale per gli amanti della natura e vogliono vivere una vacanza lontana dai clamori di località limitrofe e più mondane. Dal momento che è vicinissima a Roccaraso ed agli impianti sciistici di Monte Pratello Aremogna, è una meta turistica ottimale per lo sci. Ma, conserva l’atmosfera pacata e la bellezza di incomparabili scorci montani. È incuneata all’interno di una stretta valle e comprende un’amena distesa usata per i pascoli estivi e gli sport d’inverno. Il suo territorio offre scenari fatti di strapiombi, canaloni e gole carsiche. L’abitato conserva le peculiarità dei centri medievali, sorti lungo antiche vie di transito lungo una via di transito. Da Roccaraso inoltre, il percorso da seguire fino a Rivisondoli è brevissimo. Rivisondoli è un piccolissimo comune con poco più di cinquecento abitanti, ma che d’inverno diviene un polo turistico importante per la pratica degli sport e per le suggestive escursioni naturalistiche. La sua origine ha remote testimonianze, molte andate distrutte durante i terremoti che hanno colpito il territorio negli ultimi secoli. Tra la fine del XIX e gli esordi del Novecento, l’inserimento sulla linea ferroviaria Sulmona-Isernia e la venuta nel 1913 di Re Vittorio Emanuele e della famiglia reale, ospitati presso l’Albergo degli Appennini, (oggi noto come Residenza Reale) contribuì a fare diventare Rivisondoli una delle più note stazioni nel panorama sciistico italiano. Nel borgo antico, insistono tuttora molti palazzi storici del XVIII secolo e dell’Ottocento. Molti di essi, sono connotati da singolari elementi architettonici quali i “vignali”, ovvero pianerottoli dotati di scala esterna prospiciente l’ingresso. Un evento da non perdere è il presepe vivente, realizzato con la rappresentazione di tableau vivant della Sacra Natività che solitamente viene messa in scena il 5 gennaio, sin dal1951. Seguendo la tradizione, il compito di interpretare Gesù appena nato, è affidato all’ultimo neonato del paese! Spostandosi da Rivisondoli, ci si può dirigere verso Pescocostanzo, comune membro del club “I Borghi più belli d’Italia”. Posto ad una altitudine di circa 1400 m.s.l.m. domina la Conca dell’Altopiano del Quarto Grande. Il centro storico è ricco di architetture sacre e monumentali come palazzo Fanzago, palazzo Cocco e quello del Municipio. Quest’ultimo fu costruito nel Settecento ed è caratterizzato dalla tipica scala di accesso esterna e ballatoio davanti il portale principale. La struttura architettonica è ingentilita dalla torre centrale dell’orologio. Una bella fontana del Seicento arricchisce la piazza del Municipio. Al centro della vasca modanata è uno stelo di ghisa con tre putti seduti che fanno fuoriuscire l’acqua dalle bocche. Da Pescocostanzo attraversando di nuovo la strada che ci ha condotti a Roccaraso è piacevole trascorrere un weekend a Pescasseroli, la cittadina in cui nacque il filosofo Benedetto Croce, nonché sede dell’Ente Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Il parco fu inaugurato nel 1922 e come recita l’iscrizione apposta allora: “Il Parco nazionale d’Abruzzo sorto per la protezione delle silvane bellezze e dei tesori della natura qui inaugurato il IX settembre MCMXXII”.Nel parco, ci si può imbattere con esemplari di orso bruno marsicano bruno, caprioli, poiane e lupi appenninici e scoiattoli. Abbondanti precipitazioni primaverili ed autunnali e le acque del torrente Scerto, confluendo nelle rocce sottostanti formano la “Cascata delle Ninfe” e quella delle “Tre Cannelle”. Se il turismo è il volano dell’economia, anche l’artigianato ed il commercio delle carni bovine ed ovine costituiscono un impulso notevole. Non va dimenticato che da Pescasseroli si diparte il terzo tratturo più lungo dell’Italia Meridionale!

(Uno speciale ringraziamento a Massimo Schiavo e Claudia Settembre)

PER LA GIOIA DEI PALATI

Non si può rimanere insensibili di fronte alla genuinità della tradizione culinaria montana dell’Alto Sangro; se la pasta fresca costituisce uno dei piatti forti come i “Carrati” ovvero i maccheroni alla chitarra o i “Tacconcelli”, le “Tajarille” (i tagliolini sottilissimi serviti con i fagioli), i secondi sono dominati dalla carne ovina e dai formaggi degli alti pascoli. Anche i dolci sono influenzati dalle peculiarità dei monti. Non si può lasciare i borghi dell’Alto Sangro senza deliziarsi con la “Cicerchiata”, un tempo legata al Carnevale. Si presenta come una ciambella fatta di una moltitudine di palline di pasta di farina fritte, tenute insieme da un’autentica colata di miele.

tratto da

Milano 24orenews            Roma 24orenews

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