Rubus idaeus, deve il nome scientifico al rosso dei suoi frutti e al fatto di essere stato particolarmente abbondante sul monte Ida in Grecia. Dioscoride (I sec.) lo chiamava “rovo del monte Ida”, e allo stato spontaneo era conosciuto nel continente asiatico e europeo. Nella nostra penisola cresce nelle zone montane fino a millecinquecento metri di altezza. Lo si trova nei boschi ombrosi, ai margini delle strade o in luoghi ricchi di sostanze azotate, e lo si raccoglie da maggio fino all’autunno. In Grecia e Italia la coltivazione del lampone cominciò nel ‘500. I frutti si presentano come drupe appressate, simili a quelle delle more, di un colore caratteristico fra il rosso e il rosa carico. I lamponi sono ricordati anche dalla farmacopea galenica (II sec.) quali astringenti, depurativi, rinfrescanti, tonici e sudoriferi. Per questi scopi si utilizzavano sia i fiori che le foglie, da cogliere in agosto e seccare all’ombra. Il lampone ridotto in sciroppo era noto agli speziali medioevali, i quali lo ritenevano assai importante “per i tipi biliosi, i cui umori son troppo bruschi e che soffrono di eterna sovraeccitazione”. In cucina, il lampone fresco guarnisce molte preparazioni dolci: gelati, yogurt, torte, crostate, liquori, succhi, confetture e gelatine.
Fonte:UffStamp.A.I.G.S.