El Bòcolo de San Marco

A cura di Paolo Minotti

Il 25 aprile, mentre l’Italia è impegnata a rendere onore a chi ha dato la sua vita per liberarla, Venezia, oltre al coraggio dei partigiani, festeggia anche l’amato patrono della città: San Marco. Questo giorno è legato a un’usanza particolarmente romantica che forse non tutti conoscono: i veneziani sono soliti regalare alla propria amata un bocciolo di rosa di colore rosso – el bòcolo – come pegno del proprio amore. Sull’origine di questa tradizione un’antica leggenda narra di un amore contrastato nato ai tempi di Carlo Magno tra Maria Partecipazio, una nobildonna giovane e molto bella che per il suo carattere passionale e il focoso ardore era stata ribattezzata “Vulcana” e Tancredi, un trovatore altrettanto bello e aitante ma di modeste origini. Vulcana era la figlia del Doge Orso I Partecipazio e, come spesso accade nelle più belle storie d’amore, a quel tempo la differenza di ceto sociale tra i due innamorati rappresentava un grande ostacolo: il padre e la famiglia della donna non vedevano di buon occhio l’unione con il giovane dalle umili origini. Vulcana, che era perdutamente innamorata del bel giovane, lo convinse pertanto ad arruolarsi nell’esercito di Carlo Magno per combattere contro i Mori di Spagna. Laddove non poteva arrivare con il sangue blu sarebbe arrivato con l’onore e la fama in battaglia: Vulcana era infatti convinta che suo padre avrebbe accettato Tancredi qualora lui fosse tornato dalla guerra da grande e valoroso soldato. Tancredi partì e si distinse per il valore ed il coraggio, tanto che la fama delle sue imprese raggiunse Venezia, rassicurando Maria che attendeva il ritorno del suo eroe per poterlo finalmente sposare. Durante la battaglia il giovane cadde mortalmente ferito su un roseto di rose bianche, tingendolo col rosso del suo sangue. Pur morente, Tancredi riuscì a raccogliere un bocciolo di rosa e a consegnarlo al suo amico Orlando con la promessa di portarlo in patria alla sua amata Vulcana, come estremo gesto d’amore. Orlando mantenne fede alla promessa fatta. Era il giorno del 25 Aprile e quella stessa notte la donna, non potendo più vivere senza il suo Tancredi, si lasciò morire. La trovarono esanime il giorno dopo mentre stringeva ancora sul petto la sua rosa. Ancora oggi si racconta che il fantasma inconsolabile della giovane nobildonna, nel giorno di San Marco il 25 aprile, vaghi ancora tra le calli veneziane invisibile presenza senza colore se non per quel fiore rosso stretto al petto.

Tratto da
24orenews.it Magazine Aprile 2022

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