Fontana dei tritoni Milano

A cura di Paolo Minotti

Non si può certo dire che Milano sia una città di fontane: sono poche quelle che si possono dire belle e pochissime quelle antiche.

Credo che se si chiedesse ad un milanese di elencarci le fontane che conosce, riuscirebbe ad indicarne 2 o al massimo 3, tra quelle di Piazza Castello, Piazza San Babila e Piazza Fontana. Tra i tesori nascosti della nostra città vi è la Fontana dei Tritoni, che si trova tra Brera e la Scala, tra Via Andegari e Via Romagnosi. La fontana fa parte dell’edificio di proprietà della Cariplo: ad essa sono legate diverse curiosità. In passato alcuni ritenevano che i getti d’acqua sgorganti dalla conchiglia rappresentassero la “beneficenza della Cassa di Risparmio”.
Qualcun altro, più malignamente, vedeva nell’acqua che fuoriesce il simbolo delle lacrime versate dai milanesi nel pagare le tasse (visto che fino agli anni ’60 lì si trovavano gli uffici dell’Esattoria Civica).

In una delle due  nicchie adiacenti alla fontana si trova “la Dòna di tri tètt” (la donna con le tre tette), come venne chiamata volgarmente quando venne inaugurata nel 1928. Ad un occhio un po’ malizioso può apparire come una donna con tre seni, ma in realtà la statua rappresenta un’allegoria neoclassica del risparmio realizzata dall’architetto Alessandro Minali, e il terzo “seno” è invece un salvadanaio sferico tenuto tra le mani della giovane donna seminuda. Il nome “Fontana dei Tritoni” gli è stato attribuito per la presenza di due possenti tritoni, in veste di colonne portanti della conchiglia. Da notare anche i due sorridenti delfini alla base della fontana.

Qualche notizia sulle tre fontane prima citate.

Quella di Piazza Fontana, progettata in stile neoclassico dall’architetto Giuseppe Piermarini, fu la prima fontana di Milano e per circa un secolo e mezzo rimase anche l’unica, anche se vennero fatti numerosi tentativi di costruirne altre. Venne inserita dallo stesso architetto nel rifacimento generale della piazza come ornato e come necessità, voluto dal ministro plenipotenziario di Maria Teresa d’Austria, Carlo di Firmian. Fu inaugurata il 15 agosto 1782 dopo 13 anni di lavori causati da difficoltà tecniche e dalla pendenza insufficiente,  che ha portato ad abbassare la fontana rispetto al piano stradale.  Va ricordato che in precedenza l’area era in gran parte occupata dal mercato ortofrutticolo -il famoso Verziere – che venne trasferito in una zona non molto lontana, l’attuale via Verziere.

La fontana di Piazza San Babila fu realizzata nel 1997 dall’architetto Luigi Caccia Dominioni, il cui progetto architettonico e artistico aveva lo scopo di  riprodurre in sintesi perfetta il paesaggio lombardo e il ciclo naturale dell’acqua. In pratica, la sfera in alto da cui sgorga l’acqua rappresenta una nuvola, il tronco piramidale dove l’acqua scorre simboleggia la montagna, la lunga griglia a terra riproduce il percorso dell’acqua lungo i fiumi e i fontanili dove, in fine, giunge alla vasca centrale che a sua volta rappresenta un lago, numerosissimi nella regione. Il getto d’acqua riproduce il processo di evaporazione che idealmente si ricongiunge alla sfera posizionata in cima alla fontana. Le aiuole a calotta, oltre a svolgere funzione di protezione dell’area pedonale dal traffico, simboleggiano le colline e le montagne lombarde che fanno da sfondo alla città di Milano.

La fontana di Piazza Castello ha una storia piuttosto bizzarra: intanto il nome con il quale è conosciuta dai milanesi doc, “turta di spus”, per la forma così simile, appunto, ad una torta degli sposi.  La fontana fu realizzata nel 1936 come opera temporanea a celebrazione dell’incontro di Mussolini con i reduci della guerra di Abissinia, da AEM, Azienda Elettrica Municipale di Gestione dell’energia elettrica. Nel 1939 fu deciso di mantenerla come monumento permanente, visto il successo che aveva incontrato divenendo presto simbolo della città. Nel 1959 si dovette smontarla per i lavori di realizzazione della stazione Cairoli della prima linea della metropolitana e fu solo per i festeggiamenti del nuovo millennio che si decise la sua ricostruzione con progetto curato dal Settore Arredo Urbano e Verde del Comune di Milano. Nel 2014, infine, in concomitanza con l’inaugurazione dell’Expo Milano, è stato intrapreso un generale intervento di restauro con pulizia e ripristino del rivestimento, impermeabilizzazione della vasca e sostituzione dei corpi illuminanti a lampade alogene con fari LED allo scopo di abbattere i costi energetici di gestione.

pubblicato su Milano 24orenews – italiadagustare novembre 2020
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