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Musica antidepressiva?

ai Pink Floyd, no agli Oasis

L’effetto antidepressivo della musica è noto a tutti. La novità però è che non tutti i generi sono un toccasana per il buonumore. La britannica Glasgow Caledonian University ha condotto uno studio ad hoc, finanziato dall’ Engineering and Physical Sciences Research Council.

Semaforo verde per What a wonderful world di Louis Armstrong, un vero inno alla serenità, positiva anche l’energia di Gloria Gaynor con I will survive e per il sound inconfondibile di Comfortably Numb dei Pink Floyd.

Decisamente nemici del buonumore sono invece gli Oasis di Cigarettes and Alcohol, i Verve con The drugs don’t work e Cardiac Arrest dei Madness.

Lo studio ha coinvolto un gruppo di volontari e ha verificato l’effetto di alcune canzoni note sull’umore: gli esperti hanno costruito un grafico per misurare il tipo di emozione provata dalla persona, l’intensità e il ritmo della musica. Il risultato è proprio un modello capace di suggerire una canzone antidepressiva o al contrario deprimente. L’obiettivo è anche quello di arrivare a capire l’impatto dei testi musicali sull’umore e il modo in cui si sceglie una determinata melodia, a livello inconscio, a seconda delle diverse situazioni della vita.

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