Mobilità green

A cura di Luca Medici
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Luca Medici

Tante volte su questo magazine ci siamo fatti delle domande sulle cause dell’inquinamento atmosferico e sull’effetto serra, spesso abbiamo fatto delle analisi, scomode a dire il vero, ma ci abbiamo provato a fare chiarezza. Sono fautore della mobilità green, chi mi segue lo avrà appreso dai miei numerosi articoli, ma ho anche sempre sostenuto che la colpa di tutti i mali imputati all’inquinamento atmosferico non sia solo derivante dalle automobili, fra poco lo vedremo insieme.

Il Comune di Milano da tanti anni combatte le automobili, prima con l’introduzione del pedaggio AreaC per chi desidera entrare nel centro città, poi allargando, con l’AreaB, a quasi la totalità dell’area comunale, poi eliminando la quasi totalità dei posteggi gratuiti a favore delle strisce gialle e azzurre, recentemente ha creato bizzarre piste ciclabili che, a dirla tutta, stanno creando grossi problemi di sicurezza che non portano svantaggi solo agli automobilisti, ma anche ai pedoni e ai ciclisti stessi, le cronache sono piene purtroppo di notizie relative ad incidenti, spesso anche mortali. Facendo un’analisi più approfondita mi viene da pensare se sia un fatto culturale, questioni di abitudini oppure semplicemente che serva più tempo per cambiare uno stile di vita di una città. Forse tutte queste ipotesi sono valide, ma una cosa è certa, la qualità dell’aria a Milano non solo non è migliorata negli ultimi anni, ma in certi periodi dell’anno è addirittura peggiorata. Ricordo ancora lo slogan del Comune di Milano, era il 16 gennaio 2012, più di dieci anni fa, quando per la prima volta vennero attivate le telecamere dell’AreaC, meno auto e aria più pulita si voleva far credere.

Passano gli anni ed è evidente che questo progetto, insieme all’introduzione dell’AreaB e delle piste ciclabili, non solo non ha portato miglioramenti alla qualità dell’aria, ma ha contribuito in modo sostanzioso a rimpolpare le casse del Comune senza ritornare ai cittadini reali benefici in tema di viabilità. Ma sono le automobili le vere colpevoli? In realtà no, lo dicono i dati, l’Unione Europea è responsabile del 7,03% delle emissioni totali mondiali di gas serra, dopo la Cina (26,4%), Stati Uniti (12,5%) e India (7,06%). Chi inquina di più e in quali settori? Pensate che la produzione di elettricità e riscaldamento incide per il 31,8%, la produzione industriale incide per il 12,7%, l’agricoltura per l’11,6%, il settore dei trasporti, che comprende i trasporti pesanti, incide per il 16,9% di cui solo il 12,6% imputabile ai veicoli stradali. Leggendo questi dati si capisce che il contributo delle automobili alle emissioni climalteranti è decisamente inferiore rispetto a quanto le Istituzioni ci vogliono far credere.

Torniamo al tema principale, i vari provvedimenti dunque servono per fare cassa oppure sono seriamente orientati per un miglioramento della qualità dell’aria, della viabilità e rendere più fruibili le strade cittadine da parte di pedoni e ciclisti?
Si tratta di misure che si traducono in fatti? In dieci anni non è cambiato nulla, la qualità dell’aria a Milano resta pessima, ma bisogna analizzare un altro aspetto, Milano può fare tutto da sola?
A mio avviso serve un piano ad ampio raggio, che coinvolga anche le aree limitrofe, abbracciando tutta l’area metropolitana milanese. La mobilità green deve ancora fare tanta strada, le ideologie servono a poco quando in gioco c’è la salute dei cittadini, l’occupazione di tantissimi esercizi commerciali, ma anche di tante persone che tutti i giorni devono recarsi in città e fuori città per lavoro.
Serve un pensiero comune, un progetto globale e si sente il bisogno di attuare quanto prima servizi e soluzioni che possano agevolare tutti, senza spremere gli automobilisti come fossero dei bancomat, con la sola scusa che siano loro la causa di tutti i mali.

Viviamo in aree densamente popolate, dove gli spostamenti sono essenziali, sarebbe bello pensare ad una viabilità veramente consapevole, votata al green, ma la strada è ancora molto lunga, la speranza invece no, quella per fortuna ci aiuta ad essere più positivi e ad avere un approccio proattivo al cambiamento.

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