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BEIGENE annuncia che è disponibile anche in  Italia, in regime di rimborsabilità del serizio Sanitario Nazionale  di BRUKINSA®

BEIGENE uffici

(ZANUBRUTINIB) per il tattamento di pazienti adulti affetti da macroglobulinemia di Waldenström (WM) che hanno ricevuto almeno una precedente terapia, o come trattamento di prima linea per pazienti non idonei alla chemio-immunoterapia. 

BEIGENE conferenza stampa al Four Season Milano
BEIGENE conferenza stampa al Four Season Milano

È rimborsato in Italia dal Servizio Sanitario Nazionale l’inibitore orale della tirosino-chinasi di Bruton (BTK) BRUKINSA® (zanubrutinib) per il trattamento di pazienti adulti affetti da macroglobulinemia di Waldenström (WM) che hanno ricevuto almeno una precedente terapia, o come trattamento di prima linea per pazienti non idonei alla chemio-immunoterapia. L’approvazione di zanubrutinib si fonda sui risultati di efficacia e sicurezza dello studio di fase 3 ASPEN che ha confrontato zanubrutinib a ibrutinib.

Zanubrutinib è un BTK di nuova generazione attualmente in fase di studio a livello globale nell’ambito di un ampio programma clinico che ne sta valutando l’impiego sia in monoterapia che in combinazione con altre terapie per il trattamento di vari tumori maligni delle cellule B. Oggi, BeiGene commercializza zanubrutinib, con il nome commerciale di BRUKINSA®, in oltre 55 Paesi inclusi gli Stati Uniti, in Canada, Unione Europea e in Cina e in alcuni Paesi fornisce l’accesso a zanubrutinib nell’ambito di un programma di uso compassionevole (CUP). 

BeiGene (NASDAQ: BGNE; HKEX: 06160) ha annunciato che la molecola zanubrutinib (BRUKINSA®) è ora disponibile anche in Italia per pazienti adulti affetti da macroglobulinemia di Waldenström (WM) che hanno ricevuto almeno una precedente terapia, o come trattamento di prima linea per pazienti non idonei alla chemio-immunoterapia “L’inibizione della tirosino-chinasi di Bruton (BTK) è un approccio consolidato per il trattamento della WM e l’approvazione di BRUKINSA offre un’importante nuova opzione terapeutica in questi pazienti”, ha affermato il Professor Pier Luigi Zinzani, Ordinario di Ematologia presso l’Università degli studi di Bologna – Istituto di Ematologia L e A Seragnoli   “In Italia, i pazienti avranno dunque la possibilità di essere trattati con una molecola innovativa che potrebbe portare a una risposta profonda e duratura con una migliore tollerabilità, come osservato nello studio ASPEN”.

“La macroglobulinemia di Waldenström (WM) è una malattia linfoproliferativa relativamente rara e solitamente a lenta progressione, caratterizzata dall’infiltrazione del midollo osseo da  parte di linfociti, plasmacellule e linfoplasmociti che secernono una proteina monoclonale di tipo IgM nel siero” – spiega la Dottoressa Marzia Varettoni- dirigente medico Divisione di ematologia Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo- Pavia.“La WM rappresenta circa il due per cento di tutti i linfomi non-Hodgkin- continua la dottoressa Varettoni– e, in genere, evolve lentamente dopo la diagnosi.2 La malattia di solito colpisce soggetti anziani ed è localizzata prevalentemente nel midollo osseo, sebbene anche i linfonodi e la milza possano essere coinvolti.3 In Europa, il tasso di incidenza stimato della WM è di circa sette su un milione negli uomini e quattro su un milione nelle donne”.4

” L’ottenimento della rimborsabilità di BRUKINSA in Italia rappresenta un importante passo avanti verso l’obiettivo che BeiGene si è dato ovvero dare accesso a farmaci oncologici innovativi a livello globale”. “In Italia stiamo costruendo una grande squadra impegnata a far sì che i pazienti che vivono con la malattia di Waldenström abbiano la possibilità di accedere a BRUKINSA” dichiara Marco Sartori, General Manager di BeiGene Italia. 

Cos’è la macroglobulinemia di Waldenström?
La macroglobulinemia di Waldenström (WM) è una malattia linfoproliferativa relativamente rara e solitamente a lenta progressione, caratterizzata dall’infiltrazione nel midollo osseo e dalla secrezione della proteina monoclonale immunoglobulina M (IgM) dalle cellule linfoplasmocitoidi. La WM rappresenta circa il 2 per cento di tutti i linfomi non-Hodgkin e, in genere, evolve lentamente dopo la diagnosi.2 La malattia di solito colpisce soggetti anziani ed è localizzata prevalentemente nel midollo osseo, sebbene anche i linfonodi e la milza possano essere coinvolti.3 In Europa, si stima che la malattia di Waldenström abbia un tasso di incidenza negli uomini di di circa sette su un milione e quattro su un milione nelle donne. 

Lo studio ASPEN:
Lo studio ASPEN (NCT03053440) è uno studio clinico multicentrico randomizzato open-label di fase 3, il cui obiettivo è di confrontare efficacia e sicurezza di BRUKINSA (zanubrutinib) con ibrutinib in pazienti con WM recidivante o refrattaria (R/R), o pazienti WM naïve al trattamento considerati non idonei alla chemio-immunoterapia.1 L’obiettivo principale era valutare la superiorità di BRUKINSA rispetto a ibrutinib in termini di tasso di risposta completa (CR) o risposta parziale molto buona (VGPR). Gli endpoint secondari includevano il tasso di risposta maggiore, la durata della risposta, la sopravvivenza libera da progressione e il profilo di sicurezza, misurata in base all’incidenza, alla tempistica e alla gravità degli eventi avversi in corso di trattamento. Le popolazioni analizzate includevano la popolazione complessiva (n=201), la cui maggioranza erano pazienti R/R (n=164). Gli endpoint esplorativi includevano la valutazione della qualità della vita.

Un comitato di revisori indipendenti ha determinato, sulla base dei criteri di risposta alla terapia aggiornati dal VI Workshop Internazionale sui Criteri di Risposta della Macroglobulinemia di Waldenström (IWWM-6) che il tasso combinato di CR e VGPR dell’intera popolazione (intention to treat, ITT) è stato 28% con BRUKINSA (95% IC: 20-38) e 19% con ibrutinib (95% IC: 12-28). Benché questa differenza non sia statisticamente significativa, BRUKINSA ha ottenuto tassi VGPR numericamente più elevati con una tendenza verso una migliore qualità della risposta.

Nello studio ASPEN, BRUKINSA ha dimostrato un profilo di sicurezza più favorevole rispetto ad ibrutinib con una minore frequenza di reazioni avverse tra cui fibrillazione o flutter atriale (2% contro 15%), episodi minori di sanguinamento (49% contro 59%) ed emorragia grave (6% contro 9%). Nonostante i tassi più elevati di neutropenia di grado ≥3, i pazienti in trattamento con BRUKINSA non hanno mostrato tassi di infezione più elevati rispetto a quelli trattati con ibrutinib. Dei 101 pazienti con WM trattati con BRUKINSA, il 4% ha interrotto il trattamento a causa di eventi avversi, mentre nel 14% dei casi la dose è stata ridotta a causa di eventi avversi.1

Lo studio ha analizzato tre bracci in due coorti di pazienti: una coorte randomizzata (Coorte 1, N=201) composta da pazienti con mutazione del gene MYD88 (MYD88MUT) e una coorte non randomizzata (Coorte 2, N=28) composta da pazienti con MYD88 wild-type (MYD88WT). La coorte 1 randomizzata includeva 102 pazienti nel braccio BRUKINSA (83 pazienti R/R e 19 pazienti TN) e 99 nel braccio ibrutinib (81 pazienti R/R e 18 pazienti TN). I pazienti nel braccio BRUKINSA hanno ricevuto BRUKINSA 160 mg due volte al giorno (BID) e i pazienti nel braccio ibrutinib hanno ricevuto 420 mg di ibrutinib una volta al giorno (QD). Ai pazienti arruolati nella coorte 2, non randomizzata, è stato somministrato BRUKINSA in quanto, da dati precedenti, risultava improbabile che questi potessero trarre beneficio dal trattamento con ibrutinib.

BRUKINSA:
BRUKINSA (zanubrutinib) è un inibitore della tirosino-chinasi di Bruton (BTK) scoperto dai ricercatori di BeiGene ed è attualmente in fase di valutazione a livello globale nell’ambito di un ampio programma clinico che ne sta valutando l’impiego sia in monoterapia che in combinazione con altre terapie per il trattamento di vari tumori maligni delle cellule B. Poiché la proteina BTK viene continuamente sintetizzata dall’organismo, BRUKINSA è stato progettato specificamente per ottenere un’inibizione completa e prolungata di BTK, grazie all’ottimizzazione della biodisponibilità, dell’emivita e della selettività del farmaco. È stato dimostrato che, per effetto della sua farmacocinetica, BRUKINSA inibisce la proliferazione dei linfociti B maligni all’interno di vari tessuti rilevanti per la malattia. Ad oggi, BRUKINSA è approvato in più di 55 paesi tra cui gli Stati Uniti, la Cina, l’Unione Europea, la Gran Bretagna, il Canada, e l’Australia. Recentemente l’Agenzia Europea per i Medicinali ha approvato BRUKINSA per il trattamento di pazienti adulti affetti da linfoma della zona marginale (MZL) che hanno ricevuto almeno una precedente terapia a base di anticorpi anti-CD20 e per il trattamento di pazienti adulti con leucemia linfocitica cronica (LLC) – indicazioni non ancora rimborsate dal SSN. 

BeiGene Oncologia:
BeiGene è impegnata a sviluppare nuove molecole sia sviluppandole internamente sia in collaborazione con partner con cui condivide l’approccio allo sviluppo di farmaci innovativi e l’obiettivo di renderli accessibili per pazienti di tutto il mondo. Il nostro team di ricerca e sviluppo, in continua crescita, è attualmente composto da circa 3500 professionisti dedicati a condurre più di 100 studi clinici, in corso o pianificati, con il coinvolgimento di più di 16.000 tra pazienti e volontari sani. Il nostro portfolio è gestito principalmente da team impegnati negli studi clinici in oltre 45 paesi e regioni. Le principali aree di interesse dell’azienda sono l’emato-oncologia, le terapie mirate per i tumori solidi e l’immuno-oncologia. Inoltre, la ricerca e sviluppo di terapie mono- e combinate è una nostra priorità.

BeiGene ha costruito delle partnership con aziende innovative che condividono l’obiettivo di sviluppare terapie per rispondere alle esigenze sanitarie globali. In Cina commercializziamo diversi farmaci oncologici concessi in licenza da Amgen e Bristol Myers Squibb,EUSA Pharma e Bio Thera. A livello globale, abbiamo anche in programma di rivolgerci a aree più vase con  un bisogno medico insoddisfatto attraverso le nostre collaborazioni, ad esempio con Mirati Therapeutics, Seagen e Zymeworks. BeiGene ha stipulato un accordo con Novartis sui diritti commerciali e di co-sviluppo di un inibitore del check point immunitario PD-1 scoperto da BeiGene.

About BeiGene:
BeiGene è un’azienda biotecnologica globale che si fonda sulla ricerca scientifica e sullo sviluppo di farmaci innovativi e accessibili, con l’obiettivo di migliorare l’accesso ai trattamenti per i pazienti in tutto il mondo. Grazie a un ampio portfolio di oltre 40 candidati clinici, grazie alle competenze interne e alle collaborazioni, stiamo accelerando lo sviluppo della nostra ampia pipeline di terapie. Siamo impegnati a migliorare radicalmente l’accesso ai farmaci per due miliardi di persone in più entro il 2030.   BeiGene ha un team globale di oltre 9,000 membri in costante crescita nei cinque continenti ed uffici in Cina, Stati Uniti e Svizzera. Per saperne di più su BeiGene, visita www.beigene.com e seguici su Twitter all’indirizzo @BeiGeneGlobal.

Bibliografia
Tam, C.S., Opat, S., D’Sa, S., Jurczak, W., Lee, H.-P., Cull, G., Owen, R.G., Marlton, P., Wahlin, B.E., Sanz, R.G., et al. (2020). A randomized phase 3 trial of zanubrutinib vs ibrutinib in symptomatic Waldenström macroglobulinemia: the ASPEN study. Blood 136, 2038–2050. 10.1182/blood.2020006844.

  1. Lymphoma Research Foundation (2020). Understanding Waldenström Macroglobulinemia Lymphoma. Url: https://lymphoma.org/wp-content/uploads/2021/12/LRF-Waldenstrom-Macroglobulinemia_Factsheet.pdf
  2. Lymphoma Research Foundation (2020). Waldenström Macroglobulinemia. Consultato 2020. Url: https://lymphoma.org/understanding-lymphoma/aboutlymphoma/nhl/wm/
  3. Buske, C., Sadullah, S., Kastritis, E., Tedeschi, A., García-Sanz, R., Bolkun, L., Leleu, X., Willenbacher, W., Hájek, R., Minnema, M.C., et al. (2018). Treatment and outcome patterns in European patients with Waldenström’s macroglobulinaemia: a large, observational, retrospective chart review. Lancet Haematol 5, e299–e309. 10.1016/S2352-3026(18)30087-5.                                                                          BEIGENE

LO STUDIO ASPEN (NCT03053440) – STUDIO REGISTRATIVO DI FASE 3 DI CONFRONTO DEGLI INIBITORI DI BTK ZANUBRUTINIB E IBRUTINIB NELLA MACROGLOBULINEMIA DI WALDENSTRÖM (WMLo studio ASPEN è uno studio registrativo randomizzato di fase 3 multicentrico, in aperto, che confronta zanubrutinib con ibrutinib in pazienti con macroglobulinemia di Waldenström (WM) recidivata/refrattaria o naive al trattamento. Si tratta del primo studio randomizzato di fase 3 che confronta due inibitori della tirosino-chinasi di Bruton (BTK) ed è, ad oggi,  il più grande studio prospettico randomizzato di fase 3 nella WM

  • Studio di fase 3, randomizzato, in aperto, per confrontare l’inibitore di BTK di nuova generazione altamente selettivo zanubrutinib a ibrutinib, inibitore di BTK di prima generazione, in pazienti con WM che necessitavano di trattamento sulla base dei criteri di risposta alla terapia aggiornati dal VI Workshop Internazionale sui Criteri di Risposta della Macroglobulinemia di Waldenström (IWWM-6).
  • Pazienti con mutazione MYD88 randomizzati 1:1 a ricevere ibrutinib alla dose approvata di 420 mg una volta al giorno o zanubrutinib 160 mg due volte al giorno in cicli di 28 giorni fino a progressione di malattia o intolleranza (coorte 1).
  • Randomizzazione stratificata in base alla mutazione del gene CXCR4WHIM (CXCR: recettore delle chemochine di tipo 4; sindrome WHIM: verruche,ipogammaglobulinemia, infezioni e mielocatessi) e al numero di terapie precedenti.i
  • La coorte 2 non randomizzata includeva pazienti con il gene MYD88 wild-type (MYD88WT) o con stato di mutazione del gene MYD88 non determinato che hanno ricevuto zanubrutinibi
  • Il protocollo consentiva l’interruzione del trattamento per 2 cicli consecutivi e  2 riduzioni di dose per trattare tossicità ricorrenti correlate al trattamento di grado 3/4.
  • Nella coorte 1 non era consentito il cross-over in caso di progressione di malattia o intolleranza.
  • Sono stati arruolati 211 pazienti in centri di ricerca in Australia, Europa e Stati Uniti.
  • Endpoint primario di efficacia: Proporzione di partecipanti che hanno ottenuto una risposta completa (CR) o una risposta parziale molto buona (VGPR) nella coorte  secondo i criteri di risposta aggiornati del 6° Workshop Internazionale sulla WM (IWWM-6) valutati da un comitato di revisione indipendente.Endpoint secondari rilevanti: Tasso di risposta maggiore (MRR), sopravvivenza libera da progressione (PFS), durata della risposta (DOR), carico di malattia e sicurezza, sopravvivenza globale (OS) e qualità di vita (QoL).
a dx. Dr. Marco Sartori General Manager BEIGENE
a dx. Dr. Marco Sartori General Manager BEIGENE con il Dir. 24orenews

BEIGENE ITALY SrL
Dr. Marco Sartori – General Manager

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