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IL PRIMO TRAPIANTO DEL GENERE IN ITALIA
 
Per la prima volta in Italia, un paziente amputato è stato sottoposto a un doppio trapianto di mani. L’intervento chirurgico è durato la bellezza di sei ore ed è stato effettuato nella notte tra lunedì e martedì al San Gerardo di Monza. La paziente sottoposta al trapianto è una donna di 52 anni, che aveva subito l’amputazione degli arti inferiori e superiori (piedi e mani) a causa di un grave caso di setticemia. Ha operato l’equipe del prof. Massimo Del Bene, primario di Chirurgia plastica e della mano dell’ospedale lombardo e direttore dell’Unità operativa di Chirurgia plastica ricostruttiva, chirurgia della mano e microchirurgia ricostruttiva. Del Bene ha illustrato i dettagli del trapianto nel corso di una conferenza stampa spiegando, tra l’altro, che sono state utilizzate “per la prima volta cellule staminali preparate mesi prima, congelate e scongelate 24 ore prima dell’intervento”.

 

Non è la prima volta al mondo che viene eseguito un trapianto di mani: il primo trapianto avvenne nel 1998 in Francia (e nell’equipe che operò c’era anche l’italiano Mario Lanzetta) ma il paziente venne sottoposto, nel 2001, all’amputazione della mano perché si rifiutava di assumere i farmaci antirigetto; il doppio trapianto di mani avvenne invece nel 2000 di nuovo a Lione.

 

Il primo trapianto di mano in Italia, invece, è stato eseguito dieci anni fa proprio da Mario Lanzetta, oggi direttore dell’Istituto italiano di chirurgia della mano, che ha criticato l’intervento di questi giorni perché “sulla base dei criteri internazionali l’età della paziente è troppo avanzata: a cinquant’anni le possibilità di recupero a livello di rigenerazione nervosa sono inferiori”.

 

14ottobre2010

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