malattia di Batten
Malattia Di Batten

Dubbi sulla malattia di Batten?

Malattia di Batten è il nome originariamente impiegato per definire la forma classica di ceroidolipofuscinosi neuronale giovanile; oggi, invece, il termine ha una valenza più generica, e si usa per definire anche l’intero gruppo delle ceroidolipofuscinosi neuronali (NCL), un insieme ampio ed eterogeneo di patologie neurodegenerative di origine genetica. Le NCL fanno parte delle malattie da accumulo lisosomiale (LSD, Lysosomal Storage Disease), in quanto dovute al graduale ammasso di sostanze dannose in corrispondenza dei lisosomi, piccoli organelli cellulari con funzione digestiva. Tali sostanze dannose sono di natura proteica e lipidica, e si accumulano nel tempo perché gli enzimi necessari alla loro eliminazione non sono in grado di funzionare normalmente. La causa di questo malfunzionamento è rappresentata da mutazioni che si verificano in un ampio numero di geni (sono 14 quelli attualmente conosciuti), ognuno dei quali è alla base di una specifica variante di NCL.

La presentazione clinica delle singole forme di ceroidolipofuscinosi neuronale varia enormemente ma, essendo i neuroni le cellule più colpite dall’intossicazione lisosomiale, tutte queste patologie sono accomunate dal rapido declino di facoltà cognitive e di varie funzioni neurologiche. Per quasi tutte le NCL non esiste una specifica terapia, anche se, negli ultimi anni, la ricerca ha compiuto notevoli passi avanti. Per la ceroidolipofuscinosi di tipo 7 (malattia CLN7), ad esempio, negli Stati Uniti è attualmente in corso la sperimentazione di un possibile trattamento. In Italia, la forma più diffusa di NCL è la ceroidolipofuscinosi di tipo 2 (malattia CLN2).

I bambini colpiti dalla malattia sembrano inizialmente sani, ma attorno al secondo anno di vita cominciano a manifestarsi i primi sintomi: ritardo di acquisizione del linguaggio e crisi epilettiche”, spiega il prof. Nicola Specchio, Responsabile dell’Unità Epilessie rare e complesse presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

In seguito, la sintomatologia diviene più complessa: le crisi epilettiche diventano più frequenti, spaziando da convulsioni a episodi di natura mioclonica, compare un disturbo della deambulazione caratterizzato da notevoli problemi di equilibrio e si manifesta un progressivo deficit cognitivo. I bambini affetti perdono tutte le competenze cognitive, fino a raggiungere una condizione di vera e propria demenza. Infine, si manifestano disturbi visivi che gradualmente portano alla cecità. Il decorso della malattia è purtroppo molto rapido”.

L’aspettativa di vita dei bambini colpiti da questa malattia è limitata, e il decesso avviene solitamente tra i 10 e i 15 anni.Fortunatamente, però, per i pazienti con malattia CLN2 un trattamento specifico esiste, approvato di recente anche in Europa. Si tratta di cerliponase alfa, una terapia di sostituzione enzimatica (ERT) che viene introdotta direttamente nel liquido cerebrospinale, tramite iniezione intratecale, e che ha dimostrato di poter ridurre significativamente il deterioramento della capacità di movimento e di linguaggio dei pazienti.

Ora abbiamo la possibilità di curare i bambini affetti da questa patologia somministrando l’enzima mancante, che, a causa della mutazione genetica, non viene prodotto”, chiarisce il Prof. Specchio, che ha partecipato alla sperimentazione clinica del farmaco presso l’Ospedale Bambino Gesù. Da oggi, sul sito web dell’Osservatorio Malattie Rare (O.Ma.R.), proprio il Prof. Nicola Specchio sarà disponibile a fornire, attraverso il servizio di consulto medico online “L’esperto risponde”, il proprio parere a chiunque abbia bisogno di risposte o chiarimenti sulle ceroidolipofuscinosi neuronali.

Per poter usufruire del servizio, in modo completamente gratuito, è sufficiente recarsi alla pagina de “L’esperto risponde”, sul sito di O.Ma.R., scegliere lo specialista a cui si vuole rivolgere il quesito – in questo caso, appunto, il Prof. Specchio – seguire le istruzioni e compilare l’apposita scheda.

La risposta, poi, sarà pubblicata direttamente online, nella pagina dedicata all’esperto interpellato.

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