Milano, Palazzo Cusani, Via del Carmine 8
dal 28 maggio 2021 al 25 giugno 2021Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria
lunedì – giovedì 10.00 – 18.30
venerdì 10.00 – 21.30 (dalle 17.30 inizierà l’evento)
Per prenotarsi contattare: palazzocusanimilano@gmail.com
+39 346 6672375
+39 327 2906781
Davide Ausenda, Alice Capelli e Marco Vignati
a cura di Michael Camisa e Sophia Radici
Inaugurata il 28 maggio, nelle sale nobili di Palazzo Cusani, la mostra Tramestio a cura di Michael Camisa e Sophia Radici. I protagonisti sono tre artisti milanesi under 30: Davide Ausenda (1994), Alice Capelli (1997) e Marco Vignati (1994). L’immaginario collettivo ha subito un cambiamento: la pandemia di COVID-19 ha costretto una riprogrammazione quotidiana delle nostre azioni generali, vincolate all’interno delle proprie abitazioni per diversi mesi. Le generazioni Millennials e Post-Millennials hanno visto i propri sogni spegnersi ulteriormente a causa dell’obbligo a rimanere fermi, nonostante la loro mente non lo sia mai stata.
L’ambiente domestico è diventato così sia prigione, sia officina creativa: ricordi, ambizioni, perplessità si sono mischiati tra loro. La mostra è una risposta al ribaltamento epocale che ogni individuo ha vissuto e che continua a vivere. Le alterazioni hanno colpito la dimensione spaziale, nella quale pubblico e privato sono diventati un tutt’uno all’interno di un tempo sospeso nel quale abbiamo udito un costante rumore di fondo: il tramestio. Il tramestio è il movimento e il rumore di un mescolamento, del mestare nel torbido. Il tessuto in cui si crea questo brusio è complesso, eterogeneo, confuso e quasi ruvido, ma al contempo fluido. Ausenda, Capelli e Vignati sentono di dover parlare di questo “tramestare” prolungato e continuo, quel movimento confuso di pensieri, informazioni, persone. All’origine c’è una voglia di fare che vuole essere ascoltata
e riconosciuta, che non tramonta con la reclusione. Gli artisti intendono trasformare quel tramestio iniziale in una ragione di leggerezza.
Le opere presentate in mostra sono state appositamente realizzate per l’occasione, sono site-specific: si pongono l’obiettivo di comunicare attivamente con Palazzo Cusani, studiandone le caratteristiche, la sua valenza storico-culturale e istituzionale. Gli artisti
propongono una doppia “sceneggiatura”: nel Salone d’Onore, luogo esclusivo e cuore pulsante delle relazioni ufficiali, vengono presentate opere di forte impatto, ma ancora chiuse alla totale comprensione; nelle sale attigue, invece, si compone un mosaico di identità. Riflettendo sul concetto di pubblico e privato, gli artisti si sono soffermati sull’atmosfera che si crea negli ambienti istituzionali in relazione a spazi più intimi:
vengono orditi ricordi soggettivi e universali, conducendo il fruitore in un percorso capace di creare in lui un tramestio interiore, che non si ferma alla superficie visiva.
Davide Ausenda mette in esame le parentesi in sospeso legate alle domande spontanee infantili-adolescenziali e i dubbi che si sviluppano nelle varie età; Alice Capelli si confronta con un mondo più fisico e corporeo, contro la feroce mattanza dell’uomo; Marco Vignati indaga la memoria come motivo di scontro interiore cercando di cancellare l’immagine iniziale, anche fotografica.
Sono creazioni che evidenziano e valorizzano l’aspetto perturbante del Palazzo: la possessione e il piegamento degli oggetti risiedenti in un luogo – come sedie, tavoli e
polvere – che comunicano con vite passate e presenti; gli stralci di un corpo che rimangono attaccati a un contesto che apparentemente non ti appartiene; la volontà di far sì che lo spettatore, con un gesto, possa alterare l’immagine del ricordo. I visitatori diventano argonauti dell’ignoto, forse capaci non solo di osservare, ma anche di ricevere. – Michael Camisa e Sophia Radici Qui e ora, stanza dopo stanza, lo spettatore intraprende un viatico di conoscenza dentro lo sguardo di tre artisti in cammino fuori e dentro di sé.
Nel coraggioso tentativo di dialogare con la storia e memoria di Palazzo Cusani, rivendicano un loro spazio, come a dire: “Adulti e istituzioni, esistiamo! Siamo il frutto del vostro disinteresse, resilienti perché produciamo rumore, alla lunga assordante e logorante”. […] Le opere esposte,da guardare con la mente, narrano viaggi metaforici intorno a un misterioso arcipelago di una generazione fluida, connessa in bilico tra natura e virtualità. Il passato e il presente sono qui intesi come dispositivi del pensiero, motori di ricerca e coscienza critica, che scavano nella condizione umana, dannatamente fragile, alla ricerca di identità molteplici. – Jacqueline Ceresoli
L’esposizione è patrocinata dal Comune di Milano, dalla Città Metropolitana di Milano, dalla Commissione Europea, dall’Associazione Rotary Club Madonnina e dagli enti che risiedono a Palazzo Cusani come il N.A.T.O. Rapid Deployable Corps Italy e il Circolo Unificato dell’Esercito Italiano.
Sponsor della mostra è FABBRO FOOD S.p.A., azienda che lavora da decenni nel mondo della ristorazione collettiva e della sostenibilità, offrendo servizi con elevati standard qualitativi, scegliendo le materie prime e lavorando esclusivamente con propri dipendenti e con una gestione diretta. Le brochure è un’edizione limitata di 500 copie il cui concept rispecchia il tema della mostra: pagine scomponibili che creano un “mescolamento” nella loro unione, restando indipendenti come “poster estraibili”. Il materiale cartaceo è reso possibile grazie al contributo di ERRESTAMPA s.r.l., azienda bergamasca di stampe di alta qualità offset, che sottolinea il connubio tra editoria e mondo artistico.
Partner è l’Accademia di Belle Arti di Brera in quanto si condividono obiettivi comuni: promuovere e organizzare la ricerca nel settore delle arti visive per valorizzare e conservare il patrimonio artistico. Nel rispetto della storia e della propria identità, legata alla vicenda artistica di Milano, collabora con istituzioni culturali pubbliche e private della città, garantendo la libertà di ricerca e di apprendimento ai propri studenti.