DANTEDI
Entrambe di Firenze, hanno partecipato, nel dicembre 2019, al bando del “Comitato nazionaleper le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri”, presentando il progetto teatrale “In fuga dall’ingiusta pece”. Il Comitatoha concesso il patrocinio a tale evento e inserendolo nel cartellone delle Celebrazioni tra i cento progetti selezionati. Il lavoro consiste in una rievocazione in forma drammaturgico/poetica della vicenda personale e processuale nella quale fu coinvolto Dante Alighieri.
CHIAMATA ARTISTA
CHIAMATA ARTISTA
Nel titolo In fuga dallingiusta pece” sono riassunti i temi trattati nello spettacolo: la condizione di esule/migrante (la sentenza del 10 marzo 1302 fu emessa in contumacia, poiché Dante si rifiutò di presentarsi ai Giudici, ritenendo che il processo fosse frutto di una persecuzione politica ordita nei suoi confronti e che, dunque, lunica salvezza fosse fuggire da una giustizia ingiusta); la pretestuosità delle accuse mosse e lingiustizia della condanna (nei Canti XXI e XXII dellInferno, Dante raffigura i condannati per baratteria – reato del quale egli fu accusato – immersi nella pece).

Nella solitudine dellesilio, Dante riflette e commenta sul suo stato di esule forzato, sulluso distorto della giustizia quale strumento per estromettere avversari politici e sulla sua scelta di non difendersi da false accuse infamanti.
In unatmosfera tra lonirico e il reale, sulla scena si materializzano i personaggi che hanno popolato questa tragica fase della vita di Dante e sono stati trasfigurati o citati nella sua Commedia: dai neri diavoli” dei Canti XXI e XXII dellInferno – i quali assumono le sembianze dei suoi persecutori -, ai signori che lo hanno accolto e ospitato. Davanti a loro, Dante da accusato si trasforma in accusatore, anche se rimarrà per sempre un confinato”.


L’obiettivo della “Chiamata”, lanciata in occasione del Dantedì, è quello di costruire una scenografia poliedrica ottenuta con la proiezione anche simultanea delle immagini delle opere che saranno inviate dagli Artisti.

Il processo al Poeta – evento ignorato dai pittori di ogni epoca – diviene così un gioco caleidoscopico, nel quale le varie immagini si intersecano e si dissolvono l’una nell’altra, disegnando il clima evocato dal testo. In questo modo si verrà a comporre un mosaico di immagini attraverso cui il processo viene “sublimato” nell’opera d’arte e da questa restituito secondo l’inventiva e la sensibilità dell’artista.
Il testo è costituito dall’intreccio dei brani tratti dalle opere di Dante con i commenti, elaborati da studiosi e critici d’arte. delle  opere giunte in risposta alla “Chiamata” .  Le parole sono accompagnate in sottofondo da musiche composte appositamente ed eseguite dal vivo.
Col Patrocinio dei Comuni di Firenze, Ravenna e Verona, la “Chiamata agli Artisti” ha quindi come obiettivo quello di raccogliere opere di Artisti contemporanei sul temade il processo a Dante Alighieri eseguite con qualsiasi tecnica espressiva bidimensionale.

Per rispondere a
lla “Chiamata”, ogni Artista può inviare, una o più foto in alta risoluzione, di una sua opera inedita esclusivamente inerente al tema: il processo a Dante.  

Lo spettacolo teatrale debutterà, in prima nazionale a Ravenna il 14 settembre 2021, mentre, la prima replica è prevista a Firenze per il 21 settembre 2021 e la seconda al Teatro Ristori di Verona.
Ulteriori dettagli come gli orari e le date delle altre repliche saranno comunicate attraverso la pagina ufficiale dei “Beni Culturali – Comitato nazionaleper le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri

IN FUGA DALLINGIUSTA PECE – Comitato nazionale per la celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri (beniculturali.it)
alla pagina dedicata del Magazine Arte e Artiwww.artearti.net/magazine/dante-ingiusta-pece/ (dalla stessa pagina degli organizzatori è possibile scaricare il bando completo).
Per ulteriori informazioni gli Artisti possono scrivere all’indirizzo: redazione@artearti.net


Si ringrazia l’Harvard Art Museums/Fogg Museum per aver gentilmente concesso l’uso dell’immagine dell’opera di Dante Gabriel Rossetti, Giotto dipinge il ritratto di Dante del 1859, divenuta immagine guida dell’evento.  L’acquerello rappresenta Giotto, con le fattezze dell’artista Rossetti, mentre ritrae il sommo Poeta. Così come l’artista preraffaellita si è concesso la licenza di dare il suo volto al pittore di Vicchio, così gli Artisti contemporanei sono invitati a creare una rappresentazione del processo a Dante, in totale libertà espressiva e adottando metafore, simbologie o licenze artistiche, tanto più che l’evento dell’udienza non vide la presenza dell’Alighieri, che fu condannato in contumacia.  Dante Alighieri venne condannato all’esilio nel 1302 dal Comune di Firenze “per baratteria, frode, falsità, dolo, malizia, inique pratiche estorsive, proventi illeciti, pederastia” Con tre distinti processi e tre distinte sentenze Dante fu condannato dal podestà di Firenze, Cante de’ Gabrielli di Gubbio, nominato dalla fazione dei Neri, al pagamento di una multa di 5000 fiorini da corrispondere entro 3 giorni, alla confisca dei beni e all’esilio prima temporaneo, poi perpetuo, ed infine a morte, prima sul rogo poi per decapitazione.
Vi fu anche un processo postumo per eresia che però non giunse a conclusione.

Aldilà dei fatti storicamente accaduti, gli artisti del nostro tempo sono chiamati a celebrare Dante prendendo in considerazione l’evento che cambiò per sempre il corso della sua vita e di tanti altri a lui vicini.

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