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la zucca la zuccaa i suoi valori energetici        GUSTARE L’ITALIA

La zucca  è un vegetale eclettico per eccellenza. E’ dolce ma non ingrassa. E’ ipocalorica, ma sazia a volontà. E’ ottima come antipasto, ma anche come desse  rt. Vuota o piena, pesante o leggera, estiva o invernale, ornamentale o commestibile, la zucca è un vegetale eclettico.

 

La si può gustare a tavola, ammirare nelle tele dei pittori o nelle forme decorative di fantasiosi artigiani, si può farne fioriere e zuppiere, beneficiarne come sciroppo ricostituente o crema emolliente per la pelle.Allegra, dilagante, trasformista e, se vogliamo, anche un po’ trasgressiva. 

 

Perché, per essere un ortaggio, la sua polpa è dolce come quella di un frutto. 

Un dolce particolare però, solare e fondente, che in gastronomia, rende inconfondibile il sapore del ripieno dei tortelli di alcune regioni della Bassa padana dove in cucina la zucca è di casa. GUSTARE L’ITALIA LA ZUCCA

Alle sue molte virtù, tra l’altro, l’umile zucca aggiunge un particolare che forse non molti conoscono: quella di essere un prodotto “biologicamente corretto”.

 

Crescendo senza problemi su terreni qualitativamente poveri, infatti, non ha bisogno di concimi chimici. In caso di attacchi di parassiti, inoltre, può essere curata con prodotti tradizionali usati anche in agricoltura biologica – come lo zolfo – invece che con i moderni pesticidi.

 

Una notizia che, se più ampiamente diffusa, potrebbe favorire il consumo della zucca oltre ogni previsione. E se la secolare cucurbita diventasse il cibo trendy del terzo millennio?

 

L’etimologia del termine “zucca” è incerta. Secondo il dizionario Zingarelli, potrebbe derivare dal latino cocutia (“testa”), successivamente trasformato in “cocuzza”, “cozucca” e, infine, zucca.

Le varietà di zucche sono moltissime e diverse da paese a paese.

L’origine della famiglia delle zucche è sconosciuta. Gli Egiziani, i Romani, gli Indiani d’Oriente, gli Arabi, gli africani del Niger danno testimonianza della loro conoscenza e coltivazione, seppure di varietà diverse. Così come diverse furono quelle portate da Colombo.

Ma allora la zucca da dove arriva? Grande o piccola, oblunga, bislunga o tonda, liscia o rugosa, costoluta o bitorzoluta, verde, gialla o striata, la zucca non è nata in Italia. Arrivò, addirittura, dall’India e gli esperti,  catalogandola come Lagenaria vulgaris,  ne fecero a priori un cibo per mense contadine, che nei secoli avrebbero però originato ricette squisite.

Poi, con la scoperta dell’America, giunsero una dopo l’altra zucche grandi come le tre cucurbite: pepo, maxima e moschata.

Colpirono la fantasia, ma piacquero anche al palato, tanto che ne sono derivate le specie oggi più’ diffuse e consumate in Lombardia, Veneto ed Emilia, le regioni dove l’ortaggio si è meglio acclimatato, dov’è coltivato in maniera intensiva in piccole aree e dove il suo consumo è abituale tutto l’anno.

La zucca appartiene alla grande famiglia delle Cucurbitacee della quale fanno parte, per esempio, anche i cetrioli e i cocomeri.

Ai tempi dei romani, svuotata della polpa ed essiccata, la zucca diventava un contenitore leggero ed impermeabile, usato, per esempio, per trasportare il sale o il vino, il latte o i cereali.

A seconda della forma, da alcune zucche sono stati ricavati anche piatti. Ciotole e cucchiai o, addirittura, strumenti musicali come maracas sudamericane.

A cura di Giorgio Cortese

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