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Natale: per il brindisi si afferma ancora il “made in Italy”

Per le prossime feste natalizie sarà la riscossa dello spumante “made in Italy”. Dopo le lievi flessioni registrate dai consumi nei mesi scorsi, per le “bollicine” nostrane assisteremo ad una vera e propria affermazione sulle tavole degli italiani. Tra Natale, Capodanno ed Epifania salteranno in aria circa 95 milioni di tappi nazionali, con un aumento, in quantità, del 2,5 per cento rispetto al 2009 e con una spesa complessiva di circa 900 milioni di euro (il 2 per cento in più nei confronti dello scorse festività). A sottolinearlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori per la quale viene premiato l’ottimo rapporto qualità-prezzo delle nostre produzioni.

Ad allietare le tavole delle feste saranno, dunque, otto bottiglie su 10 di spumanti dolci e aromatici nazionali (Asti Docg e Prosecco Doc Conegliano Valdobbiadene in testa). Dall’inizio di dicembre e fino all’Epifania si stapperanno nelle nostre case e nei locali 112 milioni di bottiglie nazionali e poco più di 5 milioni di importazione (Francia e Spagna in particolare). D’altra parte, circa il 70 per cento del consumo nazionale avviene proprio in 25 giorni (dal 10 dicembre al 6 gennaio). La Cia sostiene che il 65 per cento delle bottiglie di spumante verrà stappato in famiglia. A prevalere nelle case degli italiani sarà lo spumante dolce (58 per cento), seguito da quelli secchi e brut e dallo champagne. E questo conferma che la qualità delle nostre produzioni continua ad essere una formidabile arma vincente, visti i consensi che esse stanno registrando.

D’altra parte, i numeri parlano chiaro: più di 2,7 miliardi di euro il giro d’affari globale; nel 2009 oltre 329 milioni le bottiglie vendute, 305 milioni (92,5 per cento del totale) con metodo Charmat-italiano (Asti, Prosecco) e 24 milioni (7,5 per cento del totale) con metodo classico (Trento Doc, Oltrepò Pavese, Franciacorta). L’Italia, con circa 175 milioni di bottiglie, dopo la Francia con 197 milioni di bottiglie e prima della Spagna con 157 milioni, è il secondo paese al mondo per l’esportazione di “bollicine”.  Le nostre “bollicine” -rileva la Cia- continuano ad avere, nonostante la crisi, il loro appeal sui mercati internazionali. Gli spumanti italiani occupano, infatti, spazi significativi e danno battaglia ai “francesi”. All’estero fanno segnare un aumento record del 21 per cento dell’export. I principali consumatori di spumante “made in Italy” sono gli statunitensi e i tedeschi. Un positivo trend si sta, comunque, registrando anche in Giappone, Russia e Gran Bretagna. In crescita l’export in mercati come la Svizzera, la Svezia e soprattutto la Cina, sempre più conquistata dalla tradizione e dalla qualità delle produzioni nazionali. Per gli spumanti italiani le feste di fine anno sono, dunque, un momento di crescita importante e significativa. Un successo che -rileva la Cia- si riscontra in particolare tra i giovani che stanno riscoprendo il sapore e l’aroma caratteristici degli spumanti. In testa alle preferenze quelli dolci, ma sono in netta ascesa anche i secchi, brut e quelli prodotti con metodo classico. La Cia ricorda, infine, che anche nel periodo delle festività natalizie l’uso degli spumanti, come tutti gli alcolici, deve rimanere nella giusta moderazione.
www.cia.it

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