L’apertura del traforo del Monte Bianco, al termine di tre anni di lavoro sui due rispettivi fronti, francese e italiano, con l’impiego di oltre 700 tonnellate di esplosivo, segnò un’epoca e una rivoluzione per le comunicazioni commerciali tra Francia e Italia, con gli autotrasportatori e gli automobilisti finalmente liberati dall’incubo di varcare il confine inerpicandosi su impervie stradine di montagna con il rischio concreto di dover fare dietrofront alla prima nevicata.

La mastodontica opera ingegneristica, una galleria di 11,6 km, allora la più lunga del mondo, scavata attraverso la montagna più alta d’Europa, consentì il transito rapido da Courmayeur, in Val D’Aosta, a Chamonix, in Alta Savoia. L’incontro tra gli operai italiani e francesi, con la caduta dell’ultimo diaframma di roccia nel cuore del Monte Bianco, avvenne il 14 agosto 1962, ma l’inaugurazione ufficiale dell’opera si tenne il 16 luglio del 1965 alla presenza del Presidente della Repubblica italiana, Giuseppe Saragat e del Presidente francese Charles De Gaulle. Il traforo consiste in una galleria unica a doppio senso di circolazione scavata per quasi 4 chilometri in territorio italiano e nei restanti 7.640 metri in quello francese. Dal giorno dell’inaugurazione vi sono transitati oltre 60 milioni di veicoli. Nel 1999 uno spaventoso incidente innescato dal ribaltamento di un camion causò la morte di 39 persone e impose la chiusura dell’opera per 3 anni. Fu riaperta soltanto nel 2002 dopo la messa in opera di più moderni sistemi di sicurezza e l’adozione di un limite di marcia all’interno del traforo fissato a 60 Km orari, oltre all’introduzione del divieto di sorpasso.
