Courtesy © Fondazione Lucio Fontana, by SIAE 2023 IMG5979

Il Museo del Novecento di Firenze, diretto da Sergio Risaliti, ha iniziato il 2023 con una serie di mostre davvero notevoli. Dopo quella di Kami, artista iraniano che vive a New York, e che, fra l’altro, espone da tempo da Gagosian, la più importante Galleria di arte contemporanea al mondo, ora ha da poco inaugurato la mostra dedicata a Lucio Fontana assieme a Alberto Giacometti. Un connubio sorprendente che ci ha saputo raccontare, anche se con poetiche profondamente diverse, una inaspettata sinergia fra i due artisti.
La cosa interessante di queste due esposizioni è che, oltre ad essere visibili nella sede del Museo, davanti a Santa Maria Novella, sono ramificate in luoghi iconici di Firenze.
Kami, ad esempio, ha esposto una sua opera nella cripta della chiesa di San Miniato dove all’opening della mostra un abate ha cantato dei salmi in presenza di Kami e di noi visitatori, a fianco all’opera che rappresentava due mani giunte di questo artista iraniano, con a fianco, sulla parete adiacente, una struggente madonna col bambino scolpita dal Michelozzo.
Ma non solo. Kami lo ritrovavamo anche con un trittico dei suoi iconici ritratti, densi di sfumature, quasi impressionisti, che caratterizzano la sua particolare poetica, nel Salone del ’500 di Palazzo Vecchio. E infine altre sue opere, i visitatori del Museo del Novecento, le potevano ritrovare al Museo degli Innocenti.
E tali connessioni con le meraviglie storiche di Firenze le abbiamo rivissute anche con la seconda mostra di Fontana e Giacometti, di questi due assoluti giganti del nostro Novecento.
Questa volta ritroviamo alcune loro sculture nel livello superiore di Palazzo Vecchio, luogo inaspettato, che fa vivere allo spettatore l’esperienza, prima di attraversare le magnifiche sale affrescate dal Vasari, e non solo, per arrivare infine in due stanze dove le sculture dei due grandi protagonisti del nostro XX secolo in bilico fra la dimensione primordiale del tempo e quella cosmologica dello spazio, convivevano splendidamente assieme alle decorazioni originali del Palazzo.

© Fondazione Lucio Fontana, by SIAE 2023 IMG6011
Courtesy © Fondazione Lucio Fontana, by SIAE 2023 – IMG6011

La vasta mostra ancora in corso al Museo del Novecento è invece tutta dedicata a Lucio Fontana con disegni e sculture di grande impatto emozionale.
La ricerca dell’assoluto è ciò che unisce la poetica di questi due giganti. Mentre Lucio Fontana (1899-1968), ci racconta Chiara Gatti che assieme a Risaliti ha curato la mostra, “cercava l’infinito della vita, tra mondo naturale e spazio cosmico, proiettando la mente oltre la superficie della tela e nella trasformazione pre-logica della materia, Alberto Giacometti (1901-1966) scrutava l’essenza dell’esserci, al di là della presenza, a partire da uno “stare sulla terra” di matrice heideggeriana, ma spogliando di ogni dato superfluo l’immagine, orfana di corporeità, sensualità, gravità, ridotta a uno stelo dell’anima, un concentrato in potenza di vita e, insieme, caducità”.
Sergio Risaliti, ancora una volta, è riuscito a fare vivere al visitatore oltre alla qualità dell’esposizione presso il suo Museo, alcune chicche di grande impatto emotivo della sua mostra in dialogo con i luoghi storici che Firenze ha la fortuna di possedere.
E la connessione fra antico e contemporaneo è sempre una operazione che scatena ulteriori positive riflessioni sul visitatore.

Sergio Buttiglieri

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