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RIAPRE IL MUSEO DI VILLA BERNASCONI A CERNOBBIO (Como):

LE #VOCIDIVILLA TORNANO A RISUONARE

TRA LIBERTY E NUOVE TECNOLOGIE

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Cernobbio  riapre al pubblico – dopo alcuni lavori di restauro – il Museo di Villa Bernasconi, l’originale realtà museale ospitata nell’omonima splendida villa Liberty a Cernobbio, sul Lago di Como. Non un museo nel senso tradizionale del termine, bensì un’esperienza fatta di suggestioni e connessioni guidate dalle #vocidivilla: un percorso innovativo e interattivo tra contenuti multimediali, oggetti e documenti storici in prestito da collezioni museali e private, ma anche attraverso esperienze multisensoriali.

LE NOVITA’

Oltre ai rinnovati spazi tra cui la Mansarda, ora attrezzata per ospitare atelier creativi e didattici, la “Casa che parla” – come si autodefinisce il Museo, dove è la villa stessa a raccontarsi e a condurre i visitatori lungo un itinerario alla scoperta della sua storia e delle persone che vi hanno abitato dal 1906 in poi – si ripresenta ora al pubblico ancora più multiesperienziale e interattiva, grazie anche ai nuovi allestimenti realizzati con i contributi assegnati nell’anno 2018 da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo. A partire dalle installazioni ospitate nelle stanze della Villa, che uniscono tecnologia e storytelling, come la “Bacheca degli oggetti parlanti”, realizzata da Rataplan, in cui gli strumenti di lavoro – recuperati tra gli ex dipendenti delle Tessiture Seriche Bernasconi (Davide Bernasconi era il primo proprietario della Villa) e le ditte che ne hanno raccolto l’eredità – fanno ascoltare la propria voce ai visitatori che li toccano, grazie a speciali sensori che si attivano con il contatto.  L’installazione è progettata per essere arricchita in futuro con altri oggetti parlanti, così come la “Cassettiera interattiva dei ricordi” a cura di Sfelab che si presenta ora arricchita con cinque nuovi cassetti, tra cui quello dello stesso Davide Bernasconi. E’ una cassettiera interattiva e multimediale che permette ai visitatori di rivivere i ricordi di operai, impiegati e dirigenti: aprendo i cassetti, gli oggetti in essi contenuti si illuminano, appare il ritratto del lavoratore all’interno di una cornice multimediale, e nella credenza si animano scritte, immagini ed illustrazioni accompagnate dalla voce narrante del lavoratore che, in tono confidenziale, racconta la propria storia. Queste due installazioni sono state realizzate grazie al contributo di Regione Lombardia assegnato al Comune di Cernobbio attraverso il bando “Avviso Unico Cultura – Lingua lombarda e patrimonio immateriale”.

Un’altra importante novità è l’installazione scenografica multisensoriale “Sulle ali della seta” realizzata da un team artistico di cui fanno parte lo scenografo Ivo Tomasi, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera e perfezionatosi al Teatro alla Scala di Milano, la scenografa e decoratrice Elisabetta Guglielmo, titolare di un laboratorio di allestimenti artistici, e il fonico e musicista Giorgio Andreoli. Irrompendo tra i muri di Villa Bernasconi, le farfalle del baco da seta e la vegetazione delle sfarzose decorazioni Liberty delle facciate esterne della villa fanno il loro ingresso in una delle stanze al primo piano. Scultura, scenografia, decorazioni, luci e musiche si armonizzano in un’opera nella quale è possibile entrare, ascoltare suoni che evocano il periodo storico e l’operosità industriale dell’ingegner Bernasconi e diventare parte integrante dell’opera stessa attraverso la propria immagine, riflessa da un enorme specchio che nello stesso tempo porta alla luce i campionari delle sete prodotte sul territorio di Cernobbio e della provincia di Como. Quest’opera si riferisce al progetto in partenariato con il Museo della Seta “Ti facciamo il filo!” finanziato da Fondazione Cariplo. Ma Villa Bernasconi continua a stupire i visitatori anche con le installazioni già presenti prima della chiusura per lavori: come la videoinstallazione olografica “La cena”, a cura di OLO creative farm, che riproduce in scala 1:12 la sala da pranzo del Cavalier Bernasconi (il primo proprietario della Villa), grazie a una mini-scenografia con arredi in stile. L’installazione dà vita, tramite la tecnica oleografica, a una cena immaginaria – ma realistica per i contenuti storici tratti dal quotidiano La Provincia del 1906 – che, ispirandosi nella sceneggiatura a “Il fascino discreto della borghesia” di Luis Buñuel, racconta attraverso dialoghi, a tratti surreali, il contesto sociale di una delle famiglie più influenti dell’epoca.  Riscuote inoltre sempre grande entusiasmo anche l’installazione interattiva progettata e realizzata da Rataplan: un telefono originale degli anni Trenta opportunamente adattato e programmato per far squillare l’apparecchio a tempo e far partire, quando il visitatore alza il ricevitore, una serie di telefonate registrate. Le “telefonate” sono costituite da file audio mp4 in cui diversi attori interpretano personaggi legati, direttamente o indirettamente, alla famiglia Bernasconi: ogni chiamata ricorda un evento storico del Novecento particolarmente significativo per la famiglia, la villa e la città di Cernobbio e offre al visitatore la possibilità di vestire, per il tempo di una chiamata, i panni del “padrone di casa”.

Il museo è il fulcro di “Liberty Tutti”, progetto sviluppato dal Comune di Cernobbio in partenariato con la Cooperativa Sociale Mondovisione per creare un modello di gestione sostenibile di Villa Bernasconi che valorizzi il coinvolgimento dei giovani, sia in termini di creatività che di professionalità, avvalendosi anche delle nuove tecnologie. Per questo motivo le installazioni interattive sono state realizzate da Sfelab, Olo Creative Farm, Rataplan, Antiorario Video.

“Liberty tutti” è cofinanziato da Fondazione Cariplo (Bando Patrimonio Culturale per lo sviluppo. Anno 2015). L’iniziativa è stata inoltre realizzata con il contributo di Regione Lombardia (Bando Territori Creativi, finalizzato alla promozione dei temi moda e design attraverso le nuove tecnologie) e prevede il coinvolgimento, a vario titolo, di numerose e importanti istituzioni museali e culturali del territorio, come la Pinacoteca Civica di Como, il Museo della Seta, il Museo del Cavallo Giocattolo, il Teatro Sociale di Como, l’Associazione Arte&Arte, Como Città dei Balocchi, Fondazione Alessandro Volta, Fondazione Arte Nova.

IL CONCEPT DEL MUSEO

Il concept del museo è quello della “casa che parla”: è la stessa Villa Bernasconi, infatti, a guidare il visitatore nel percorso museale attraverso il racconto in prima persona. Una nuova idea di museo che coinvolge il visitatore attivamente ed emotivamente, ponendolo al centro della narrazione e trasformandolo in un “ospite”.  La visita, che inizia già all’esterno dell’edificio con alcune suggestioni sonore, si struttura sui due piani nobili della Villa, ma il percorso non è vincolato e il visitatore può muoversi liberamente tra le stanze, proprio come in una casa.  Al piano rialzato viene raccontato il contesto storico, artistico e culturale del periodo di edificazione della villa (ovvero i primi del ‘900 e la Belle Epoque), di cui la villa stessa ben simboleggia le trasformazioni sociali, economiche, culturali ed estetiche, e di cui rappresenta l’intrinseco spirito di modernità.  Al piano superiore viene invece raccontata la storia dell’imprenditore primo proprietario della villa, Davide Bernasconi, quella della sua famiglia e soprattutto dell’azienda da lui fondata, le Tessiture Bernasconi, con un focus sul ruolo innovativo e sulla ricaduta che la sua attività imprenditoriale ha avuto per tutto il distretto serico e per il territorio, in diretto confronto con la creatività innovativa contemporanea.

IL PERCORSO MUSEALE

La prima sala che si incontra – che funge da ingresso al percorso espositivo ed è l’unica tappa fissa – è quella che una volta era lo studio di Davide Bernasconi, il primo proprietario. La storia della villa viene raccontata in prima persona dalla voce della villa stessa, attraverso un modernissimo tavolo interattivo progettato e realizzato da Sfelab: quattro storie, a partire dalla sua costruzione e dal suo stile architettonico, illustrano tutte le funzioni che ha ricoperto da allora: da casa di famiglia a sede della Guardia di Finanza, poi del municipio, a seguire luogo dedicato a mostre ed eventi, ed infine, oggi, museo. Qui è presente anche il ritratto della villa realizzato dal pittore Matteo Galvano e donato dall’artista al museoLa hall è stata scelta per ospitare, a rotazione, un’installazione site specific di arte contemporanea a cura di Arte&Arte, che si confronterà di volta in volta con il ricco ed esuberante apparato ornamentale Liberty dell’ambiente. Questa operazione culturale vuole evidenziare, in chiave innovativa, i temi centrali del Liberty, facendo dialogare l’architettura della villa con nuovi stimoli artistici ed in particolare con la fiber art. Lo spazio si presenta ancora intatto con i suoi ricchi decori in stucco o affrescati e nobilitati dai ferri battuti della scalinata e dalle grandi vetrate a tema floreale: perfetto per l’albero di Natale di 4 metri addobbato per queste feste. Quello che originariamente era l’ingresso, la stanza in cui è possibile ammirare da vicino i decori in cemento modellato ispirati al ciclo vitale del baco da seta che caratterizzano Villa Bernasconi, diventa ora il luogo dedicato all’approfondimento del Liberty. Lo spazio è arredato con un salottino d’epoca in cui i visitatori potranno sedersi, rilassarsi, e – per chi è interessato ad approfondire tematiche legate all’Art Nouveau – consultare libri e multimedia. Qui è allestita anche la Wikistazione (la prima e unica in Italia) in collaborazione con Wikimedia Italia edè inoltre presente un telefono d’epoca al quale i visitatori potranno ricevere alcune chiamate dirette a Davide Bernasconi e ai suoi familiari ed ispirate a fatti realmente accaduti nel 1906, come documentati dal quotidiano locale La Provincia.   La sala “del pianoforte”, originariamente il salotto, racconta la vita culturale all’inizio del XX secolo, approfondendo in particolar modo l’aspetto musicale grazie a un’esperienza immersiva che riproduce musiche dei primi del Novecento attraverso l’innovativo progetto di sound design dei giovani ingegneri comaschi Isaia Piazzoli e Nadir Bertolasi: “Lumbertone” è un un’installazione particolare, dal design ispirato alle linee curve e morbide dello stile Liberty, realizzata con legno di Stradivari, l’abete della Val di Fiemme, tagliato “di quarto”, come in liuteria, per garantire migliori qualità sonore. In Villa Bernasconi anche il legno ha una voce e l’esperienza fornita dalla questa installazione è ancora più unica perché, a differenza dei diffusori tradizionali, tutta la sua superficie vibra, mettendo in movimento l’aria, e rendendo così la percezione del suono più ricca e simile a quella offerta da uno strumento musicale.

A ricreare l’ambientazione dell’epoca contribuisce anche la rinnovata quadreria concessa in prestito dalla Pinacoteca Civica di Como, appositamente selezionata all’interno della propria ricca collezione ad esemplificare bene il gusto artistico di un imprenditore come Davide Bernasconi. Anche quella che era la sala da pranzo parla della vita sociale di Villa Bernasconi, non solo attraverso un’installazione olografica che ricostruisce una cena in villa nel passato insieme alla famiglia e a ospiti illustri come l’onorevole Paolo Carcano (cui oggi è intitolata la prestigiosa scuola tecnica superiore del Setificio a Como), ma anche grazie agli eventi futuri che verranno organizzati e ospitati in questa stanza, dove a disposizione del pubblico è collocato anche un pianoforte storico della collezione Laura AlviniAl primo piano, installazioni interattive accompagnano il passaggio all’area della villa che racconta la storia della famiglia e delle industrie di Davide Bernasconi. Il ciclo di vita del baco da seta, già rappresentato nei decori esterni della villa, viene ripreso anche nell’opera artistica di Clelia Caliari. Il tema dell’innovatività nel campo del tessile viene riproposto grazie a un telaio creato dal giovane artigiano Matteo Salusso, che mostra la semplificazione del lavoro della tessitura attraverso un suo brevetto. I visitatori potranno tessere al telaio e contribuire così alla creazione di un tessuto potenzialmente infinitoQuella che era la camera matrimoniale racconta ora la vita di Davide Bernasconi e della sua famiglia. Nella stanza adiacente viene invece illustrata la storia delle Tessiture Bernasconi, non solo con materiali e oggetti storici, ma anche attraverso i ricordi delle persone che ci hanno lavorato. Prendendo spunto da uno schedario in prestito dal Museo della Seta di Como che conserva i cartellini metallici degli impiegati delle Tessiture Bernasconi, una moderna cassettiera interattiva e multimediale – ora arricchita con cinque nuovi cassetti e altrettante storie – permette infatti ai visitatori di rivivere i ricordi di operai, impiegati e dirigenti (che sono stati raccolti con una call rivolta ai cittadini): basterà aprire i cassetti che li contengono. Una stanza del percorso espositivo è infine dedicata al racconto dell’eredità simbolica delle Tessiture Bernasconi, attraverso le attività produttive attuali che riprendono nel contemporaneo il loro spirito imprenditoriale e che possono presentare, a rotazione, grazie al coinvolgimento di Confartigianato Settore Moda, i loro progetti più innovativi, come la stilista Roberta Redaelli che espone per l’occasione due capi della collezione autunno-inverno 2018-2019 “Il Giardino incantato”, in cui i quadri del pittore veneziano Vittorio Zecchin prendono vita in nuvole di seta e maglia trasportando chi li indossa indietro nel tempo in un giardino incantato, in cui sembra di sentire il profumo della mirra e di vedere il luccichio di ambra e ametista.

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LA PRIMA WIKISTAZIONE IN ITALIA

La Wikistazione di Villa Bernasconi è la prima in assoluto in Italia: posizionata nella veranda al piano rialzato, è una postazione fissa arredata con una poltroncina in stile liberty e un moderno piano di lavoro, fornito di tutto il necessario per collegare un pc portatile e lavorare connessi a internet. Ad arricchire la postazione c’è anche una ricca bibliografia sul Liberty e sulle ville del Lago di Como a disposizione di chiunque voglia apportare modifiche ai progetti Wikimedia. La Wikistazione, infatti, per il momento è destinata ai wikipediani con un po’ di esperienza, che vogliano modificare, creare o tradurre voci su Wikipedia, caricare immagini su Wikimedia Commons o creare itinerari su Wikivoyage.   E nella Wikistazione… c’è anche il Wikipassaporto! Un documento stampabile a casa o ritirabile presso il museo, dove è possibile apporre il timbro di Villa Bernasconi e quelli delle altre realtà culturali e museali che aderiranno all’iniziativa.  Per i soci di Wikimedia Italia, inoltre, l’ingresso a Villa Bernasconi è gratuito.

GLI EVENTI IN VILLA

Oltre al percorso espositivo, Villa Bernasconi ospiterà in maniera continuativa anche eventi e iniziative rivolti a grandi e bambini con uno spazio appositamente dedicato, in Mansarda.

INFORMAZIONI E CONTATTI

Orari: dal lunedì al venerdì 14-18; sabato, domenica e festivi 10-18

Biglietti: € 8,00 intero – € 5,00 ridotto. Gratis under 14 e over 75

Contatti: Tel. 031.3347209 e-mail villa.bernasconi@comune.cernobbio.co.it

www.villabernasconi.eu

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APPROFONDIMENTI

VILLA BERNASCONI – Storia e architettura

Villa Bernasconi, uno dei rari esempi di architettura Liberty sul Lago di Como ed unica villa cernobbiese aperta al pubblico, venne edificata tra il 1905 e il 1906 su progetto dell’architetto Alfredo Campanini come “casa alla moda” per l’ingegnere Davide Bernasconi che, di origine milanese, fondò le omonime Tessiture Seriche a Cernobbio sul finire del XIX secolo. E’ un luogo simbolico e molto importante per la storia della città di Cernobbio. Il richiamo all’attività imprenditoriale del proprietario è riscontrabile non solo nelle decorazioni esterne della Villa, che ripropongono il ciclo vitale del baco da seta e i frutti della pianta del gelso, un unicum nel panorama Art Nouveau, ma anche nella posizione stessa dell’edificio. La villa è infatti collocata all’interno della cosiddetta “cittadella della seta” di Cernobbio, fra quelli che furono gli uffici amministrativi delle Tessiture Bernasconi (attualmente la Biblioteca e la Scuola Media), le case fatte edificare per gli operai, i quadri e i dirigenti, nonché l’asilo (ancora attivo) progettato dallo stesso Davide Bernasconi. La villa rimase di proprietà degli eredi Bernasconi fino al 1955 quando fu venduta alla C.E.T. poi Società Autovie Lariane Valle Intelvi (S.A.L.V.I.). Fu poi per lungo tempo affittata alla Guardia di Finanza fino all’acquisto da parte del Comune di Cernobbio nel 1989.

Villa Bernasconi è una delle più significative realizzazioni italiane in stile liberty, sia per il suo progetto architettonico che rifugge ogni simmetria e sperimenta forme più morbide, libere e dinamiche, sia per la nuova concezione del suo apparato ornamentale che non è solo arricchimento della costruzione, ma si integra con essa e ne costituisce la parte viva. La sua progettazione totale e unitaria e il valore artistico dei decori sono caratteri peculiari del Liberty, che a Cernobbio, grazie anche alla presenza del maestro del ferro battuto a livello nazionale, Alessandro Mazzocotelli, toccano uno degli esiti più significativi in Italia.

DAVIDE BERNASCONI: IL PRIMO PROPRIETARIO DELLA VILLA

Davide Bernasconi nasce a Milano il 23 febbraio 1849, penultimo dei nove figli di Leopoldo e di Spirita Puricelli Guerra. Intraprende un percorso di studi all’insegna dell’eccellenza, frequentando il Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano, poi ribattezzato Politecnico, e diventando ingegnere meccanico. Tra i suoi compagni di studi in quegli anni c’era tutta l’Italia imprenditoriale del secondo Ottocento: Pio Borghi, titolare dell’omonimo cotonificio di Varano, Bartolomeo Cabella, direttore del Tecnomasio, Cesare Saldini, tecnico della progettazione ingegneristica per manifatture e opifici, Cesare Salmoiraghi, imprenditore di strumenti ottici e di alta precisione e presidente della Camera di Commercio di Milano. Fanno parte del gruppo anche Giovan Battista Pirelli, industriale della gomma, e Alberto Riva, fondatore della Riva Calzoni. Nel 1872 Davide Bernasconi raggiunge Cernobbio dopo il suo viaggio di apprendimento post laurea, durante il quale visita opifici in Francia, Germania e Svizzera. Qui assume il ruolo di responsabile tecnico presso lo stabilimento serico Giorgio Broggi & C., in un periodo in cui Como, più di altri centri, diventa il punto di riferimento del mercato tedesco dopo la guerra franco-prussiana del 1870. Già in questi primi anni, e quindi in notevole anticipo sui tempi rispetto alla situazione italiana, l’opificio, il secondo in tutta Italia, si dota di un nucleo di telai meccanici che vanno ad aggiungersi a quelli manuali, velocizzando le operazioni di lavoro: l’introduzione precoce della tecnologia d’avanguardia ammirata nei vari centri industriali Europei visitati concorre al successo della ditta e all’inizio di quello straordinario processo di affermazione di Davide Bernasconi che, da questo momento in avanti, si dimostrerà inarrestabile. Da responsabile tecnico, nel 1873 infatti l’ingegnere diventa socio della Giorgio Broggi & C. e un paio d’anni più tardi proprietario unico. Il 4 marzo 1876 sposa Maria Sciomachen, dalla quale avrà cinque figli. In quegli anni Davide Bernasconi persegue nuovi progetti di potenziamento della produzione della sua tessitura, assume la carica di presidente della Società di Mutuo Soccorso fra gli operai di Cernobbio e Comuni Uniti, entra a far parte del Consiglio Comunale e ancora promuove, nell’estate del 1880, il comitato incaricato di istituire a Cernobbio un asilo per l’infanzia, che nel 1885 si trasferisce in una sede propria, appositamente edificata e tuttora in funzione sotto il nome di Scuola per l’Infanzia Davide Bernasconi. Negli anni successivi la ditta si allarga ancora, dilatandosi sul territorio fino ad assumere l’aspetto di una vera e propria cittadella dotata di abitazioni per gli operai. Nel 1888 Davide partecipa alla costituzione della Associazione Serica di Como insieme ad altri sedici imprenditori tessili locali. Nel 1892 la moglie Maria muore prematuramente; a questa tragica scomparsa segue quella del secondogenito Felice, nel 1893. Davide Bernasconi si risposa nel 1896 con Anna Maria Bissaldi, dalla quale avrà una figlia Maria, dettà Mimì. Nel 1899 costituisce una nuova ditta quotata in borsa, le Tessiture Seriche Bernasconi: la nuova società si presenta ufficialmente in occasione della Esposizione Voltiana del 1899, un evento che intende celebrare il primo centenario dell’invenzione della pila da parte di Alessandro Volta. Da allora l’industria conosce anni di successi e ampliamenti.

All’inizio del 1900 Davide Bernasconi commissiona la costruzione di Villa Bernasconi all’arch. Campanini, dove poi si trasferisce nel 1906. Muore improvvisamente il 27 gennaio 1922 nel Principato di Monaco, presso l’Hotel Palace di Boulevard dei Mulini in cui sta trascorrendo un periodo di villeggiatura con la moglie Anna.

LE TESSITURE BERNASCONI

Già dalle origini nel 1899 e fino alla loro chiusura agli inizi degli anni ’70, le Tessiture Bernasconi contribuirono considerevolmente allo sviluppo ed alla ricchezza di Cernobbio, trasformando quello che era un piccolo villaggio di pescatori in un vero e proprio centro industriale con annesso villaggio operaio che, alla fine del 1800, grazie all’adozione dei primi telai meccanici in Italia, impiegava circa 1000 dipendenti ed esportava prodotti di qualità in tutto il mondo.

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