Nucleo centrale del programma si confermano i tre concorsi internazionali dedicati a
lungometraggi, cortometraggi e documentari
tra cui spiccano alcuni titoli, ancora inediti in Italia: Welcome to Chechnya, l’atteso documentario di David France sulla persecuzione delle persone LGBTQ+ in Cecenia, la cui proiezione – venerdì 18 settembre ore 18.00, Piccolo Teatro Strehler – realizzata in collaborazione con Amnesty International, sarà preceduta da un dibattito con Yuri Guaiana, presidente dell’associazione radicale Certi diritti e responsabile delle campagne di All Out, e con due attiviste russe in collegamento video; Si c’était de l’amour (If It Were Love) di Patrick Chiha, documentario vincitore del Teddy Award del 70° festival di Berlino, che segue la produzione e la tournée di “Crowd”, l’epica opera di danza della coreografa franco austriaca Gisèle Vienne; La Leyenda Negra opera prima di Patricia Vidal Delgado, molto apprezzata al Sundance 2020, che vede protagonista una giovane immigrata salvadoregna in lotta per adattarsi alla sua nuova scuola di Los Angeles, sullo sfondo delle nuove leggi dell’immigrazione volute da Donald Trump. E direttamente da Venezia 77, nell’ambito delle Giornate degli Autori, l’ultima fatica del regista cult di fama internazionale, Bruce LaBruce, Saint-Narcisse: definito “una fiaba pansessuale nel Canada libertario degli anni Settanta”, il film racconta di Dominic, un ventiduenne perdutamente innamorato della sua immagine, interpretato dall’astro nascente Félix-Antoine Duval.
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Concorso LUNGOMETRAGGI – quindici titoli di cui sei in anteprima italiana e uno in anteprima europea
Accanto ai già citati And The We Danced, La Leyenda Negra e Saint Narcisse, arriva in concorso l’anteprima europea di La Nave del Olvido della cilena Nicol Ruiz, una storia di finzione ambientata nel paese di Lautaro, che fonde atmosfere misteriose con un racconto di scoperta lesbica. In anteprima italiana, invece, altri cinque titoli: dall’ultima Berlinale, Kokon, opera seconda della tedesca Leonie Krippendorff, una storia di formazione con protagonista la quattordicenne Nora, sullo sfondo di un’estate caldissima nel quartiere multietnico berlinese di Kreuzberg. La proiezione – sabato 19 settembre, ore 22, Piccolo Teatro Strehler – organizzata in collaborazione con il Lovers Film Festival, sarà introdotta da Vladimir Luxuria, nuova direttrice del festival torinese. E ancora, Margen de Error della cineasta argentina Liliana Paolinelli, che segue le vicende di Iris, una cinquantenne la cui routine consolidata viene scombussolata dalla presenza di una giovane donna; Vento Seco (Dry Wind), primo lungometraggio fiction del brasiliano Daniel Nolasco, racconto dalle venature autobiografiche, ambientato in quei luoghi “dimenticati” dove la repressione omosessuale è forte e bastano pochi sguardi d’intesa per sfogare i propri istinti attraverso i vizi ‘proibiti’ della carne; The Twentieth Century di Matthew Rankin, premiato con tre Canadian Screen Awards è il ritratto romanzato dell’ascesa al potere dell’ex primo ministro canadese William Lyon Mackenzie King; e dall’Australia, la commedia queer di Monica Zanetti, Ellie & Abbie (& Ellie’s Dead Aunt), dove un fantasma invadente dà alla nipote di 17 anni alcuni consigli indesiderati sui suoi primi appuntamenti.
Tra gli altri titoli, Port Authority, che vede l’esordio alla regia di Danielle Lessovitz e Martin Scorsese come executive producer, storia ambientata nella scena voguing e delle ballroom newyorkesi, presentata in anteprima nella sezione Un Certain Regard del 72° festival di Cannes; la proiezione – venerdì 18 settembre, ore 23, Piccolo Teatro Strehler – sarà preceduta da una performance di voguing a cura di La B Fujiko, madrina di questa danza In Italia. Dalla Mostra del Cinema di Venezia 2019 arriva invece Moffie del sudafricano Oliver Hermanus, che racconta la vita di un soldato omosessuale ai tempi dell’Apartheid negli anni ’80. E ancora quattro titoli dall’America latina: Fin de siglo (End of The Century) dell’argentino Lucio Castro, una storia semplice e delicata sull’incontro di due uomini che si riscoprono dopo vent’anni; presentato durante la Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2019, Canción sin nombre della regista peruviana Melina Leon, intensa opera prima dalle tinte noir che racconta la storia di una madre in cerca di sua figlia rapita nel Perù degli anni ’80; dal Guatemala, invece, Tremors di Jayro Bustamante, un film che attraverso la travagliata storia di Pablo e Francisco, indaga come l’omosessualità possa ancora scontrarsi con la tradizione e le credenze religiose; e dal Messico, This is not Berlin, pluripremiata pellicola di Hari Sama, ritratto tagliente di Città del Messico negli anni ’80, vista attraverso gli occhi di un sensibile diciassettenne.
Concorso DOCUMENTARI – sei titoli di cui cinque in anteprima italiana
In concorso insieme a Welcome to Chechnya e Si c’était de l’amour (If It Were Love), altre tre anteprime italiane: Queering the Script di Gabrielle Zilkha, un’inedita indagine che mostra come stia cambiando il panorama delle serie tv grazie all’inclusione di creatori e sceneggiatori queer; Libertà di Savino Carbone, che racconta i diritti dei migranti Lgbtq attraverso le vicende di due ragazzi richiedenti asilo, costretti a scappare dal Senegal e dalla Nigeria perché omosessuali; All We’ve Got della nota scrittrice e sceneggiatrice statunitense Alexis Clements, un’esplorazione personale della vita di donne queer, partendo dai luoghi che esse hanno occupato, fondato e creato. La proiezione sarà preceduta dal corto fuori concorso La Isla Ignorada di Sara Merec, che indaga l’identità della comunità lesbica spagnola attraverso le storie di donne provenienti da diversi background e generazioni. Per finire, Porta(le) Venezia, il film documentario di Alberto Pattacini per la regia di Giacomo Caglio, presentato in anteprima al Milano Pride 2020, che racconta, tra storia e attualità, il quartiere milanese di Porta Venezia, luogo che da sempre accoglie “i diversi e gli esclusi” e che ha fatto della diversità un fattore di evoluzione, trasformandolo in una delle zone più vive e cool della città.
Concorso CORTOMETRAGGI – ventisette titoli di cui otto in anteprima italiana e due in anteprima europea
Le opere del concorso cortometraggi sono suddivise in quattro sezioni e saranno tutte disponibili in streaming venerdì 18 settembre, a partire dalle ore 14. Queer Shorts: Tricky to Love include sei lavori, tra cui J’Ador dell’italiano Simone Bozzelli, già in concorso alla Settimana della Critica nell’ambito di Venezia 77, crudo racconto di formazione fra desiderio e violenza. Il secondo blocco dal titolo Queer Shorts: Art of Survival, comprende sempre sei opere brevi, tra cui il divertente Les saints de Kiko di Manuel Marmier, in anteprima italiana, su una giovane illustratrice giapponese che dopo aver spiato casualmente una coppia gay intenta a fare sesso ne rimane talmente ossessionata da essere sopraffatta da una forte ispirazione artistica; e l’anteprima europea di Jesse Jams dell’acclamato regista canadese Trevor Anderson, sull’artista indigeno “mumble punk” Jesse Jams che usa la musica come strumento di guarigione, qui ripreso con la sua band sul palco dell’Interstellar Rodeo Festival. Lez Shorts: Starts, presenta sette cortometraggi, tra cui il coraggioso Panteres della catalana Èrika Sánchez, presentato all’ultima Berlinale, storia che intreccia amicizia, sesso, amore e identità, con protagoniste due tredicenni che vivono a Barcellona intrappolate nelle contraddizioni della pubertà femminile; e The Conrads della canadese Teryl Brouillette, che affronta in maniera originale il tema della maternità lesbica. L’ultima sezione, Lez Shorts: Ends, include ancora sette lavori, tra cui Screenshots of a Goodbye della prolifica regista colombiana Ruth Caudeli, sulla difficoltà di dire addio alla persona che abbiamo amato; e il pluripremiato La Vita Che Ti Aspetta opera prima di Ginevra Barboni, su un’anziana vedova, interpretata da Giulia Lazzarini, alle prese con un primo amore, inconfessato, che riemerge dopo cinquant’anni.
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