menabrea art prize
Menabrea Art Prize

Anche quest’anno il Menabrea Art Prize (MAP), premio ideato da Untitled Association e Birra Menabrea, sarà presente a Miart – Mostra Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano, che si svolgerà dal 10 al 12 aprile presso Fieramilanocity.

I collezionisti e appassionati d’arte, rappresentanti di istituzioni artistiche e culturali che già hanno potuto ammirare le bottiglie Menabrea con le etichette vincitrici delle prime tre edizioni sono invitati a visionare le etichette e i portfolio degli artisti che hanno partecipato a quest’ultima edizione del Premio, realizzate sul tema

“L’autoscatto perfetto nell’età del self(ie)-portrai”

proposto dal team curatoriale di CURA (www.curamagazine.com) e l’etichetta vincitrice di Gianluca Concialdi (Palermo nel 1981) selezionata fra le proposte di:

  • Martina Bassi (Faenza, 1988),
  • Beatrice Marchi (Gallarate, 1986),
  • Matteo Nasini (Roma, 1976),
  • Giangiacomo Rossetti (Milano, 1989).

Grazie al contributo del premio, conferito all’artista da una giuria presieduta quest’anno da Lorenzo Benedetti, curatore, Amsterdam, e composta da

  • Gianni Caravaggio, artista, Milano;
  • Umberto Di Marino, gallerista, Napoli;
  • Ettore Alloggia, collezionista, Roma;
  • Paola Maina, ufficio stampa Birra Menabrea, Torino;
  • Danilo Ruggiero, presidente Untitled Association, Roma.

Gianluca Concialdi ha realizzato un’opera inedita che sarà presentata in fiera e avrà la possibilità di pubblicare un libro d’artista in collaborazione con CURA.BOOKS.

È stato scelto come tema il selfie, inteso come massimo strumento di autorappresentazione contemporanea, oggi alla portata di tutti. La storia dell’arte occidentale ha una lunga tradizione legata al tema dell’autoritratto, che nel presente si estende alla sfera della quotidianità come mezzo borderline tra ciò che si è e ciò che si vuole apparire.

Sulla base di tale principio chiunque può non solo essere artista di se stesso, ma anche sintetizzare attraverso un supporto digitale l’immagine che più sente rappresentativa di sé, in un preciso istante. Il selfie come specchio, dunque, prodotto che non sfugge al concetto di autorialità e che amplifica democraticamente una nuova pratica estetica basata sull’auto-governo della propria immagine pubblica, legata a quell’attimo di celebrità di cui tutti, secondo Warhol, saremmo prima o poi stati oggetto. L’autoritratto digitale, per sua natura veloce e immediatamente connesso, si richiama dunque a quel concetto di fama fai da te che porta sotto i riflettori le vite di tutti. Autopromozione, identità riflessa o semplicemente affermazione di sé.

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