Oltre il giardino cover Album b r
Oltre Il Giardino Cover Album B R

“Le mie canzoni sono delle piccole storie”

di Mauro Caldera

Da lunedì 9 febbraio sarà disponibile in digital download e su tutte le piattaforme streaming “Oltre il giardino”, l’album d’esordio del rapper romano Kaligola, in gara alla Festival di Sanremo 2015 nella sezione Nuove Proposte. A dirigere l’orchestra per Kaligola sarà il nonno Giorgio Rosciglione.

Il disco “Oltre il giardino”, che dal giorno seguente all’esibizione sarà disponibile anche nei negozi tradizionali, contiene 11 canzoni scritte e composte dallo stesso Kaligola e vede la collaborazione, per gli arrangiamenti e la produzione, di Enrico Solazzo e Dario Rosciglione.

«Mi sono divertito molto a realizzare questo disco ed è una grande soddisfazione poter raccontare il mio mondo interiore e quello che mi circonda attraverso la musica e le parole – racconta Kaligola – Lavorare in studio con il mio team fatto di adulti professionisti è stato elettrizzante; hanno assecondato le mie idee di produzione, anche le più strane, lasciandomi piena libertà espressiva. Quindi posso dire con forza che questo è davvero il mio album».

Così come per i suoi progetti precedenti, il giovane artista firma il testo e la musica del brano “Oltre il giardino”, ma anche la regia e il montaggio del video, perché ritiene che la narrazione di una storia debba essere a tutto tondo e coinvolgere quindi non solo la musica e i testi ma anche le immagini.

Kaligola-5263 Foto di Giorgio Amendola b rCom’è nato musicalmente Kaligola?

Scrivo canzoni rap da circa tre anni; ho studiato pianoforte, appassionandomi poi alla musica rap. Il mio primo brano l’ho lanciato su YouTube nel 2012: è nato per scherzo, per gioco e per noia e poi invece ha incontrato un grande successo. Di lì, sia il brano sia il nome Kaligola mi hanno portato fortuna e ho deciso così di esplorare questo mondo”.

Quando hai incominciato a fare musica?

“Ho iniziato a fare pianoforte a 15 anni, mentre a 14 ho iniziato a scrivere canzoni”.

Nella tua famiglia si fa musica?

“Mio nonno è un contrabbassista e anche mio padre è musicista”

Sei il cantante più giovane di questa edizione di Sanremo: come ti senti?

“La situazione mi carica; mi avrebbe fatto più effetto pensare di essere il più vecchio!”

Come stai vivendo questa preparazione pre-sanremese?

“E’ un po’ faticoso, anche perché ogni giorno si presentano mille impegni: è senz’altro stressante ma è anche un’esperienza particolare, da vivere”.

Parallelamente vai anche a scuola: come riesci a conciliare questi due grandi impegni?

“A dire il vero, in questo momento ho un sacco di compiti e interrogazioni. Da quando mi sveglio non ho tempo di annoiarmi: non so come, ma riesco a conciliare i doppi impegni della scuola e di Sanremo…ormai dietro l’angolo. Posso dire di non conoscere la noia!”

Kaligola-Foto di Giorgio AmendolaI tuoi insegnanti, come vivono questo tuo importante traguardo?

“I professori sono tutti molto carini con me e fanno il tifo con grande entusiasmo! C’è poi la mia professoressa di matematica, che ritengo una persona molto particolare: non mancano le sue battute, che apprezzo molto”.

E i tuoi compagni di classe?

“Anche loro sono tutti molto carichi…forse più di me! Mi coprono di battute e scherzano e pensa che mi stanno già chiedendo gli autografi e le foto!”

Il tuo è un “rap contaminato”: in Italia, secondo te, il rap, è capito e apprezzato? Chi lo ascolta?

“In Italia, il rap è ascoltato dai ragazzini, già a partire dai 12 anni: è sicuramente una tendenza e uno stile più giovanile che poco per volta sta cercando di diventare più popolare. Al contrario, in America, il rap è una vera e propria cultura: è ascoltato e condiviso da tutte le fasce di età. Nella musica Italiana, i grandi riferimenti sono quelli di Jovanotti e di Frankie hinrg”.

Cosa ti aspetti da Sanremo?

Mi aspetto (e spero) che piaccia la mia canzone: vorrei che trasmettesse alla gente delle belle emozioni e soprattutto spero di promuovere alla grande il mio album che uscirà nella settimana sanremese”.

Ti senti arrivato?

“E’ solo l’inizio e una grande occasione di lancio. Mi piacerebbe fare tante cose!”

Che tipo di cose?

“Beh, immagino delle collaborazioni artistiche importanti, concerti e sperimentare altre sonorità”.

Da cantautore, come nasce una tua canzone? Da cosa parti?

“Di solito penso a un’immagine o a un video: sulla base dell’emozione che mi creano, scrivo il testo e la base. E’ da un’immagine che riesco a creare un’atmosfera sonora che poi diventa testo. Le mie canzoni sono come delle piccole storie”.

Kaligola Foto di Giorgio Amendola rQuali i temi della tua canzone?

“Parlo di emarginazione anche se poi voglio anche comunicare che non sappiamo mai realmente cosa ci sia dietro la vita delle persone; dopotutto, spesso non sappiamo neanche quali siano i veri valori della nostra vita. Nella storia-canzone, tutto gira attorno a un signore che ha abbandonato i suoi averi e i pesi della vita a causa di un dolore molto grande: la perdita del figlio che era per lui la cosa più importante. Senza di lui, tutto il resto non ha più senso”.

Dove inserisci il tema dell’emarginazione in questa storia musicale?

“La gente vede questo signore come un pazzo: gli adulti sono i primi ad evitarlo mentre i bambini lo vedono come una persona più tenera e lo guardano con occhi diversi”.

Tu come hai vissuto questa persona (che ha ispirato la tua canzone)?

 “Io la incontravo tutti i giorni sul bus, quando andavo a scuola; è da un po’ di tempo che non lo vedo più. L’ho battezzato – L’uomo felice – perché aveva sempre un sorriso per tutti, chiaramente immerso nella sua dimensione: sembrava quasi che non appartenesse a questo mondo”.

Chi ti sta vicino in questo periodo?

“Soprattutto i miei genitori che mi danno una grossa mano a gestire gli impegni; mia mamma per esempio mi prende gli appuntamenti per le interviste”.

Quali punti di riferimento (musicali) hai in questo momento? Da quali artisti sei ispirato?

“Ascolto soprattutto musica rap anni 90 e in particolare gli artisti americani del momento, che sono anche molto giovani come me; stanno riprendendo il genere hip hop anni 90. Sono attratto più dalla musica internazionale che da quella italiana”.

Punterai quindi all’estero o investirai anche nella tua Italia?

“Il punto di partenza è senz’altro l’Italia, anche perché penso sia giusto fare qualcosa anche nel mio paese; sarebbe bello, però, fare anche qualcosa all’estero, magari collaborando con qualche artista straniero”.

Per quale big tiferai?

“Al momento per nessuno: aspetto di ascoltarli per farmi un’idea”.

Quale la canzone per te rappresenta Sanremo?

“Ti direi la canzone di Simone Cristicchi – Ti regalerò una rosa: mi era piaciuta tantissimo al punto che mi sono anche commosso. Mi viene in mente anche a Fabrizio Moro con il suo brano ‘Pensa’ ”.

 

 

 

 

 

 

 

 

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