A cura di Luca Medici
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Era il 1967 quando il Biscione creava la “33 Stradale” disegnata da Franco Scaglione, già designer per Bertone, dove ha creato la bellissima Giulietta Sprint. La “33 Stradale” fu utilizzata anche da Giugiaro, Pininfarina e ancora Bertone per bellissimi prototipi ancora oggi citati per il design unico e curato nell’aerodinamica.
Sono trascorsi quasi 60 anni da quel lontano ’67 ma, oggi come ieri, Alfa Romeo ha voluto fortemente riproporre una fuoriserie degna di nota, affascinante e capace di arrivare dritta al cuore, non solo per gli appassionati ed estimatori del marchio. La nuova 33 Stradale non è un puro esercizio di stile, non è un prototipo di quelli che non entreranno mai in produzione, ma è un progetto vero, dedicato a pochi esclusivi clienti che potranno mettere in garage uno dei 33 esemplari che verranno prodotti (già tutti venduti a circa 1,5 milioni di euro l’una).
La casa promette che non sarà un progetto isolato, ma il primo di una lunga serie di esclusive vetture sportive che verranno prodotte in futuro, quasi a voler riportare il marchio nell’olimpo delle supercar prodotte in pochissimi esemplari. Le vetture speciali made in Alfa hanno sempre avuto successo, basti ricordare la Giulia GTA e la bellissima 8C competizione. Il design della 33 Stradale è di chiara ispirazione al passato, tanti gli elementi che ricordano la “33 Stradale” di Scaglione, ma oggi, grazie anche alla tecnologia e all’utilizzo di materiali all’avanguardia, questa nuova versione cattura gli sguardi. La struttura del telaio, lo stesso già utilizzato per la Maserati MC20, insieme al motore in posizione centrale (altro omaggio alla 33 del 1967), al cofano, che integra anche i parafanghi, ad un motore V6 di tre litri con ben 620 cavalli e componenti in alluminio e fibra di carbonio, garantiscono un mix esplosivo di bellezza e sportività estrema. Il reparto design Alfa Romeo ha saputo creare un design esclusivo, fatto di richiami al passato, ma anche di dettagli futuristici, dove l’emozione dettata dal minimalismo si associa alla perfezione dello stile aeronautico della splendida consolle in alluminio.
Bellissimo a mio avviso il posteriore, dove gli ambiziosi fari a LED sono un’opera d’arte, ma non solo, i volumi della coda sanno esprimere un concetto di linee capaci di mettere al centro una certa aggressività abbinata alla sportività tipica del brand. Linee filanti e proporzioni perfette, dove le geometrie si fondono con elementi circolari bellissimi, come i cerchi in lega leggera, le prese d’aria e il taglio dei fanali, creando così una soluzione di continuità che abbraccia tutta la carrozzeria, in un unico insieme di bellezza scolpita. La vista frontale è possente, muscolosa e mette in mostra lo scudetto che, a dire di molti, potrebbe anticipare il disegno del frontale delle future Alfa.
Le portiere si aprono verso l’alto, questa apertura si chiama elitra e crea un effetto scenografico eccezionale. Subito dietro alle portiere troviamo due prese d’aria laterali e pensate che il Cx è di soli 0,375, un coefficiente di resistenza aerodinamica a dir poco eccezionale, sinonimo di una cura progettuale attenta fin nel minimo dettaglio. La tecnologia sotto il cofano stupisce per un equilibrio perfetto fra il motore termico, valore di torsione, stabilità e il cambio DCT a doppia frizione (disponibile anche con un motore elettrico da ben 750 CV), regalando emozioni tipiche delle supercar made in Italy.
La 33 Stradale è senza dubbio una vettura da sogno e mi auguro con tutto il cuore che possa essere la prima di una lunga serie di sportive di alto lignaggio capaci di riportare il marchio nell’olimpo del mercato di nicchia delle supercar.