Insetti Impollinatori (3)

Oggi mancano gli insetti pronubi impollinatori e secondo gli esperti che studiano il fenomeno il calo dei semi prodotti dai fiori selvatici arriva fino al 50%, mettendo a rischio la sopravvivenza degli stessi fiori e della biodiversità dei nostri panorami.Insetti impollinatori

Sulle Alpi ci sono 13 mila specie di piante: circa l’8% sono endemiche, cioè crescono solo in questi ambienti. Ci sono specie che da sempre hanno accompagnato l’uomo sulle montagne come le erbe per i foraggi degli animali o gli alberi da legna che hanno assicurato per secoli una serie di servizi ecosistemici indispensabili allo sviluppo delle comunità di alta quota. Non mancano i relitti vegetali sopravvissuti alle glaciazioni e una famiglia allargata di fiori spontanei che anima i giardini naturali che si formano nelle praterie: alcuni sono così rari che si trovano solo in numero ristretto di valli. In media nell’habitat alpino si possono contare 80 specie diverse, tra flora e fauna, in cento metri quadrati. Molte piante presenti in questo ambiente si comportano da indicatori biologici, offrendo agli scienziati prove e campioni per studiare i cambiamenti climatici. Oggi una parte di queste popolazioni è a rischio estinzione per l’arretramento dei ghiacciai dovuto al riscaldamento globale. Fiori come speronella, fiordaliso, gittaione, garofanino selvatico o e nigella svolgono una “silenziosa terapia del benessere” mediante i proprio sgargianti colori durante le rispettive dinamiche di fioritura. La progressiva colonizzazione umana o meglio antropizzazione del territorio che priva di spazi ecologici gli impollinatori, unitamente a una gestione agrionomica estremamente semplificata, rischiano di determinare una sorta di progressivo “abbruttimento” dei paesaggi rurali rendendoli sempre più poveri di quella componente cromatica che noi percepiamo come bellezza”.

Giorgio Cortese di Favria Canavese
Servizio di Giorgio Cortese
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