NO FILTER TOUR - Rolling Stones
No Filter Tour Rolling Stones

di Alessia Placchi

Cosa c’entra la tutela dell’aceto balsamico con i Rolling Stones? C’entra e vi spieghiamo perché. Come è noto gli inossidabili rocker inglesi saranno tra pochi giorni a Lucca, (il 23 settembre al Lucca Summer Festival) unica data italiana del loro “No Filter Tour”. Evento che già si preannuncia epocale, sia per la location che vede per la prima volta le affascinanti mura lucchesi ospitare un concerto per 55 mila spettatori, sia perché Jagger e compagni hanno dimostrato nelle loro ultime performance che sono come l’Amarone di Valpolicella, non è che invecchiando migliorano, diventano proprio qualcosa di straordinario. Come se Usain Bolt tra 40 anni corresse i 100 metri in meno di 9 secondi.

Ora immaginatevi un concerto dei Rolling Stones in qualsiasi parte del mondo, di cosa parleranno i media annunciandolo? Le testate di Germania, Austria e Svizzera e delle altre date del tour fanno riflessioni sulla loro evoluzione musicale, sull’ultimo album, e ormai anche sui loro nipotini. In Italia no, in Italia l’argomento più importante è: cosa mangeranno i Rolling Stones e il loro entourage.  Ed è giusto.  Siamo un Paese orgoglioso del proprio cibo, sia nella cucina di mamma che nella bilancia dei pagamenti: con 38 miliardi di export e una crescita del 3% nel 2016, guai se ogni straniero che passa in Italia non si tramutasse in un ambasciatore del Made in Italy.

Però se alle star di Hollywood di una volta bastava rispondere “Pizza e spaghetti” alla domanda “cosa ti piace dell’Italia”, oggi si pretende un po’ più di competenza.  Quindi per le pietre rotolanti cucinerà Gennaro Esposito, il bistellato chef di Vico Equense e tutto, proprio tutto dovrà essere al top tra i sapori del backstage. Perché gli Stones amano la cucina italiana e sanno distinguere. E qui entra in ballo l’aceto balsamico uno dei prodotti italiani più esportati all’estero. Per la Lounge Vip la scelta è caduta sulle preziose ampolle di De Nigris, un’azienda che è talmente appassionata di aceto da aver creato a Carpi (vicino a Modena ovviamente) addirittura un parco a tema dedicato a questo prezioso IGP: il Balsamico Village. Ma soprattutto De Nigris è un’azienda italiana al 100%, dal 1889 è di proprietà della sola famiglia de Nigris che l’ha fatta crescere, creando prodotti curatissimi e diversificati per contenuto di mosto e invecchiamento fino ad arrivare al 27% del mercato in volume.

Non è una distinzione da poco parlando di Aceto Balsamico, prodotto che oggi è al centro di un dibattito sulla tutela del Made in Italy, dopo che un’altra delle più importanti aziende produttrici dell’Igp modenese è appena passata sotto il controllo di una multinazionale che, e qui sta il paradosso, è 100% inglese e tra i più famosi produttori mondiali di tè. Un po’ come se i Rolling Stones o un’altra formazione del brit rock duro e puro decidessero di affidarsi in toto a un manager specializzato in cantanti neomelodici napoletani. Niente da dire sul genere musicale, magari è una persona competente, ma poi se decide che i quattro devono suonare in un matrimonio a Mergellina?

Altre importanti aziende del balsamico sono sotto il controllo francese e tedesco e lo stesso discorso vale per la lunga lista di eccellenze in mano straniera, dal vino, al cioccolato, alla pasta. In tempi di libero mercato non si può invocare il protezionismo di stato, ma sicuramente sarebbe utile una politica che favorisca quei produttori italiani che sono l’ossatura di quei consorzi di tutela che rendono i nostri sapori così unici e ricercati dagli stranieri, tanto le rock star, quanto gli investitori. Non sono imprenditori che cedono di fronte al primo assegno, sono legati alle proprie tradizione e al proprio territorio, basterebbe giusto dargli ogni tanto un po’ “Satisfaction” per citare un titolo appropriato.

20 settembre 2017

Articolo precedenteRiduzione colesterolo Ldl, nuova guida dei cardiologi Usa
Articolo successivoIl “Cactus” e gli incredibili benefici per la salute