foto epoca arrivo botti anni 60 24
Foto Epoca Arrivo Botti Anni 60 24

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di Alessandra Bergamini

26 febbraio 2016

Un paesaggio metafisico quello dell’Oltrepò Mantovano: l’occhio si perde nelle ricche campagne, disegnate dagli alti filari e dalle acque generose. Un territorio che racconta una storia antica ma pur sempre frizzante, che intreccia la poesia ed il vino più amato al mondo, potendo vantare i natali del sommo poeta Publio Virgilio Marone e del vitigno autoctono mantovano da Lambrusco, il Grappello Ruberti.

Fu proprio Virgilio, cantore della natura, il primo illustre testimone ben 2.000 anni or sono, della Vitis Labrusca, una vite selvatica che ricopriva una grotta di radi grappoli, come recita la quinta Egloga delle Georgiche. Ma la tradizione legata a questa vite ha origini ancestrali, probabile lascito della prima domesticazione degli antenati neolitici padani, quando l’uomo sfruttò il naturale processo di coevoluzione della vite selvatica che si arrampicava come liane su altre specie arboree. Nacque allora la “vite maritata” su olmi ed aceri campestri, pratica che prosperò per secoli, ridisegnando i paesaggi agresti della pianura mantovana, decantati negli scritti dei Grand Tour settecenteschi da grandi come Goethe e Montesquieu.

Pare che il Grappello Ruberti sia approdato per caso a Quistello, in seguito ad un’esondazione del fiume Secchia e che i preziosi germogli si siano diffusi nel territorio circostante. Solo nel corso dell’800, il nativo professor Ugo Ruberti (da cui il nome), intuì la preziosa eredità di questo vitigno, capace di vini carichi di colore, profumi e corpo.

Il Presidente Luciano BulgarelliIl Grappello Ruberti ampiamente diffuso nella zona, dopo aver regalato per secoli vini di qualità, dal dopoguerra rischiò la scomparsa, salvo poi vedere concentrarsi gli sforzi della comunità locale e scientifica, per ottenerne il riconoscimento dal Ministero dell’Agricoltura, meritatamente conquistato nel 2013.

Non è un caso che la Cantina Sociale di Quistello, fondata nel 1928 da un lungimirante gruppo di viticoltori, abbia sede proprio nel cuore dell’Oltrepò Mantovano e faccia oggi della vinificazione del Grappello Ruberti, la propria carta vincente. Gli attuali 160 soci, curano con orgoglio 350 ettari vitati e conferiscono ogni anno 60.000 quintali d’uva alla cantina. Gente operosa dal carattere forte e verace, che non si è fermata nemmeno col terremoto del maggio 2012. La bella struttura d’inizio ‘900 della cantina sociale fu infatti gravemente danneggiata ma rimessa in sesto a tempi record sotto la solida guida del presidente Luciano Bulgarelli (quistellese, classe ’57), riconfermato al secondo mandato ed in carica dal 2005. “La Cantina Sociale di Quistello porta avanti con fermezza la più antica delle tradizioni vitivinicole mantovane” dichiara il Presidente Bulgarelli, “che esporta nel mondo con crescente consenso e riconoscimenti, portando l’eccellenza dei vini mantovani a denominazione, frutto della nostra storia e cultura, il vero fulcro del Made in Italy”.

80 vendemmie 2rMassima espressione del Grappello Ruberti in purezza è l’80 Vendemmie Rosso (Lambrusco IGP di Quistello), un’esperienza da non perdere per chi ama il vero Lambrusco e per chi è curioso di scoprire un vino sorprendente nella propria semplicità. All’occhio vi accoglieranno bollicine fini e vivace, mai aggressive, ed un rosso rubino vivo dai riflessi violacei. Intensi sentori di mora e prugna rossa e note floreali di viola, saranno una festa per l’olfatto ed il palato sarà solleticato da una equilibrata morbidezza che si accompagna alla buona struttura, tuttavia mantenendo bassa la gradaziona alcolica (11% vol). E’ un vino giovane e versatile, che ben si abbina alla pasta fatta in casa ed ai piatti a base di carne, ma anche un aperitivo fuori dagli schemi per stupire gli amici con salumi e formaggi, e perché no, qualche stuzzichino a base di pesce.

Da provare anche la versione 80 Vendemmie Rosé ed il Gran Rosso del Vicariato di Quistello che vede il Grappello Ruberti sposarsi all’uva Ancellotta.

Degni di nota anche i vini bianchi, in particolare per chi cerca un vino da dessert intenso ma non stucchevole, è consigliabile il Dolce del Vicariato di Quistello (IGP bianco Quistello) tratto da uve bianche Moscato. Il carattere floreale e la dolcezza tipica con sentori di frutta secca ed albicocca e la bassa gradazione (solo 8% vol.) di questo vero e proprio nettare, metteranno d’accordo tutti.

Ed infine per chi cerca sempre una “chicca”: il Vin Cot, una mirabile riduzione di mosto di Grappello Ruberti che è denominazione comunale di Quistello. Un caramello che renderà speciali antipasti, risotti, carni, dessert ed insalate, al posto del consueto aceto. Per chi ama il sapore delle cose di una volta (quando i nonni usavano la neve), da provare in una granita alternativa adatta anche ai più piccoli.

Il modo migliore per scoprire questa realtà inconsueta ed assolutamente autentica? Una visita all’incantevole territorio mantovano ed una tappa alla Cantina Sociale di Quistello, che organizza visite guidate e degustazioni in abbinamento ad una selezione di prodotti gastronomici tipici, tutti acquistabili al wine shop, accogliente e rinnovato.

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Per informazioni e prenotazioni:

Cantina Soc. Coop. Quistello

Via Roma, 46 – 46026 Quistello (MN)

Tel. 0376/618118 – Fax 0376/619772

E-mail: info@cantinasocialequistello.it

www.cantinasocialequistello.it

Orari:
dalle ore 8:00 alle 12:00 – dalle ore 14:30 alle 18:00; sabato solo mattino.

 

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