La storia è custode di fatti talvolta più raccapriccianti dei peggiori racconti di letteratura horror. Nell’897 si svolse a Roma un evento a dir poco surreale, un processo in grande stile contro un papa, davanti alla corte di vescovi e cardinali. Ma c’è un piccolo particolare: l’imputato era morto da mesi! L’episodio, che passò alla storia come il “Sinodo del cadavere”, fa parte di uno dei periodi più bui della storia del papato. Nell’alto medioevo, la capitale era in mano a diverse potenti famiglie aristocratiche in violenta lotta fra di loro. La fazione vincente aveva il potere di decidere chi doveva essere eletto papa e allo stesso tempo anche di deporre, sino ad arrivare ad uccidere quello in carica. Dall’872 al 965 si avvicendarono ben 24 papi, 7 dei quali assassinati. Papa Formoso fu il 111° papa della Chiesa cattolica dall’891 all’896, anno della sua morte. Fu eletto grazie al sostegno di Arnolfo di Carinzia, re dei Franchi orientali. Quando nell’anno 894 morì Guido, II duca di Spoleto, imperatore del Sacro Romano Impero e re d’Italia, Ageltrude, madre del suo successore Lamberto, reclamò per lui la corona. Papa Formoso, temendo che i duchi di Spoleto, definiti “cattivi cristiani”, intendessero impossessarsi anche dello Stato Pontificio, inviò richieste di aiuto ad Arnolfo il quale, aspirando al titolo imperiale, scese in Italia con l’intenzione di farsi incoronare imperatore e ottenere anche il titolo di re d’Italia. Lamberto II e i suoi seguaci, per vendicarsi del “tradimento” del papa, riuscirono ad aizzargli la folla contro e Formoso fu catturato vivo e rinchiuso in cella. Arnolfo, nel frattempo, riuscì a sbaragliare le truppe nemiche. Giunto a Roma liberò il papa ed ottenne la corona. Formoso morì il 4 aprile dell’anno 896, forse per effetto di un veleno. Trascorsi nove mesi il nuovo papa Stefano VI, spinto dall’odio personale e dalle insistenze di quella signora di nome Ageltrude, ordinò la celebrazione di un processo post-mortem a carico del papa precedente. La salma di Formoso fu riesumata, vestita dei paramenti papali e legata su un trono nella Basilica di San Giovanni in Laterano ove si tenne il macabro processo. Naturalmente il verdetto era già scritto e fu stabilito che Formoso era stato indegno del pontificato e tutti gli ordini impartiti da papa Formoso furono invalidati. Subito dopo il processo gli furono strappati i paramenti sacri, gli recisero le 3 dita della mano destra (usate per la benedizione) e il cadavere fu gettato nel Tevere. I suoi resti furono poi ritrovati e nascosti, finché fu vivo Stefano VI, prima di essere riportati in San Pietro per la definitiva sepoltura.
Paolo Minotti
Tratto da
24orenews.it Magazine Marzo 2022