obesità 
Giornata mondiale obesita

Obesità  Salute, le proteine della carne un valido aiuto contro l’obesità: aumentano il metabolismo, evitano picchi glicemici, promuovono la termogenesi e il dispendio energetico

Bramante: “Togliere la carne? Si rischia di sostituirla con piatti più calorici”

Carne

– Non è solo una questione di peso. Sovrappeso e obesità, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si attestano al quarto posto come fattore di rischio di morte, dopo ipertensione, rischi alimentari e tabacco.

A confermarlo il Rapporto 2022 dell’OMS sull’Obesità in Europa che rivela che il 59% degli adulti e quasi 1 bambino su 3 (29% dei maschi e 27% delle femmine) a livello europeo sono in sovrappeso o vivono in condizioni di obesità e che tali tassi sono la causa di oltre 1,2 milioni di decessi all’anno, corrispondenti a oltre il 13% della mortalità totale nella Regione.

Non ce la caviamo meglio nel nostro Bel Paese

in cui, secondo i dati ISTAT 2023, la quota di persone adulte in eccesso di peso è pari al 46,3%, mentre si attesta al 26,7% la percentuale di bambini e ragazzi di 3-17 anni in eccesso di peso, soprattutto tra i bambini fino a 10 anni, dove si arriva quasi al 33%.

Obesità e dieta
“L’obesità – evidenzia Susanna Bramante, agronomo PhD, Diet and Nutrition Adviser e divulgatrice scientifica – deriva da una complessa interazione tra fattori genetici, metabolici, ambientali e comportamentali.

Spesso si mangia troppo e si adottano stili di vita scorretti, caratterizzati da sedentarietà e diete sbilanciate. Fattori psicologici come stress e alimentazione emotiva complicano ulteriormente i modelli comportamentali che influenzano il peso corporeo”.

Nonostante l’accresciuto interesse manifestato a livello globale nei riguardi della dieta mediterranea, si stima che meno del 15% della popolazione aderisca pienamente ai principi di questo stile di vita. Anzi, il consumo di frutta, verdura, cereali, legumi, carne, pesce e olio d’oliva, pilastri fondamentali di questo regime alimentare, continua a diminuire.

Questi dati non devono stupire, se consideriamo che la malnutrizione, l’altra faccia della stessa medaglia, continua ad essere una delle piaghe dell’umanità:

secondo la FAO, oltre 700 milioni di persone (1 su 10 in tutto il mondo) soffrono di grave denutrizione e fino a 2 milioni di persone hanno difficoltà ad assumere regolarmente tutti i nutrienti necessari, tra cui le proteine animali.

Il ruolo delle proteine animali
Come è noto, quindi, l’obesità è un problema multifattoriale, considerato spesso difficilmente prevenibile e curabile.

Tra gli elementi fondamentali in una dieta nutrizionalmente adeguata, infatti, un ruolo importante, infatti, lo giocano le proteine: carne, pesce, latte o uova non dovrebbero mai mancare nei pasti principali.

Le proteine saziano rapidamente

e mantengono a lungo la sensazione di “pienezza”; richiedono anche più energia per essere metabolizzate e aumentano la massa muscolare magra.

In pratica se si possiede una massa magra ben sviluppata, si consumano quotidianamente più energie, anche quando si dorme. Un bel vantaggio quando i depositi energetici sono troppi.

Le proteine animali sono alleate preziose contro l’obesità

e, in particolare, la carne è un alimento fondamentale per contrastarla, grazie alla sua composizione di nutrienti chiave che stimolano la sintesi proteica nei muscoli, aumentano il metabolismo, evitano picchi glicemici, promuovendo la termogenesi e il dispendio energetico.

“In generale, non è vero che la carne in sé faccia ingrassare – spiega Susanna Bramante – anzi è senza dubbio una valida alleata contro l’obesità, unitamente all’assunzione quotidiana di ortaggi e fibra.

Le proteine nobili e l’elevato assorbimento degli amminoacidi essenziali della carne sono fondamentali per la formazione e il mantenimento della massa muscolare e molti dei micronutrienti forniti dalla carne sono coinvolti in processi di regolazione del metabolismo energetico.

La carne aumenta il metabolismo, perché fortifica e aumenta la massa muscolare e questo aiuta a utilizzare più energia e a perdere grasso in favore della massa magra, cioè il muscolo”.

“Togliendo la carne – aggiunge Bramante – si rischia di sostituirla con piatti più ricchi di grassi, quindi più calorici e di carboidrati, a più alto indice glicemico, favorendo picchi di insulina che interviene nella sintesi del grasso, una delle cause di sovrappeso e obesità”.

Picchi glicemici e peso
picchi glicemici influiscono negativamente sul peso corporeo, stimolando una produzione eccessiva di insulina da parte del pancreas per smaltire il glucosio in eccesso.

Questo processo favorisce la sintesi e l’accumulo di grasso, contribuendo nel tempo a uno stato di infiammazione sistemica, considerata la causa principale di numerose patologie. Inoltre, l’insulina inibisce la lipolisi, il processo di mobilizzazione e utilizzo dei grassi di riserva, rendendo più difficile la perdita di peso.

E non è tutto. Picchi glicemici frequenti possono portare all’insulino-resistenza, una condizione in cui le cellule diventano meno sensibili all’azione dell’insulina, costringendo il corpo a produrne quantità sempre maggiori per mantenere stabile la glicemia.

 “Questo meccanismo – precisa Bramante – favorisce ulteriormente l’accumulo di grasso, in particolare a livello addominale, innescando un circolo vizioso che alimenta l’aumento di peso, l’infiammazione e il rischio di diabete di tipo 2”. 

Mantenere stabili i livelli di glicemia è essenziale per prevenire squilibri metabolici e contrastare l’accumulo adiposo.

In questo contesto, le proteine animali presenti nella carne si sono rivelate particolarmente utili nel modulare la risposta glicemica e migliorare la sensibilità all’insulina

L’assorbimento del glucosio post-prandiale
Inoltre, le proteine animali e vegetali influenzano in modo diverso la secrezione di insulina e l’assorbimento del glucosio post-prandiale , poiché vengono digerite e assorbite a velocità differenti.

Le proteine vegetali, essendo racchiuse all’interno di pareti cellulari rigide, risultano più difficili da degradare da parte degli enzimi digestivi, rallentando la digestione e l’assorbimento.

Le proteine animali, invece, vengono digerite più rapidamente e rilasciano nel flusso sanguigno amminoacidi bioattivi, i quali migliorano la sensibilità all’insulina e favoriscono una riduzione più rapida della glicemia.

Questa condizione è associata a una migliore salute metabolica, contribuendo al controllo del peso corporeo, quindi alla riduzione del rischio di obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari.

Carni Sostenibili (www.carnisostenibili.it) è un’associazione italiana senza scopo di lucro che rappresenta tutte le filiere della lavorazione e trasformazione delle carni (bovine, suine e avicole), con l’obiettivo di promuovere la produzione sostenibile e il consumo consapevole di carni e salumi.

Fondata nel 2012 l’associazione ha realizzato una piattaforma di comunicazione digitale, supportata dalla pubblicazione di studi e ricerche, per promuovere una corretta informazione scientifica e la sua diffusione, in merito alla sostenibilità ambientale, economica e sociale dell’intera filiera della carne.

Non è solo una questione di peso. Sovrappeso e obesità, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si attestano al quarto posto come fattore di rischio di morte, dopo ipertensione, rischi alimentari e tabacco.

A confermarlo il Rapporto 2022 dell’OMS sull’Obesità in Europa che rivela che il 59% degli adulti e quasi 1 bambino su 3 (29% dei maschi e 27% delle femmine) a livello europeo sono in sovrappeso o vivono in condizioni di obesità e che tali tassi sono la causa di oltre 1,2 milioni di decessi all’anno, corrispondenti a oltre il 13% della mortalità totale nella Regione.

Obesità e dieta
“L’obesità – evidenzia Susanna Bramante, agronomo PhD, Diet and Nutrition Adviser e divulgatrice scientifica – deriva da una complessa interazione tra fattori genetici, metabolici, ambientali e comportamentali.

Spesso si mangia troppo e si adottano stili di vita scorretti, caratterizzati da sedentarietà e diete sbilanciate. Fattori psicologici come stress e alimentazione emotiva complicano ulteriormente i modelli comportamentali che influenzano il peso corporeo”.

Nonostante l’accresciuto interesse manifestato a livello globale nei riguardi della dieta mediterranea, si stima che meno del 15% della popolazione aderisca pienamente ai principi di questo stile di vita. Anzi, il consumo di frutta, verdura, cereali, legumi, carne, pesce e olio d’oliva, pilastri fondamentali di questo

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