Facebook, un ritrovo per narcisi?
Secondo gli studi condotti da due università americane, il più famoso social network al mondo sta diventato il rifugio ideale di quanti hanno una “scarsa autostima di sé”.
Narciso, personaggio della mitologia greca famoso per la sua bellezza, figlio della ninfa Liriope e del dio fluviale Cefiso, nel mito appare incredibilmente crudele, in quanto disdegna ogni persona che lo ama. Come punizione divina, finì coll’innamorarsi della sua immagine riflessa in uno specchio d’acqua, lasciandosi così morire, una volta resosi conto dell’impossibilità del suo amore. Secondo i ricercatori di due diverse università nordamericane, rispettivamente quella canadese di York e quella statunitense della Georgia, Facebook non sarebbe altro che un moderno specchio tecnologico, oltreché un vero e proprio paradiso dei narcisi, targati web 2.0. Sul celebre social network c’è tutto per soddisfarli: possono inserire un profilo, la loro foto, parlare delle cose di cui si occupano e condividerle con altri amici “virtuali”. Insomma, una grande vetrina interattiva per soggetti che devono appagare, in un modo o in un altro, il proprio ego.
SEI NARCISO, ECCO IL PERCHÉ
Narcisi forse lo siamo un po’ tutti, magari inconsapevolmente. L’importante è non sprofondare mai nel patologico che, invece, può celare una bassa o del tutto assente autostima e può portare a serie complicazioni sul piano psichico. Secondo i ricercatori della York University del Canada, le persone che aggiornano costantemente il proprio profilo su Facebook hanno più probabilità di essere narcisisti poiché il famoso social network permette di creare un gran numero di “amicizie”, senza dover necessariamente stabilire con queste un rapporto vero e proprio. Facebook, inoltre, consente di controllare come si è visti e magari “giudicati” proprio da questi amici. Nel narciso patologico queste opinioni possono talvolta innescare dei conflitti ma anche appagare il proprio ego insoddisfatto nella vita “reale”. Soraya Mehdizadeh, professoressa della York University, ha interrogato 100 studenti con età compresa tra i 18 e 25 anni circa l’uso che fanno del social network più popolare al mondo. Spiega che “c’è stata una correlazione positiva tra il livello di narcisismo identificati dal test e il numero di volte al giorno che i suoi studenti controllano la loro pagina di Facebook”. Secondo la Mehdizadeh “le persone con scarsa autostima – che gli esperti ritengono essere un sintomo proprio del narcisismo – controllano i propri profili Facebook più frequentemente degli altri. Gli uomini sono risultati essere più interessati agli “status” ed ai commenti scritti sul loro profilo, mentre le donne sembrano assegnare più valore alle immagini ed ai video che compaiono sulla loro pagina. La relazione è stata pubblicata sulla rivista CyberPsychology.
GEORGIA IN MY MIND
IL NARCISO SI SENTE UN V.I.P. ANCHE QUANDO NON LO È
“Il Narcisismo – spiega il Prof. Campbell è un tratto interessante di personalità, perché riguarda la modalità in cui queste persone stabiliscono relazioni di lunga durata. I tipi narcisisti, all’inizio possono sembrare affascinanti, ma alla fine ci si accorge che essi usano le persone per trarne un vantaggio personale ed in questo modo nuocciono agli altri, oltre che a sé stessi”. (Sob!) A sua volta, la psicologa Laura Buffardi, sostiene che “una delle tipologie più diffuse tra gli utenti di Facebook è quella di coloro che hanno, se non una personalità, quanto meno degli atteggiamenti narcisistici: scelgono la foto glamour, la cambiano spesso, raccontano molto di sé, si mostrano, ma sempre nelle condizioni migliori possibili”. (Sob 2!) “Possiamo dire che anche in Facebook si ripetono delle dinamiche sociali che si possono trovare nella realtà – chiosa la Buffardi – il mondo è fatto anche di persone che tendono a esibire se stesse, il proprio lavoro, la propria personalità. Non c’è da demonizzare questo luogo di incontro virtuale ma, come spesso accade per le nuove tecnologie, bisogna imparare ad usarlo con consapevolezza”.
POST SCRIPTUM – I “Sob!” succitati, nel “linguaggio dei fumetti”, rappresentano il suono onomatopeico che indica il singhiozzo. Scusate, ma mentre scrivevo e mi guardavo lo “specchietto virtuale” di Mr. Zuckerberg non ho potuto fare a meno di pensare a qualcuno…
Fonte:giornalettismo.com.psalvati